In forte crescita il volume delle visite a pagamento svolte in ospedale e le liste d’attesa favoriscono l’attività intramuraria
POTENZA- Potrebbe rappresentare un altro stipendio. Con guadagni che superano anche i 100mila euro - ma la media in regione si va attestando intorno ai quindicimila - la classe medica lucana può contare su un bel gruzzolo racimolato grazie all’attività di intramoenia. Analizzando la tabella delle retribuzioni dei dipendenti dell’azienda sanitaria San Carlo di Potenza ci si rende subito conto di come le visite specialistiche a pagamento svolte non privatamente, ma attraverso il servizio sanitario locale, integrino in modo cospicuo il trattamento economico dei medici. In busta paga alla quota da contratto, oltre al guadagno dell’attività di libero professionista intramuraria (Alpi), c’è da aggiungere il conteggio di un premio di risultato, oltre all’entrata che nella tabella pubblicata di seguito viene indicata con la voce ”altro”. Il totale, per circa la metà dei medici in elenco, è da capogiro, se solo lo si raffronta con le cifre dei redditi medi dei lavoratori lucani che non superano i 14,720 euro, di gran lunga inferiori alla media nazionale pari a 18,604. L’esercizio dell’attività di intramoenia, regolato dalla legge 120 del 2007, ha rappresentato per la categoria un pratica senza dubbio proficua, ma soprattutto di facile intercettazione dei pazienti. A quelli che si rivolgono al sistema sanitario pubblico, poiché bisognosi di una rapida prognosi, vengono prospettate due strade da seguire: quella dell’accesso alla prestazione tramite il pagamento standard del ticket e l’altra fornita, direttamente, dai camici bianchi in convenzione con le strutture ospedaliere in cui operano da dipendenti. Tenuto conto delle risapute difficoltà nel poter seguire il primo percorso, reso complesso dai tempi d’attesa sempre più lunghi, agli utenti non resta che scegliere la seconda opzione, che se pur onerosa, garantisce risposte immediate. E si sa, quando c’è di mezzo la salute, la necessità di una diagnosi e della relativa cura spinge a mettere mano al portafogli senza pensarci due volte. A poter far leva sull’attività intramuraria sono soprattutto i medici specialisti dei due maggiori ospedali regionali ai quali ci si rivolge anche per la loro qualifica all’interno dei dipartimenti. Come nel caso del primario di Ortopedia del San Carlo di Potenza, Rocco Romeo, di quello di Reumatologia, Ignazio Oliviero o anche del direttore di Cardiologia Emodinamica, Pasquale Lisanti i cui profitti dell’attività intramoenia superano i cinquantamila euro. Ma ci sono numerosi altri medici che fanno registrare notevoli volumi di prestazioni erogate in regime non istituzionale. La legge 189 del 2012 ha nuovamente disciplinato la libera attività praticata al di fuori del normale orario di lavoro, ma è la stessa normativa che affida alla dirigenza dell’ospedale la stesura di uno specifico regolamento interno per lo svolgimento. In Basilicata i medici che attingono a piene mani all’intramoenia oltre a vedersi recapitare direttamente nei propri studi i pazienti, poiché orientati dalle strutture sanitarie pubbliche, possono contare su specifiche agevolazioni fiscali. Nulla da eccepire circa il sistema di accesso dell’ammalato, che avviene attraverso il centro unico di prenotazione selezionando un numero dedicato, così come per il tariffario delle prestazioni e per le emissioni dei documenti fiscali. Ma è dando un occhio alla cifra pagata ai professionisti che emerge immediatamente, al netto di detrazioni, come l’attività risulti conveniente. Conclusa la visita, al medico viene pagata la prestazione, previa emissione di fattura elettronica, il cui importo gli ritorna in busta paga con prelievi fiscali favorevoli. In sintesi su cento euro ricevute, l’ospedale ne versa 70 al medico, il quale, però, usufruisce di una tassazione di solo il 43 per cento rispetto a quella che si aggira intorno al 60, come tutti i liberi professionisti ben sanno. Al San Carlo, inoltre, dalla tariffa base, scorporato il 5 per cento che va direttamente all’azienda ed un ulteriore 5% da destinare al fondo di perequazione, c’è una stessa percentuale che dovrebbe servire a promuovere politiche di abbattimento delle lista d’attesa. Di qui l’altro paradosso. Paghi e la visita puoi farla subito |
09/06/2015 - autore: Mariolina Notargiacomo |
fonte: LA NUOVA DEL SUD |