VENTUNO ANNI DI MATURITÀ PER IL CORTEO

Avigliano, il bilancio della “Sfilata dei turchi” di San Vito. Le associazioni “San Vito Martire” e “Aps Terra”: chiediamo aiuto alle istituzioni

AVIGLIANO - Ventuno anni. Un tempo sufficiente per stilare bilanci. Fino a una quarantina di anni fa il crinale da superare per approdare alla maggiore età, alla maturità. Quella che, al ventunesimo anno della sua nuova vita, il “Corteo storico di San Vito” (o, se preferite, la “Sfilata dei turchi”) dimostra di aver pienamente raggiunto. Al netto di qualche sfasatura, probabilmente inevitabile quando a mettersi in moto è una macchina organizzativa così complessa, l’edizione 2016 del Corteo ha confermato il livello al quale oggi si colloca un evento che, fra storia, tradizione e leggenda, si intreccia fortemente con le origini stesse della comunità aviglianese (l’episodio raccontato da Vincenzo Claps nella sua storia di Avigliano, della perdita in combattimento della nave con cui era giunto in Italia dall’Oriente il gruppo di persone che poi, rifugiatosi in una zona di collina, avrebbe formato il primo nucleo abitativo del paese) e con la sua cultura (il racconto minuzioso e ricco di dettagli che ne dà Tommaso Claps in una delle novelle della sua raccolta “A piè del Carmine”). Ventuno anni dopo si rivela un’intuizione particolarmente felice quella di chi volle tirar fuori dagli armadi un’iniziativa che, anno dopo anno, è andata arricchendosi sempre più di gruppi (anche quest’anno, come avviene ormai da un po’ di tempo, arrivati ad Avigliano non solo da altri centri della Basilicata ma anche dalle regioni vicine, a conferma della presa sempre maggiore che l’evento riesce a riscuotere) e di figuranti, che riempiono l’intera serata della vigilia della prima delle feste patronali di Avigliano con un corteo ricco di suggestioni che attraversa le vie principali della città nella loro interezza. Arricchito, da un paio di anni, dalla presenza di un gruppo di sbandieratori interamente formato da giovani aviglianesi, che dà un tocco di “aviglianesità” (ci si perdoni il neologismo) in più alla manifestazione e sembra poterne assicurare anche un futuro per il quale, sottolineano le associazioni “San Vito Martire” e “Aps Terra”, sarebbe auspicabile un coinvolgimento maggiore dei livelli istituzionali al fianco dei volontari che formano il nucleo portante dell’organizzazione. Finito un corteo, è già tempo di pensare al prossimo. E allora, un breve riposo, poi sarà già tempo di mettersi al lavoro per la sfilata 2017. Perché organizzare un evento così complesso è impresa tutt’altro che semplice. E ancor meno lo è riuscire a mantenere uno standard qualitativo come quello che il Corteo ha saputo raggiungere nel corso degli anni.
21/06/2016 - autore: Giancarlo Tedeschi
fonte: LA NUOVA DEL SUD

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