Se ne è discusso al convegno di Rete di Imprese “Orti Lucani Piante Officinali”
POTENZA - Presentati nel convegno tenutosi nei giorni scorsi presso la Scuola di Agraria dell’Università degli Studi della Basilicata il “Contratto di Rete” e la costituenda Rete di Imprese “Orti Lucani Piante Officinali”, che si propongono di rilanciare il settore delle produzioni agricole lucane attraverso le attività legate alle erbe officinali e l’utilizzo delle piante spontanee. Si valorizzerà in tal modo una delle vocazioni principali del territorio lucano, offrendo nuova occasione di sviluppo. Il fine è creare un nuovo modello imprenditoriale, quello del “progettare globalmente sostenibile”, realizzando in Basilicata un’intera filiera delle erbe officinali che comprenda tutte le fasi: formazione professionale, produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti. Il progetto, nato dall’intuizione di utilizzare gli orti saraceni di Tricarico quale luogo strategico in cui realizzare il primo parco ecologico-letterario delle erbe officinali, rappresenta un nuovo modo di dialogare tra mondo accademico e imprenditoriale, ed è il primo esempio di progettazione integrata tra Ente Pubblico, Alsia, Fippo, privati, Cnr, Università di Basilicata e di Bari. E’ quanto ha spiegato Enza Spano, funzionario del Dipartimento Politiche di sviluppo della Regione Basilicata, che ha illustrato il progetto insieme all’avvocato Canio F. Muscio e al consulente aziendale, Gianluca Barnabà. Il primo ha illustrato gli aspetti normativi del Contratto di Rete, documento che lega le aziende aderenti con regolamenti solo per alcuni obiettivi, ma che lascia alle stesse piena autonomia identificativa, mentre Barnabà si è soffermato sugli aspetti tecnici e fiscali del Contratto come i finanziamenti e le agevolazioni per le Reti. La prima azione del progetto partirà a febbraio con la formazione professionale sulle erbe officinali rivolta agli agricoltori; i corsi si terranno nelle aule della Scuola di Agraria dell’Unibas, che, come ha sottolineato il professor Severino Romano, direttore del Dipartimento Safe, garantirà alla Rete di Imprese massima collaborazione, anche dal punto di vista logistico. Interessante l’intervento di Giulio Sarli, researcher Crn Pantanelli, che ha presentato una serie di ricerche sulle erbe officinali condotte in passato dal Cnr, mostrando una mappatura con corrispondenza tra tipi di erbe spontanee e territorio di vocazione; spiegando anche le straordinarie proprietà di alcune erbe, il cui settore di mercato è in forte espansione, con guadagni non facili ma interessanti, soprattutto se si manterrà il passaggio più importante della filiera: quello della trasformazione dei prodotti. Rocco Sileo, dirigente Alsia, ha illustrato le ricerche effettuate dall’Agenzia soprattutto nell’area del Pollino sui campi sperimentali, riguardanti prodotti specifici, al fine di valutare tutte le peculiarità delle erbe e vagliare la possibilità di portare avanti nel tempo tali colture. Importante anche il contributo del professor Vincenzo Candido della Scuola di Scienze Agrarie dell’Unibas che è intervenuto sulla concreta possibilità di sviluppare una filiera officinale lucana, presentando a supporto della sua tesi uno studio specifico sperimentale realizzato dall’Università sulla coltura dello zafferano in alcuni territori del Metapontino, in Val D’Agri, a Castelgrande e sulla collina materana, evidenziando i positivi risultati ottenuti. Il convegno ha destato grande interesse tra i numerosi presenti, con 30 sottoscrizioni al Contratto di Rete. Si può aderire alla Rete fino al 31 gennaio inviando una mail all’indirizzo segreteria.pol@libero.it.
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27/01/2016 - autore: Valeria Giordano |
fonte: LA NUOVA DEL SUD |