IL MANIERO DELLA DISCORDIA

Il contenzioso è tra la Comunità montana e il Demanio. La vicenda in mano agli avvocati

Lo sforzo che fa la Regione per valorizzare il Castello di Lagopesole, con investimenti milionari, fa a pugni con la bieca burocrazia dell’Agenzia del Demanio di Puglia e Basilicata. I prezzi di fitto e di utilizzo delle varie sale sono da capogiro e la gestione dei musei diventa fallimentare. Un esempio: per utilizzare il cortile per la proiezione sulle pareti del suggestivo cinespettacolo sulla vita di Federico II, il Demanio chiede e ottiene dalla Comunità Montana 1.400 euro per ogni serata. Se l’utilizzo dello stesso cortile viene chiesto dal Comune di Avigliano per lo svolgimento della Festa della Pace, incredibile ma vero, il prezzo scende a 208 euro. Per fruire della Cappella o del salone dei congressi le cifre sono sempre allineate a quelleà del Colosseo. Con la conseguenza che questi due spazi seducenti vengono utilizzati non più di quattro\cinque volte l’anno. E siamo magnanimi. Prima, invece, quando la gestione era del Corpo Forestale sala convegni e cappella era continuamente richiesti da privati, associazioni, enti pubblici, con il risultato che si creava una ricchezza per il paese che ora non c’è più. Agenzia del Demanio e Comunità Montana sono ora in mano agli avvocati. Ne parlano anche i giornali nazionali come Repubblica. Il contenzioso non è semplice da superare, perché chi dirige la Comunità Montana è animato da spirito politico, che non vuole consentire che gli investimenti della Regione finiscano nel nulla, mentre chi è a capo dell’Agenzia si muove con la logica della burocrazia. Cosicchè, se non interviene la struttura nazionale del Demanio con un apposito e razionale regolamento che tenga conto anche della Legge Monti (tra le pubbliche amministrazioni non ci dovrebbero essere canoni di fitto) il futuro appare denso di nuvole. A meno che lo stesso Demanio non si decida (finalmente) ad affidare gratuitamente alla Regione l’intera gestione per un periodo di almeno venti\trent’anni. In questo modo tutti i problemi sarebbero risolti, perché la «testa» si troverebbe in Basilicata e non in Puglia e ogni questione verrebbe affrontata con la razionalità che si richiede ad una Pubblica Amministrazione. Finchè non ci sarà un mutamento di rotta, la conflittualità è destinata a durare nel tempo, con l’Agenzia che pretende il pagamento dei fitti dalla Comunità Montana (23mila euro l’anno) per il museo del “Mondo di Federico II” e dalla Regione (circa 10mila euro l’anno) per il Museo dell’Emigrazione. Di contro, il Demanio non assicura il riscaldamento, non fa l’ordinaria manutenzione, spifferi di vento dalle finestre, bagni non resi fruibili ascensore per disabili fermo, strada di accesso talmente sconnessa che i turisti mettono a dura prova le proprie caviglie. Insomma, la questione va risolta, senza avvocati e senza pregiudizi, soprattutto da parte di chi non conosce affatto il Castello di Lagopesole e pretende di dettare regole per un bene pubblico che è solo e soltanto della popolazione del luogo, ormai stanca di affidare il proprio futuro a chi non ha alcun interesse al decollo economico-turistico del paese. Una considerazione finale: il museo del «Mondo di Federico II» è il quarto tra i siti mondiali da visitare. Peccato che da qualche giorno è chiuso, perché la mancanza di riscaldamento ha mandato in tilt la sofisticata apparecchiatura. Ovviamente, al Demanio questo non interessa.
23/06/2015 - autore: Antonio Pace
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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