IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA

randagismo, è emergenza

Avigliano - Una “vera e propria emergenza, con riflessi sulla situazione igienico-sanitaria e della convivenza sociale”. Era il 2003, ed il sindaco di Avigliano Tripaldi usava queste parole, emanando un’ordinanza con la quale cercava di affrontare la questione, per definire il problema randagismo. Ovvero, il proliferare di cani, per lo più di grossa taglia, che vagano per le strade, in cerca di cibo assaltano i contenitori dell’immondizia spargendo rifiuti tutt’intorno, in determinati periodi dell’anno si inseguono, si rincorrono lungo le vie e i vicoli del paese. C’era una volta, fra le opere pubbliche in costruzione, di anno in anno definito come “completato al 50%”, poi al 60%, poi al 70%. Poi, non se ne è saputo più nulla. E il problema randagismo, ciclicamente, torna d’attualità. E investe tutto il territorio del comune. Il centro cittadini e le frazioni, dove “continua a destare –denuncia Vito Lorusso, consigliere comunale di “Insieme per Avigliano”, gruppo di minoranza in Consiglio comunale- seria preoccupazione per i cittadini, costituendo fonte di apprensione sia per i rischi che i cani randagi rappresentano che per l’assenza di qualsiasi controllo igienico-sanitario, a causa della mancanza di controlli da parte delle autorità competenti”. Un esempio dell’incancrenirsi del problema: La stazione di Possidente delle Ferrovie dello Stato. Dove, spiega Lorusso, “tanti lavoratori e studenti che di buon mattino si recano a prendere il treno in diverse circostanze sono stati costretti a fronteggiare, non senza preoccupazione, gli atteggiamenti aggressivi degli animali, che causano stazionano nei locali incustoditi della stazione”, impresenziata, come la quasi totalità delle stazioni ferroviarie della Basilicata, “con i conseguenti pericoli che ne derivano per la loro incolumità”. Ma è, questo, solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare di una situazione che, accusa ancora Lorusso, “colpisce anche anche altri animali domestici come pecore e galline, più volte aggrediti dai branchi di cani”. Insomma, un fenomeno che crea forte allarme sociale, “e al quale –attacca il consigliere del centrodestra- l’amministrazione comunale non riesce far fronte, non mettendo in atto nessun provvedimento nonostante i tanti proclami e gli impegni più volte assunti”. Dalle ordinanze emesse dal sindaco sono passati quattro anni e la soluzione del problema sembra essere ancora molto lontana, “anche in considerazione del fatto che –spiega Lorusso- il definitivo completamento del canile comunale sta diventando un miraggio, e non si comprendono i motivi di tali ritardi. La definitiva soluzione del diffuso randagismo non può prescindere dal completamento di una struttura che consentirebbe il ricovero in situazioni ottimali dei cani catturati. Le problematiche connesse al randagismo sono diverse e complesse, a cominciare da una sensibilizzazione dell’opinione pubblica che possa modificare atteggiamenti deprecabili, quali la diffusa pratica dell’abbandono dei cani, specie nella stagione estiva, da parte dei legittimi proprietari. E’ anche vero, però, che una comunità civile deve prendere i provvedimenti necessari ad evitare rischi igienico-sanitari per la cittadinanza e a tutelare e salvaguardare l’incolumità pubblica, assicurando nello stesso tempo agli stessi animali una assistenza veterinaria dignitosa, quello che solo un efficiente e moderno canile può garantire”. Giancarlo Tedeschi
01/07/2007 - autore: anonimo
fonte: IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA

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