IL CONSIGLIO DI STATO «LIBERA» IL MINI-EOLICO

Bocciati nove ricorsi del Comune. Le pale circondano la città

Il Consiglio di Stato «libera» le pale eoliche. E il Comune di Potenza perde su tutti i fronti. Gli aerogeneratori che stanno letteralmente «circondando» il capoluogo resistono a nove ricorsi del Municipio su progetti del cosiddetto «mini-eolico», vale a dire impianti della potenza inferiore a 200 kw. Dopo aver vinto la «battaglia» in primo grado al Tar, dunque, le società che gestiscono gli impianti incassano il giudizio finale che va a loro favore e taglia fuori il Comune da qualsiasi altra iniziativa finalizzata a «stoppare» l’avanzata delle pale. I potentini, soprattutto quelli che abitano nelle contrade teatro dell’installa - zione, dovranno abituarsi a uno scenario dominato da totem invadenti. E pericolosi, come dimostrano i recenti casi di eliche scaraventate a terra dal vento. Proprio quel vento che consente di far funzionare l’aerogeneratore. È accaduto a Castelsaraceno, a Savoia di Lucania, a Satriano e, ultima vicenda in ordine di tempo, ad Avigliano (si veda la Gazzetta di ieri). È vero, è un’eventualità remota, ma c’è anche la possibilità che le grandi eliche possano sganciarsi: un conto è finire la loro «corsa» in aperta campagna, un altro è rischiare di travolgere abitazioni situate a un tiro di schioppo. Ed è uno dei temi su cui il Comune ha focalizzato l’attenzione nei suoi ricorsi, sapendo che a livello puramente normativo avrebbe trovato un muro invalicabile. In sostanza, gli uffici tecnico e legale erano consapevoli di un responso negativo, ma si è voluto così mettere nero su bianco in relazione a possibili incidenti (incrociamo le dita). D’altra parte, le procedure di autorizzazione del «mini-eolico » hanno un percorso piuttosto agevole: basta appellarsi alla Pas (Procedura Abilitativa Semplificata) per aprire un cantiere. Trascorsi trenta giorni dalla presentazione al Comune scatta il via libera ai lavori senza che il progetto venga sottoposto a verifica ambientale. Con tutta probabilità la semplificazione estrema delle procedure è stata decisa dal legislatore per favorire sul territorio la diffusione di questi impianti nel mondo agricolo. Ma siamo certi che gli aerogeneratori, sistemati a poca distanza l’uno dall’altro, formando un vero e proprio parco eolico, abbiano rispettato la loro «mission»? Partendo dalla considerazione che la legge regionale prevede l’assoggettabilità a Via di impianti della potenza complessiva di 200 kw, sorge inevitabilmente un dubbio: molte delle pale del «mini-eolico» sono riconducibili a un unico operatore e collegate a un solo punto di connessione, finendo per superare la soglia prevista per la richiesta di Via. E allora? Oggi nel territorio potentino, lo ricordiamo, sono oltre 180 le pale già installate, tutte smarcate dalla valutazione di impatto ambientale (Via) perché comprese tra i 60 e i 200 Kw. Sono, di fatto, sottratte a ogni controllo di natura pubblica. In Basilicata come nel resto d’Italia. Ecco perché occorrerebbe intervenire a livello legislativo e politico, magari prevedendo una «moratoria» di tutte le autorizzazioni, fatta eccezione per gli impianti proposti realmente da soggetti dediti all’agricoltura.
12/02/2016 - autore: Massimo Brancati
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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