LE NOTIZIE CHE NON LO ERANO

"Ecco perché la storia del Castello di Lagopesole sconfina nella leggenda del fantasma insoddisfatto" – racconto lungo che vale la pena leggere

Fidarsi è bene non fidarsi è meglio.
Prendendo spunto dal comunicato stampa del sindaco di Avigliano: “Insediato Tavolo istituzionale per la valorizzazione del Castello di Lagopesole”, provo a raccontare qualche innocente retroscena su fatti accaduti a tal proposito. Dai versi della Divina commedia: "Io mi volsi ver' lui e guardail fiso (Giuliana Dionisio): biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l'un de' cigli un colpo avea diviso. Quand'io mi fui umilmente disdetto d'averlo visto mai, el disse: "Or vedi"; e mostrommi una piaga a sommo 'l petto. Poi sorridendo disse: "Io son Manfredi (Donato Pace), nepote di Costanza imperatrice…” - E tutto mi è permesso.

Entra nel leggendario mondo del maniero di Lagopesole dove umani ed elfi convivono pacificamente con il fantasma di Elena Ducas, la moglie di Manfredi, figlio del grande Federico II di Svevia: In queste ultime settimane i quotidiani cartacei, forse a corto di notizie da rifilare ai lettori, hanno dato spazio “sospetto” al castello federiciano di Lagopesole, frazione di Avigliano, e alla presunta disputa legale tra l'ex Comunità Montana Alto Basento, oggi Area Programma Basento Bradano Camastra, e l'Agenzia del Demanio, che ne è proprietario.

Tutti gli articoli dei quotidiani sulla questione sono pieni di inesattezze. Qui segnalo solo alcuni titoli dal tenero strano: il 30 maggio 2015 la Gazzetta del Mezzogiorno riporta: “Il Mondo di Federico” Adesso è a rischio chiusura per un contenzioso tra demanio e comunità montana”, Il 20 giugno 2015 il quotidiano della Basilicata riportava questo articolo: “LAGOPESOLE - Braccio di ferro per la gestione del castello - Il Demanio vs la Comunità Montana”. Il 23 giugno, si leggeva sulla Gazzetta del Mezzogiorno della Basilicata: “IL MANIERO DELLA DISCORDIA - il contenzioso è tra la comunità montana e il demanio. la vicenda in mano agli avvocati.”.

Nulla di tutto questo, solo un gran pasticcio istituzionale perpetrato da persone di cui alcune senza titolo a negoziare, v’è di più che hanno tenuto allo scuro delle procedure avviate il sindaco del comune di Avigliano e l’assessore alla valorizzazione del patrimonio culturale.

Si dice in giro ma io non ci posso credere che i protagonisti di questo pastrugno sono: Elio Manti (nelle vesti di D.G. del dipartimento programmazione e finanze della regione Basilicata), Mimì Salvatore (nelle vesti del fido consigliere del Presidente Pittella “Ghe pensi mi”), Donato Pace (nella veste di Presidentissimo della Pro Loco di Lagopesole e non di capo stampa di “Ghe pensi mi”), Rocco Coronato (nella veste di dirigente settore amministrativo dell’ex comunità montana) e infine Giuliana Dionisio (nella veste di Direttore regionale Puglia e Basilicata dell’Agenzia del Demanio).

Inizio il commento con una considerazione sul tema “Verità della Notizia”. Perché gli editori dei giornali non assumono un giornalista che faccia il "Fact-checking": "controllo dei fatti" ovvero quello che rilegge gli articoli e verifica che ogni loro contenuto sia esatto, fondato e verificato?. Altrimenti lo corregge. Quando si dice lasciare a casa l’arroganza. Oltre gli aspetti politici generali prevaricati, è in primo piano la questione squisitamente amministrativa perché il castello rappresenta un volano e un attrattore turistico non solo per Lagopesole ma per tutta la città di Avigliano e del suo hinterland.

Ma qui si misura la protervia di chi vuole sostituirsi come associazione con arroganza alle istituzioni legittimate a contrattare. Il modus operandi di questi “signori” ce lo racconta ben due incontri tenuti in quel di Bari alla fine di maggio (stana la coincidenza con la fine della campagna elettorale) nella sede regionale del demanio che ha fatto indignare non poco, ed a ragione, la direttrice del Demanio, così mettendo a rischio il protocollo d’intesa in attuazione del “federalismo demaniale”.

Quello che era stato promesso come condivisione meravigliosa si era trasformata in un incubo.

Meno male che Vito al quadrato c’è. Una nuova pagina per la città di Avigliano, per certi versi, persino l’apertura di una nuova era è stata scritta dopo lo sconcerto provato e le scuse rivolte alla direttrice del demanio da parte del Sindaco Vito Summa e dell’assessore alla promozione del territorio Vito Lucia sullo spiacevole equivoco perpetrato a loro insaputa dal presidente della Pro Loco.

Le parti in causa, rappresentate da Giuliana Dionisio, Direttore Agenzia del Demanio di Puglia e Basilicata, Elio Manti, Direttore generale del Dipartimento programmazione e finanze della regione Basilicata, Vito Summa, Sindaco di Avigliano, Vito Lucia assessore di Avigliano, Francesco Canestrini Soprintendente alle belle arti e paesaggio della Basilicata e Gaetano Rofrano del corpo Forestale dello Stato ufficio per la biodiversità, il giorno 24 giugno nella sede del demanio in Bari, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per arrivare successivamente alla firma dell’accordo per la valorizzazione del “Castello federiciano” di Lagopesole sicuramente nella filosofia dettata dall’art. 112 del D.L. n. 42/2004 recante il "Codice dei beni culturali e del paesaggio". L’accordo nell’ambito del cosiddetto federalismo demaniale ai sensi del D. Lgs 85/2010, che prevede la possibilità di trasferimento agli enti locali dei beni appartenenti al patrimonio culturale dello Stato, recepisce e attua il programma di valorizzazione tenuto conto degli interventi museali già presenti nel Castello e delle ulteriori attività che si intenderanno svolgere, definisce anche una proposta di gestione concertata in un’ottica di sviluppo per l’intero territorio.

La grande novità dell’accordo è rappresentato anche dalla predisposizione di un bando ad evidenza pubblica per individuare il “gestore unico dei servizi afferenti la fruizione del Castello”, che sarà espletato entro il 30 ottobre 2015, individuando il Comune di Avigliano quale stazione appaltante. Il castello diverrà così polo di attrazione turistico culturale e base di partenza per percorsi di trekking ed esplorazione del territorio circostante.

A questo punto finalmente il castello è di tutti gli aviglianesi e l’unica persona che rimarrà scontenta o forse no, è il fantasma di “Elena degli Angeli”, che vive nel castello, in attesa di poter incontrare il suo amato marito Manfredi e i suoi figli. Tant’è che al calar del sole, a volte si vede la sagoma di Elena vestita di bianco che si affaccia, nascosta dietro le tende, da una della finestre del Castello tenendo una lanterna in mano, con lo sguardo rivolto all’orizzonte per far luce all’amato Manfredi incarnato in Donato Pace avvolto dal manto ocra con il simbolo della Pro Loco in groppa al cavallo bianco, mentre si aggira all’esterno del castello anch’egli all’eterna ricerca della sua amata.

La tragica e appassionante leggenda si conclude con l’impossibilità di incontrarsi da parte di Manfredi (Pace) e di Elena (il castello) che così rimangono destinati, la prima a vigilare sul castello e il secondo a non gestire l’amato maniero da qui all’aldilà.

Morale della leggenda: avranno capito questi signori che è passato il tempo dell’arroganza e del potere dei presunti e inconsistenti feudatari e che siamo nel ventunesimo secolo dove esistono istituzioni e democrazia a garanzia dei cittadini e del territorio che lo abitano? Mah, speriamo bene.

30/06/2015 - autore: Enzo Claps
fonte: AVIGLIANONLINE.EU

I COMMENTI DEI VISITATORI
Maria Lorusso da Avigliano | 01/07/2015 - 07:11
? sorprendente che proprio un bue chiami cornuto l'asino. La verifica delle notizie che scrive Enzo Claps deve essere fatta da Aviglianonline. Non è vero che Repubblica e la Gazzetta del Mezzogiorno hanno pubblicato stronzate come afferma impunemente il domestico del Sindaco, l'unico a conoscere certi fatti. La controversia tra Demanio e Comunità Montana esiste e come. Come pure esistono diffide e risposte di valenti avvocati. Ma che scrive questo pennivendolo con licenza di diffamare chiunque non appartenga al cerchio magico del sindaco e dei suoi sostenitori (Gerardo Coviello, Domenico Tripaldi, Gianni Rosa...)? La smetta di fare il paladino delle minchiate! Siamo arrivati al punto che Enzo Claps è più credibile di Repubblica e della Gazzetta! Da informazioni dirette che ho attinto, non risulta che Mimi Salvatore e Donato Pace siano mai andati a Bari all'agenzia del Demanio, nè che Donato Pace abbia mai partecipato ad incontri con il Demanio in qualità di presidente della Pro Loco. Risulta invece che tra il Sindaco e la direttrice Dionisio non corre buon sangue da anni, altro che feeling d'amore. Perciò Claps la smetta di ripetere come un pappagallo informazioni fantasiose. Non mi risulta neppure che ci sia un interesse di Donato Pace a gestire il castello di Lagopesole con tutte le cose che ha da fare. Semmai sono altri ad avere interessi personali. Finora i sostenitori del sindaco che hanno gestito il Mondo di Federico II hanno preso dalla Comunità Montana fior di quattrini dalla Comunità Montana, mentre ora la Pro Loco gestisce il museo gratuitamente. Perciò si rassereni lo spocchioso e insignificante Pier delle Vigne dell'imperatore Summa al quadrato, che si guarda bene dallo scrivere che il museo narrante non funziona, che il museo dell'emigrazione e' fuorilegge (tutti vanti del sindaco durante la campagna elettorale), che il Comune di Avigliano è omissivo perché non fa pagare le tasse a proprietario e inquilini del Castello di Lagopesole...
ENZO CLAPS da AVIGLIANO | 01/07/2015 - 13:08
Vostra Eccellentissima, suor Maria Lorusso o forse meglio fra Leonardo o meglio ancora fra Donato che mi sta in cagnesco per quei quattro scherzi dozzinali e mi prendete in giro perché mi faccio beffe dei manigoldi, la ritrovo con perfetta tempistica, nuovamente in difesa del dirigente regionale nonché presidente della pro loco di Lagopesole, il grande Donato Pace che è tanto ma tanto preso da tutt'altre faccende affaccendate che pensare al castello. Diciamo subito che ho ricevuto una telefonata dall’Antipurgatorio. Dall’altro capo del telefono c’era l’anima di Manfredi, figlio di Federico II di Hohenstaufen, con tono incazzato mi ha chiesto di rettificare immediatamente l’accomunanza fisica e morale incarnata in Donato Pace. qui colgo l’Occasione per chiedere pubblicamente scusa a Manfredi. Cara/o Papessa/o ella/o afferma : “Da informazioni dirette che ho attinto, non risulta che Mimi Salvatore e Donato Pace siano mai andati a Bari all'agenzia del Demanio”, se sarà il caso lo chiederemo ai presenti a quell’incontro partendo con il chiederlo alla Direttrice del Demanio. Ora veniamo al pezzo forte, sempre “ellolla” afferma che: “il museo dell'emigrazione e' fuorilegge”. Diciamo subito che il museo è legale e non è ancora aperto al pubblico solamente perché si è in attesa del collaudo tecnico ed amministrativo non ancora emesso per colpa delle strani dimissioni (mi riservo di raccontare nei modi e nella tempistica strategica) del Responsabile Unico del Procedimento (RUP) che ha svolto anche le funzioni di direttore dei lavori. Provate ad indovinare chi è il RUP e DL? Ricordiamo che i lavori sono stati appaltati dalla Presidenza della Giunta Regionale e la ditta esecutrice dell’opera è la ETT srl di Genova, società tecnologica specializzata nello sviluppo di piattaforme e prodotti innovativi e multicanale per New Media e Smart Government. Per il resto: meglio essere un domestico pennivendolo spocchioso che non si ferma, si firma assumendosi ogni responsabilità delleproprie dichiarazioni invece che “lecca sederi” per convenienza che si nasconde o si fa aiutare. Ma pensandoci bene non tanto.
Maria Lorusso da Avigliano | 01/07/2015 - 19:19
Caro Imbecille, come ti permetti di annullare la mia persona pensando che possa fare da prestanome ad un non meglio precisato Leonardo o Donato, immagino Pace che ti dà tanto fastidio solo perché nato povero si è affermato per le sue indiscusse capacità professionali? Sei tanto spocchioso e pieno di te che vuoi essere capace addirittura di trasformare le tue bugie in verità assolute. Io ho chiesto agli interessati se siano mai andati a Bari nel mese di maggio ed ho ricevuto risposte negative. Che ora tu voglia perseverare rientra nella tua normalità. Sei accecato da invidia e da odio, ma soprattutto dal desiderio travolgente di difendere i tuoi foraggiatori d a spingerti oltre ogni limite di pudore. Tu che hai la poltrona e la stanza in Municipio vai a controllare se esiste un solo straccio di inizio lavori per il museo dell'emigrazione, se sono state osservate le prescrizioni della Soprintendenza, se esiste un nuovo direttore dei lavori, se è stato erogato un euro per l'opera inaugurata in pompa magna dal tuo amato sindaco? Dacci notizia però con date e protocolli, come quando ti passano delibere custodite in archivio e impolverate fino all'inverosimile. Dacci notizia se il Demanio e la Forestale hanno mai pagato le tasse al Comune con la complicità dei tuoi amati amministratori. E dicci quando paga invece il Comune per usare il Castello di Lagopesole. Quindi, caro pompato e pomposo Claps, pulisciti le vesti dall'invidia e non farti scrivere gli articoli da chi ne sa più di te e non ti permettere più di offendermi e di farmi apparire una donna diversa da quella che sono.
Enzo Claps da Avigliano | 01/07/2015 - 22:16
Cecata damm la man. Se hai le cosi dette "palline" metti la tua foto in bella vista e dimostrami che sei la Maria Lorusso che ho amato a mia insaputa in gioventù. Comunque come mia abitudine ti darò contezza dei fatti con atti e documenti. Io, farti apparire diversa dalla donna che sei, quanto mai, ci riesci bene da sola. Aviglianonline.eu, e' vero, da spazio a tutti (e questo sarebbe anche sacrosanto) ed in un mondo di persone mediamente intelligenti e mediamente istruite chi spara cazzate. Ed e' proprio qui il punto, gli ignoranti come te che scrivono senza saper distinguere la merda dalla cioccolata, hanno un seguito perché sono, purtroppo, lo specchio del livello dell'essere umano medio che e' decisamente basso. Un popolo di caproni ignoranti non potrà che ammirare e seguire caproni ignoranti. Lascio ad altri la riflessione sulle tue affermazioni e se per caso ti capitasse di incontrare nuovamente il povero diventato ricco ricordagli che le elezioni comunali le ha perse. Per il momento “Statt’ bona’” e a cuccia.
Donato Pace da Lagopesole | 02/07/2015 - 07:15
Entrambi siete pregati di non fare più il mio nome. Io i vostri non li faccio e non li farò mai. Mi hanno riferito che Aviglianonline pubblicava un'altra puntata della campagna mediatica contro di me e l'ho letta. D'ora innanzi eviterò anche la lettura. Ci saranno altri che la faranno al posto mio, con le prevedibili conseguenze.
ENZO CLAPS da AVIGLIANO | 02/07/2015 - 12:51
Il saggio è superiore alle offese e alle minacce: Ecco, caro Mimmo e cara Maria da oggi forse dovremmo preoccuparci a proposito dell’”innominato”. Nei suoi confronti doppiamo applicare il metodo del comandamento mosaico: “mai nominare il suo nome invano”. E chissà che non ce lo ritroviamo sotto gli occhi senza quasi nemmeno accorgercene. Questo è il Donato di Lagopesole, il redivivo della ignominia. Per il momento caro Mimmo ridiamoci sopra. Semper idem!
Maria Lorusso da Avigliano | 02/07/2015 - 22:14
Caro Donato, mi dispiace di averti nominato.. L'ho fatto a fin di bene, perché non tollero che un cretino possa continuare ad insultarti senza alcun motivo e sempre a sproposito. Non so che rapporti hai avuto con il pennivendolo di regime. Certo è che è ripugnante leggere tutto il fango che ti butta addosso. Ti conosco bene e so che viaggi su un'altra dimensione. So anche che non vuoi ribassarti a polemizzare con gli stupidi. Penso tuttavia che hai sopportato molto per continuare a non reagire. So anche che i buoni come te quando sbottano sono pericolosissimi e spero che tu possa farlo subito verso quanti credono di essere dei Golia della stupidità. Io al posto di Enzo Claps e di Cantalupo non riderei , nè sorriderei. Mi preoccuperei, invece, e abbastanza pure. Scusami di nuovo.
ENZO CLAPS da AVIGLIANO | 03/07/2015 - 07:16
Cretino perché credo: “Uno Nessuno e Centomila” e non ho dubbi, lo conferma l’indirizzo ip dinamico che ci troviamo nella scomposizione ad infinito della personalità e della "forma” umana che si riflette sia nello stile e sia nella struttura dell’innominato. Ad Avigliano vivono 3 Lorusso che si chiamano Maria del (58, 65 e 66) e 9 Marie accompagnate da altro Nome. Bellissima innominata Maria a breve avrai tutte le risposte alle tue domande. È grazie per l’avvertimento.

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