Un riconoscimento che mi ripaga di un lungo e duro lavoro nato dall'amore per la poesia
AVIGLIANO - «Il testo è la mia vocazione che sia scritto o interpretato». La lucana di Avigliano Mara Sabia pochi giorni fa ha ricevuto il prestigioso “Premio internazionale di Letteratura Alda Merini” a Brunate nella sezione 'Tesi di laurea e saggi" con la sua tesi “La rappresentazione manicomiale nella cultura manicomiale del Novecento italiano”. La giovane aviglianese laureata in Lettere Moderne all'Unibas. in realtà aveva già vinto il premio “Città dei per la sua tesi alla triennale sempre su Alda Merini con relatrice Annamaria Andreoli, massima esperta vivente di Gabriele D'Annunzio, già presidente della fondazione Il Vittoriale degli Italiani. Il premio Merini arriva su una tesi che lei stessa definisce dolorosa e sofferta, allarga il campo dazione rispetto al lavoro della triennale (relatore Andrea Torre e correlatore Maria Pia Ellero) ed arriva a. realizzare un lavoro straordinario durato due anni e mezzo, dove ha analizzato la rappresentazione manicomiale nella letteratura nel ‘900 in Italia: «C'è anche una comparazione Merini Campana: Merini torna alla vita grazie alla scrittura, Campana non scrisse mai più da quanto fu rinchiuso in una struttura - racconta Mara Sabia a il Quotidiano del sud- la Merini ringraziava sempre nei suoi scritti una psichiatra che si chiama Marcella Rizzo che pare l'abbia stimolata alla scrittura. Io sono stata a Pavia dove sono conservate diverse opere inedite della Merini, ho ricercato tutti gli scritti dedicati a Marclla Rizzo, questi lavori sono in pendice del mio lavoro di tesi». A proposito di poesie, lei ha pubblicato due raccolte con i suoi versi... «Sì, la prima si chiama “Giorni Diversi”, sono mie liriche da quando ero piccola fino ai 18 anni. Poi nel 2011 ho pubblicato “Diario di un amore” ed è una monografia di stampo erotico, tutte poesie dedicate all’amore ma non come una storia vera e propria ma un amore circolare. Adesso sto cercando di asciugare molto quello che scrivo, sto cercando di arrivare ad ima sorta di "parola senso”». Queste sue sensibilità artistiche l'hanno aiutata in questo lavoro di tesi molto lungo ed impegnativo? «E‘ stato un lavoro così duro e e pesante, sia per la materia incandescente, sia per la durezza del relatore e correlatore, che sono arrivata a crisi di panico. Se non ci fosse stato l’amore per la poesia e in particolare quella meriniana non ne sarei mai uscita». Cosa rappresenta per lei questo premio? «Proprio perché è stato un lavoro così sofferto, mi ha fatto bene questo riconoscimento. Come se tanta fatica e tanto dolore alla fine fosse stato in qualche modo ricompensato. E‘ un premio che mi ripaga di uno sforzo enorme che pensavo non fosse mai riconosciuto. Spero tanto di vederlo pubblicato, non solo per mettere a disposizione le mie ricerche ma mi piacerebbe vederla proprio inscatolata e chiusa , vorrei tenerla lì come ad impedirle di non fare più male». Qual è secondo lei il valore della parola? «Io dico sempre una cosa nei miei corsi di dizione: la parola pe-sa. La parola è fondamentale nella vita degli esseri umani, non solo perché ci distingue dagli animali, ma inventa mondi. La. parola è un dialogo anche con noi stessi. Noi di questo dialogo non possiamo farne a meno, parola e uomo sono quasi la. stessa cosa per me». Concludiamo. Cosa è per lei la Bellezza? «La Bellezza è ciò che dovremmo cercare tutti i giorni. Secondo me non abbiamo altri obiettivi. Anche nei momenti più bui ed oscuri il nostro tendere dovrebbe essere quello di andare a cercare un angolo di Bellezza. La Bellezza è qualcosa a cui tendo». |
01/10/2015 - autore: Francesco Altavista |
fonte: IL QUOTIDIANO DEL SUD - EDIZIONE BASILICATA |