IN COMUNE SI GIOCA AI PUFFI

Bufera mediatica sull’Amministrazione. Scoppia il caso“Smurf’s Village” sul profilo Twitter. Ironie e commenti sui dipendenti comunali. Da Palazzo di Città provano a sminuire, ma è bagarre. Vigilante presenta un’interrogazione.

POTENZA- Una «figuraccia » che ha fatto il giro d’Italia. Protagonista il Comune di Potenza e - forse - qualche dipendente che passa il tempo a giocare. Proprio così. A Palazzo di città c’è chi anzichè lavorare costruisce il villaggio dei Puffi. La notizia ha fatto il giro della rete ieri dopo un insolito cinguettio di Selvaggia Lucarelli, giornalista e blogger che ha postato uno screenshot tratto dal profilo twitter del capoluogo lucano con un messaggio ben preciso: “Il comune di Potenza sta meditando un nuovo piano urbanistico per fare concorrenza a Matera e i suoi sassi: vuole costruire un villaggio dei Puffi. (p.s. Magari se giocate a Smurf’s collage con l’account del comune, date un’occhiata a Twitter eh)”. Un tweet che ha scatenato una valanga di commenti, non proprio teneri, molti dalla Basilicata e da Potenza. Tutti dal tono ironico e indignato verso i dipendenti pubblici che “passano il tempo a giocare”. Un tema che da mesi, con i casi nazionali dei furbetti del cartellino, attira inevitabilmente levate di scudi specie da chi un posto di lavoro fisso e ben retribuito non ce l’ha. Insomma una «figuraccia ». “Qualcuno spieghi al Comune -ha tuonato Lucarelli- che è l’applicazione che scrive il tweet in automatico dopo che qualcuno ha giocato ai puffi con l’account del comune”. Il gioco dei Puffi su Twitter consente di aiutare i pupazzetti azzurri a trovare un posto da chiamare casa e per aumentare i punti-gioco degli utenti iscritti al social network con segnalazioni e condivisioni (spesso per aumentare l’hype dei giochi, vengono previste ricompense di questo genere per chi ne condivide la url play o Apple store). Dietro il profilo del Comune di Potenza ci sarebbe qualcuno che avrebbe pensato di condividere il messaggio. Solo che invece di farlo con i suoi profili, l’ha fatto con il profilo Twitter dell’Amministrazione. Dopo la “denuncia” della giornalista non è tardata la risposta del Comune di Potenza. “Essendo giunte più segnalazioni riguardo a tweet pubblicati, inerenti ad applicazioni per bambini, che riportano come autore il Comune di Potenza, si specifica -è sottolineato nella nota diffusa dal Comune attraverso i social network- che gli stessi non sono stati redatti da personale municipale o utilizzando computer in uso all’Amministrazione e che l’ufficio Ced municipale sta provvedendo alla verifica dell’anomalia”. L’account Twitter del Comune di Potenza, ricordiamo, è gestito dall’ufficio stampa e dall’Ufficio informatico. Gli utenti facebook hanno però fatto notare che l’anomalia- come l’ha definita il Comune- si era già verificata anche il 31 gennaio il 4 febbraio scorsi. “Da quando li obbligano a timbrare regolarmente e stare in ufficio...devono pur occupare il tempo in qualche modo” - uno dei commenti ironici. Ed ancora: “Questo è quello che succede quando la gente ha troppo tempo libero per puffare”. Ad intervenire sulla questione - poi - il consigliere comunale Antonio Vigilante della Lista civica per la città. “Sebbene, in un primo momento, può essere sembrato divertente leggere che ”il Comune di Potenza gioca a Smurf’s Village”, mi sono reso conto della portata mediatica di quando accaduto, di certo non migliorativo dell’immagine del comune capoluogo. È bene ricordare che, secondo il Dipartimento della Funzione Pubblica, nel “Vademecum Pubblica Amministrazione e social media”, è opportuna una speciale attenzione in materia, specie con riguardo alle modalità di gestione degli account istituzionali, e in particolare è necessario prevedere procedure operative, procedimenti autorizzativi e prassi collaudate. Questo, proprio al fine di evitare incidenti come quello appena accaduto e subito finito agli onori del gossip nazionale, che, oltre a costituire un danno per l’immagine dell’istituzione costituiscono utilizzo abusivo di risorse dei cittadini. Sarebbe opportuno, naturalmente, che sul punto si intervenga con la previsione di ruoli chiari e definiti nella gestione dei diversi account, e con l’individuazione di centri di responsabilità. Per questo, considero -ha continuato Vigilante- un obbligo da parte mia sottoporre all’amministrazione un’interrogazione per far luce sulle responsabilità dell’errore”.
16/02/2016 - autore: Redazione
fonte: LA NUOVA DEL SUD

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