NO ALLA CENTRALE DELLA TERNA IN CONTRADA LAVANGONE

I cittadini delle frazioni circostanti hanno promosso una raccolta di firme

Hanno già raccolto numerose firme, ma non si fermeranno perché l’obiettivo è quello di bloccare il progetto di costruzione di una nuova centrale elettrica Terna in contrada Lavangone, nel comune di Potenza, a ridosso delle frazioni Ciccolecchia e Lazzi e Spilli di Avigliano. Promotori della petizione sono gli iscritti dell’associazione «San Nicola» che hanno inviato una lettera al sindaco di Avigliano per invitarlo, quale massimo rappresentante dei cittadini delle frazioni interessate alla vicenda, ad organizzare, con la massima urgenza, un incontro presso gli uffici regionali. I rappresentanti dell’associazione hanno chiesto al primo cittadino che al tavolo prendano parte, oltre ai sindaci di Potenza e Pietragalla, ed il presidente della Regione Basilicata, anche quegli organi tecnici regionali che hanno rilasciato tutti i pareri favorevoli alla costruzione della centrale, la società Terna che realizzerà l’opera e la società «Serra Carpaneta 2» che ha chiesto l’autorizzazione unica per il parco eolico, nel cui progetto era compresa la sottostazione poi volturata alla società Terna. «Ci stiamo battendo affinchè venga revocata l’autorizzazione alla costruzione della sottostazione - spiegano i promotori della petizione - e la stessa venga spostata in una zona disabitata considerate le carenze riscontrate nella valutazione ambientale da parte sia dei soggetti proponenti che degli organi amministrativi che hanno rilasciato i pareri favorevoli alla costruzione ». Il progetto della stazione elettrica, ricordano i cittadini delle frazioni di Ciccolecchia, Lazzi e Spilli e San Nicola, tutte nel Comune di Avigliano, e di contrada Lavangone di Potenza, interessa una zona a forte incremento demografico per la particolare posizione logistica dove è già presente, ad una distanza di circa 500 metri, una grossa centrale Enel denominata «Cp Avigliano» che «ha già creato e crea grossi ostacoli allo sviluppo armonico della zona per la sua esistenza e la presenza degli innumerevoli elettrodotti di alimentazione e derivazione posti in prossimità della stessa». I promotori della petizione evidenziano anche il fatto che «il progetto è stato calato dall’alto per favorire soprattutto gli investitori stranieri nella realizzazione di parchi eolici che sfruttano gli incentivi pagati da noi cittadini che, senza essere preventivamente consultati, ci ritroviamo questi scempi accanto alle nostre case ». Di qui la decisione di raccogliere delle firme per bloccare il progetto. «Una stazione elettrica non è un pozzo di petrolio che deve essere per forza realizzato dove è presente il giacimento ma può essere spostata in zone aperte prive di interferenze residenziali. Allora ci chiediamo: perchè non sono stati valutati siti alternativi lontani dai centri abitati visto che le norme lo prevedono?».
01/06/2016 - autore: Alessandro Boccia
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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