Consegnate 576 firme per la stele
Avigliano - Ecco il simbolo della civiltà contadina che a fine anni ottanta, poteva essere ammirato dai cittadini aviglianesi. Un tempo spuntava nello storico quartiere “Basso la Terra”, ma cosa ne resta oggi? Tra la vegetazione diventa davvero difficile scorgere i due piloni che svettavano a sud del comune a circa cinquanta metri, in linea d’aria, dal luogo in cui sono abbandonati. Le due stele sorreggevano il cancello d’ingresso della villa di proprietà della famiglia Corbo e furono smantellate, più di vent’anni fa, al fine di consentire la realizzazione di un villaggio residenziale in via Aldo Moro. Al termine dei lavori, però, nonostante le istanze degli abitanti del quartiere e delle associazioni culturali - tra queste, l’associazione aviglianese l’Abete - i due pilastri non furono ricollocati. «Oggi, quest’emblema della civiltà contadina è accantonato a poche decine di metri dal luogo originario e molti sembrano averlo dimenticato» - fa notare il presidente dell’Abete, Carmine Ferrara. «E’ importante recuperare le stele che ora sono sul suolo pubblico, anche per far sì che quello spazio, adesso occupato dai pilastri, venga utilizzato per fare altro» - conclude Ferrara. Sono in molti a ricordare bene i due piloni del cancello Corbo. Ovviamente, i più giovani abitanti del quartiere “Basso la Terra”, non hanno mai visto le costruzioni in pietra simbolo di una società arcaica. Ma le stele aviglianesi, erano collocate in un luogo tra mitico e reale, che resta vivo nei ricordi d’infanzia di molti cittadini, che hanno fatto del “Cancello di Corbo” il teatro dei loro giochi. Le amministrazioni che si sono succedute in questi anni, invece, non hanno più pensato a riportare le stele nel luogo originario e, nonostante le richieste di ripristino da parte dei residenti, hanno abbandonato l’idea di riedificare tale simbolo. Gli abitanti del quartiere non si arrendono e dopo aver consegnato 576 firme con una petizione popolare, portano all’attenzione dell’attuale amministrazione la vicenda degli antichi piloni. Dunque, la speranza è sempre quella di poter ancora ammirare il simbolo di una comunità e si spera che, presto, ci sia una cerimonia inaugurale. |
23/10/2012 - autore: Antonella Rosa |
fonte: IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA |