OLTRE I CONFINI DI RIONERO IN VULTURE

Intervista con Vicenzo Di Lucchio candidato sindaco per la lista Rionero #Cambiamoinsieme

Vincenzo Di Lucchio un giovane avvocato, figlio di artigiano e insegnante, nato a Torino ed emigrato in Basilicata, perché i genitori credevano in questa terra. Ha 37 anni, esperto in diritto bancario , collabora con due società di consulenza finanziaria e aziendale, mediatore civile, percorso politico sinistra giovanile e dopo PD. Già consigliere comunale primo eletto candidati PD, padre di due bimbi. E’ candidato sindaco della lista Rionero #Cambiamoinsieme

Candidato sindaco a Rionero in Vulture; la comunità ha un illustre passato ed anche importante nella storia politica ed istituzionale lucana e non solo; penso ai due Giustino Fortunato. Iniziamo a dire come nasce la sua candidatura e che esperienza ha maturato?.

La mia passione politica ha radici abbastanza lontane, ho iniziato da giovanissimo: sono sempre stato impegnato nel sociale con ideali di vera sinistra. Da quando sono militante del PD e consigliere comunale ho comunque cercato di contrastare una certa sinistra che non ho mai sentito mia in particolare quella estrema di Rionero. Potere messo in campo con complice omissione di quasi tutte le opposizioni, sempre assenti. Antonio Placido deputato alla camera di SeL, ha poi a mio parere si è servito di politiche criticabili. Come forse Lei sa ha, tra le altre cose, preferito non optare per nessuna delle due cariche (sindaco e parlamentare) e con un emendamento dell’ultima ora ha risolto il problema dell’incompatibilità mantenendo le due poltrone ma, sempre a mio parere, non sedendosi su nessuna delle due contribuendo anzi dando la mazzata definitiva per il degrado cittadino.

Insomma si candida come l’anti Placido?

Penso sia riduttivo dire che mi candido come anti Palcido. Rionero è stata egemonizzata da una eccessiva sottomissione culturale a lui ed è rimasta ferma per diversi anni, questo è un dato di fatto sotto gli occhi di tutti. Il problema vero è che Placido ha ricoperto due mandati ed in dieci anni non è riuscito ad attuare alcuno dei punti programmatici promessi. Uno dei suoi cavalli di battaglia, ad esempio, era il Parco del Vulture, progetto con modifiche da ultima ora e senza visione strategica. Questo la dice lunga su come abbia gestito le politiche del turismo: infatti Legambiente, Ente Parchi e WWF hanno espresso un parere assolutamente duro sul Parco a “formaggiera” o se “vuole a macchia di leopardo”.

Però Di Lucchio questo è il passato parliamo del presente

Un presente molto simile se non peggiore del passato se dovesse passare la linea della cosiddetta continuità ed il ventilato “progetto città che non va interrotto” e che ancora non si capisce cosa sia stante il degrado visibile a tutti.. Ancora oggi Placido continua a mettere la sua faccia su questo progetto con la lista di Di Toro, presenziando pubblicamente agli eventi e con la solita demagogia ed ho saputo, tra l’altro, che ha addirittura concluso la kermesse di presentazione della lista tanto per mettere il suo marchio sulla stessa. Guardi le dico che in dieci anni di mandato, nonostante la legge lo prevedesse, nessun bando è stato rivisto al ribasso: abbiamo speso molto di più di comuni limitrofi peraltro più grandi. E poi nessuna politica dello sport, nonostante i project financing proposti, per una avversione verso il privato che investe nel pubblico. Però in questo devo dire che è stato anche lui condizionato da un alleato della sinistra estrema. Mettiamola così anche Placido ha avuto chi lo ha condizionato per alcune vicende amministrative e di assetto politico della Giunta. La stessa forza politica che ora egemonizza la lista a noi avversa. Io, il consigliere Rino Cammarota, eletti ne PD, ed il consigliere Nicola Giansanti dei socialisti ed altri amici con cui condivido un progetto e degli ideali, ci siamo ribellati a questo sistema, a questa impostazione, perché venivamo messi sistematicamente da parte. Messi da parte perché troppo liberi. Ci ha dato manforte l’unico consigliere comunale che faceva opposizione, Antonio Spadola, un amico del Gruppo Riformista Indipendente, ed insieme con Realtà Italia (il movimento lanciato da Emiliano), con NCD-Area Popolare, con esponenti della società civile e dei ragazzi volenterosi associati in Rionero 2.0 abbiamo creato un gruppo di lavoro per fronteggiare questa armata che da anni è al comando senza produrre nulla. Anche questa volta sarà difficile poiché, nonostante il malcontento, Placido ha messo insieme una lista ambidestra, cioè che si serve sia della destra che della sinistra, e di tutte le mancate opposizioni che ha ricevuto. Mi rammarica la posizione di una parte di amici del PD che aveva giurato di rivendicare il sindaco urlando più volte nel Circolo che mai avrebbero accettato la canditura Di Toro ed invece piuttosto che appoggiarmi o proporre un nome che unificasse il Partito come avevamo proposto, io mi sarei fatto da parte, si è schierata con chi ha negato il sindaco al PD perfino nella figura del Vice di Placido per dieci anni, Ed ora dove sono? Quando si dice che nella vita ci vuole fortuna!

Ma il progetto della sua lista? Andiamo nel concreto

Il nostro è un progetto semplice ed allo stesso tempo “ambizioso” vogliamo diminuire il gap tra politica ed amministrazione per mezzo di una reale forma di Democrazia Partecipata, con l’istituzione dei Comitati di Quartieri che confluiscano in una Assemblea Cittadina che possano fare eco, in Giunta e Consiglio, dei problemi della gente. I borghi di Rionero sono abbandonati e non esiste più un centro storico. Allora ci proponiamo l’obiettivo di risolvere, subito, il problema della scuola, e su questo ci mettiamo la faccia e tutto il nostro impegno: una squadra di lavoro ha già studiato le soluzioni congeniali al caso. Non è un cavallo di battaglia ma semplicemente una priorità dovuta alle contingenze: la scuola, il luogo dove si formano i bambini, merita particolare attenzione ed i genitori, nel loro mestiere difficilissimo di padri e madri, meritano tranquillità. E poi, digitalizziamole queste scuole, apriamo i ragazzi alle culture di tutto il mondo ai nuovi sistemi di apprendimento, l’ADSL è una struttura primaria e non più un miraggio. Apriamo le scuole al futuro ma sempre nel rispetto delle tradizioni: coinvolgiamo gli insegnanti e gli alunni nelle organizzazioni di grandi eventi popolari, come il Carnevale, la Via Crucis, la Parata dei Briganti. E, sempre in tema di eventi: riportiamo Vulcanica a Monticchio, incrementiamo le visite ad Aglianica. Ed ancora, la storia dei Briganti di Rionero è raccontata a Brindisi di Montagna: riappropriamoci della nostra storia e riportiamola a Monticchio: osiamo con ambizione, “sfidiamo” la Grancia.

Ed invece sulle proposte meramente amministrative?

Miriamo alla revisione di tutti i bandi pubblici, ed allo spacchettamento di tutti i servizi come verde, mensa, illuminazione che incidono gravemente sul bilancio. Occorre una nuova gestione dei rifiuti efficiente ed economica, mirando al 65% consigliato: una gestione che sia frutto di uno studio effettivo e non frettoloso come quello che ho visto proporre da colleghi del mio partito di poco polso. Vorremmo ripopolare la piazza ed il centro storico, ormai divenuto preistorico, con innovazioni tecnologiche ma con il rispetto, quello sì, della memoria storica: il WiFi in Piazza Fortunato ed in biblioteca è fattibile e costa quanto alcuni sprechi incontrollati, aboliamoli e concediamo la rete internet: simbolo di accrescimento culturale ed apertura al mondo. Ecco ciò che ci prefiggiamo di fare: far tornare i nostri giovani, parlare alle loro anime, ridare il sorriso ed una speranza. Valorizziamo la cultura a differenza del passato che ha abbandonato un sito archeologico ed omesso la consegna di una struttura (ex Macello) alle attività ricreative e culturali dei giovani.

Insomma dal programma si nota una propensione al potenziamento della cultura e del turismo, ma servono anche risorse e si sa che gli Enti Locali hanno subito un decennio di tagli

Il programma è quello di favorire le aggregazioni culturali per mezzo della valorizzazione di centri come il Teatro c.d. “la Piccola”, la consegna del centro “Visioni Urbane. E poi vorremmo una vera e propria politica del turismo, captando fondi per investimenti infrastrutturali, perché noi abbiamo le qualità, i prodotti, i paesaggi, ma non abbiamo le strade, non abbiamo la cassa di risonanza: chi viene si innamora e ci ritorna, ma vengono ancora in pochi. Allora facciamo un vero Parco del Vulture, , un Parco Naturale che porti turismo ma anche che sia un biglietto da visita per chiunque voglia esportare i prodotti della nostra zona a partire dall’aglianico per finire all’olio, senza tralasciare le eccellenze casearie o gli insaccati. E poi, diciamo basta, a queste politiche obsolete; i mezzi ci sono ed uso uno slogan un tempo utilizzato dalla sinistra “La Fantasia al Potere” invece del grigiore amministrativo e burocratico che fin qui hanno dimostrato gli amministratori uscenti. Se l’amministrazione avesse i fondi sarei d’accordo alla pubblica gestione di tutto, ma in assenza di fondi è stato studiato il project financing che è uno strumento che permette il controllo pubblico sull’investimento privato con garanzia di prezzi accessibili a tutti: e così potremmo avere un nuovo centro sportivo all’avanguardia, per anni negato dalla giunta Placido, in questo caso con il condizionamento che le dicevo prima. Questo solo per fare uno dei tanti esempi con i quali si potrebbe rispondere alla sua domanda. Vogliamo valorizzare la nostra zona e le nostre eccellenze, compreso il CROB, ospedale specialistico di primissimo livello e fiore all’occhiello della Sanità lucana e meridionale. Il nostro programma non è nulla di “marziano” o impossibile. Solo riproponiamo un ritorno alla normalità, alla legalità. Torniamo ad essere città.

Certamente Di Lucchio, però una ultima domanda; ormai le politiche locali si fanno anche su scala intercomunale. Non Basta solo Rionero ma deve essere tutto il Vulture a trovare una politica comune per l’area, se si resta marginali. Penso alla sfida per la Potenza Melfi oppure ai trasporti ferroviari della Potenza- Foggia troppo lenti per un mondo ed una economia che va a velocità sempre maggiori, Così per l’economia, il turismo ed altro

Certo. Convengo con Lei che Rionero da solo non basta e lo sviluppo della politica intercomunale alla luce delle normative ed anche della possibilità di accesso a finanziamenti europei credo debba passare obbligatoriamente attraverso lo strumento dell’Unione dei Comuni. Mettere in rete i servizi che certamente consentiranno di economizzare le spese e far si che le risorse risparmiate vengano indirizzate su altre progettazioni, Quindi concentrare le forze per la realizzazione interventi strutturali che interessano tutte le comunità. Lei ha citato la Potenza - Melfi. Quest’arteria ha bisogno di una messa in sicurezza questo è fuor di dubbio ma io le segnalerei anche l’Oraziana. Se ne parla da lustri ed è sempre incompiuta quasi come la Salerno - Reggio Calabria. Sarà ora che venga completata perché è una direttrice importante tra Venosa e Monticchio, due località con attrattori turistici di prim’ordine. Rionero è al centro di queste due località e sviluppando turismo sulle prime due ne può trarre giovamento con i servizi che può sviluppare ed offrire oltre che con alcune sue attrattive da valorizzare come ad esempio la Biblioteca Fortunato, il Museo del Brigantaggio, la zona archeologica di Torre degli Embrici per citarne alcune di primo impatto. Però le dico anche con estrema onestà intellettuale che tutto questo è possibile con il lavoro costante e non con una formula magica. Ed il lavoro ha anche bisogno del suo tempo e se non ci fosse stato chi ne perso tanto oggi forse racconteremmo un’altra storia.

22/05/2016 - autore: Leonardo Pisani
fonte: IL MATTINO DI FOGGIA

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