CONDANNE CONFERMATE PER I COMPONENTI DELLA BANDA CHE COSTRINGEVA I MINORENNI A RUBARE L’ORO DI FAMIGLIA

La corte d’appello ha inflitto pene comprese tra i 3 anni e 6 mesi e i 6 anni

POTENZA - Si è chiuso con la conferma integrale della sentenza di primo grado il processo d’appello a carico dei presunti componenti di una banda dedita alle rapine e alle estorsioni ai danni di alcuni minorenni, costretti a rubare l’oro di famiglia che veniva successivamente rivenduto presso i “Compro Oro” della città di Potenza. La corte d’appello di Potenza ha condannato a sei anni Ionut Efitmie Luchian, un 26enne rumeno accusato di aver organizzato i “colpi” da mettere a segno. Gianfranco Siesto, 47enne potentino, è stato condannato, invece a cinque anni. Per Antonio Siesto, 22 anni, la condanna a tre anni e sei mesi riguarda la tentata rapina effettuata in un’abitazione di via Rocco Scotellaro a Potenza. Il quarto imputato, Pasquale Giorgio, 23enne di Venosa, non ha invece appellato la condanna di primo grado ad un anno ed otto mesi. I quattro erano finiti agli arresti domiciliari nel giugno del 2012, al termine delle indagini condotte dai carabinieri. In primo grado, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato, era caduta l’accusa di associazione a delinquere. A far partire le indagini era stata la denuncia di un giovane di Avigliano, costretto a prelevare all’interno della sua abitazione, all’insaputa dei suoi genitori, un bracciale in oro dal valore di circa 4mila euro, che sarebbe stato poi consegnato presso la Villa del Monastero a Ionut Luchian ed Antonio Siesto e rivenduto presso un Compro Oro di Potenza. In alcune occasioni, le vittime sarebbero state individuate anche all’esterno di un istituto scolastico del capoluogo. Ci sono poi i capi d’imputazione relative a due rapine. Alla prima, effettuata in un appartamento del rione Malvaccaro a Potenza, avrebbero preso parte, con ruoli diversi, tutti gli imputati. All’interno dell’abitazione c’erano due donne, la proprietaria e sua nipote: entrambe furono spintonate, strattonate e minacciate, ma il colpo non andò a segno. Decisamente più cruenta la seconda rapina, effettuata la sera del 6 dicembre del 2011 in un bar di via Sabbioneta a Potenza, per la quale il giovane rumeno e Gianfranco Siesto erano stati arrestati dalla Polizia nel maggio dello scorso anno. Il secondo avrebbe fatto da “palo”, mentre sarebbe stato Luchian a fare irruzione nel locale, sempre con il volto coperto da un passamontagna. Con lui, un altro soggetto non identificato, con il volto travisato da una parrucca. Il titolare fu preso a calci e pugni e colpito ripetutamente alla testa con una pistola. Quella rapina fruttò un bottino di 2540 euro. Per le difese resta ora la strada del ricorso in Cassazione per provare a ribaltare il verdetto emesso ieri pomeriggio dalla corte d’appello di Potenza.
25/09/2015 - autore: F.D.V
fonte: LA NUOVA DEL SUD

Back