LA CITTA' OSCOLUCANA DI MONTE TORRETTA. INTERVISTA CON L'ARCHEOLOGO LUIGI ZOTTA

L'antico insediamento fortificato rilavale al VII secolo A.C

E’ una piccola zona chiamata in dialetto aviglianese “la città r’ Lu Ruch”, il Duca perchè apparteneva al Duca di Casalaspro , abitata da coloni aviglianesi ma facente parte del Comune di Pietragalla. Una località difficile da raggiungere, posta a circa 1074 metri sulla cima del Monte Torretta, vi si arriva percorrendo il tratto della SS 169 fino in località San Nicola di Pietragalla per proseguire lungo la Potenza - Melfi, uscita San Giorgio di Pietragalla, seguendo poi a piedi un lungo tratturo irto e dal panorama mozzafiato, con un selciato di pietre lisce ed incastonate si arriva lì.. a lu Ruch..
Cosa ha di speciale quel luogo? Conosciuto da sempre e nel quale chi aveva necessità di materiale edilizio per rafforzare la masserie di campagna andava a procurarsi pietre squadrate e marmi. Fu proprio un contadino ad avvisare nel lontano 1956 l’archeologo Francesco Ranaldi di questo luogo particolare.
In realtà il sito aveva già attirato le attenzioni dell’ex Proprietario alla fine dell’800 - dal quale prende il nome nel dialetto- il Duca di Casalaspro, mentre poco prima i contadini del luogo avevano ritrovato tre preziosi bronzi, ovvero due statuette raffiguranti Eracle (Ercole) in lotta contro l’Idra ed un candelabro che consegnarono agli studiosi. Un sito archeologico di notevole valore, abbastanza esteso e interessante, esso conserva un patrimonio ancora tutto da scoprire; all’inizio era una munita roccaforte e quindi centro fortificato per il controllo del territorio e centro di avvistamento per la sua posizione strategica ed allo stesso tempo dominante. Poi, dal IV secolo a.C. viene cinto da mura, costruite con enormi blocchi di pietra, aventi uno sviluppo longitudinale di quasi 4 Km. Nella parte alta è sita l'acropoli, cinta da mura ad opera quadrata.
Importanti ritrovamenti nell'abitato hanno messo in luce resti di un tempio, alcune tombe e statuette femminili (il materiale è custodito presso il museo provinciale di Potenza).
Si riscontra la presenza di grandi depositi di acqua a cielo aperto, utilizzati per uso agricolo con forma ovale di dimensione pressappoco 20 x 20 metri e profondità di metri 1,50.
Fu una delle tante città di quel popolo fiero e guerriero che furono i Lucani, capaci di costruire città e di conquistare città della Magna Grecia , di combattere i romani ma anche di avere una raffinata arte, di mantenere la lingua osca ma usare l’alfabeto greco.

Ne parliamo con il dott. Luigi Zotta archeologo specializzato e guida turistica della Regione Basilicata. Dopo la formazione universitaria a Firenze in archeologia classica ha compiuto esperienze all'estero in qualità di assegnista di ricerca presso l'Istituto di Archeologia dell'Università di Zurigo ed ha usufruito di soggiorni di studio presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene. Il dott. Zotta è stato membro di diverse équipes scientifiche di Università italiane e straniere che conducono campagne di ricerca e indagini archeologiche sul territorio nazionale. Ha pubblicato articoli scientifici e saggi su riviste specialistiche e collabora con istituzioni, associazioni ed enti impegnati nel campo della ricerca, tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale. Dal 2015 è Referente Regionale per la Basilicata dell’area cultura e innovazione del Comitato Giovani della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e svolge presso la Soprintendenza Pompei un tirocinio all’interno dell’Ufficio UNESCO per l’implementazione del Piano di Gestione.



Dott. Zotta che importanza storica ha la città r’ lu Ruca?

Preferisco chiamarla con il suo toponimo odierno ossia Monte Torretta, questo solo per una maggiore correttezza d’identificazione e per il fatto che ad oggi non sappiamo se questo sito in antico avesse o meno un nome proprio identificativo come altri siti circostanti. L’importanza storica di questo insediamento si evince dalla sua continuità di vita, che parte già dal VII sec. a.C. per esaurirsi nella seconda metà de III a.C., e dalla strutturazione urbanistica. Infatti il sito di Monte Torretta si inserisce all’interno di un sistema insediativo fortificato di altura che risponde ad esigenze primarie di difesa e di controllo del territorio; non a caso tali centri erano situati spesse volte su assi viari e vie fluviali che fungevano da collegamento all’interno del sistema insediativo locale.

La situazione del sito odierno come è?

Al momento è possibile accedere al sito tramite il tratturo che lo collega al tratto di Strada Provinciale che da San Giorgio si innesta nella SS658 Potenza-Melfi. Recentemente il Comune di Pietragalla è intervenuto per migliorare la fruibilità di parte del sentiero anche con l’apposizione di segnaletica. Il sito è ubicato nella zona sommitale della collina e la fitta vegetazione ne impedisce un facile accesso; le strutture visibili sono in larga parte costituite dalle mura perimetrali, ad oggi bisognose di interventi di manutenzione per evitarne il costante spanciamento che subiscono a causa dei movimenti franosi del terreno e le azioni di spoliazione che ne minano la conservazione. In conclusione il sito necessiterebbe di maggiore attenzione e di urgenti interventi conservativi.

Diamo qualche notizia storica più precisa? Prima cosa a che epoca appartiene la fondazione?

Per Monte Torretta il termine fondazione non è applicabile in quanto non possediamo fonti storiche o archeologiche che ne attestino un atto costitutivo in un organismo cittadino strutturato come invece avvenne per altri centri italici o ad esempio per le colonie della Magna Grecia. Se intendiamo invece le prime attestazioni aventi valore di civiltà riscontrabili a Monte Torretta alcuni frammenti di ceramica subgeometrica, ritrovati sulla collina e di incerta collocazione, pongono la cronologia alla fine dell’VIII sec. a.C. ma tenderei ad inquadrare con maggiore precisione la vita del sito, che inizierebbe a partire dal secolo successivo, come testimoniato da materiale databile alla fine del VII e inizio VI sec. a.C., e fino alla seconda metà del III sec.a.C. L’erezione delle cinte murarie invece è stata inquadrata alla metà del IV sec.a.C.

La popolazione residente a quanto poteva ammontare?.

Non abbiamo sufficienti elementi per poter fare una stima demografica ma a giudicare dall’estensione e dall’articolazione urbanistica e insediativa interna ed esterna Monte Torretta avrebbe avuto una popolazione tale da potersi definire un centro fortificato di rilievo a differenza dei piccoli villaggi ed insediamenti rurali sparsi sul territorio, ma una stima numerica precisa è impossibile.

Invece quando inizia il declino per la città lucana?

Sicuramente la progressiva espansione di Roma verso Sud e la graduale integrazione delle élites locali in questo sistema generò non poche crisi all’interno dei centri lucani, già minati dai conflitti regionali interni, che favorirono tra la metà del III e il II sec.a.C. il progressivo abbandono di tali centri fortificati.

I Lucani come gli oschi era una popolazione che manteneva forte la propria identità, compreso la lingua (osca) . Quando inizia invece la romanizzazione e scompare l’uso della lingua autoctona?

È una domanda che andrebbe posta ad uno studioso di lingue antiche ma posso dire che almeno formalmente la lingua osca venne soppiantata dal latino dopo gli epiloghi disastrosi per i Lucani delle vicende belliche conseguenti la Guerra Sociale, contro la decisione del Senato Romano di non concedere (almeno in una prima fase) la cittadinanza ai popoli italici, e la Guerra Civile tra Mario e Silla schierandosi col primo, favorevole alle richieste di questi ultimi. La Battaglia di Porta Collina (82 a.C.) decretò il tramonto dei Lucani e la loro definitiva romanizzazione. Il loro territorio venne organizzato con quello dei Bruzi nella Regio III Lucania et Bruttii. Ancora anni dopo quegli eventi Strabone, nella Geografia, narra che «in seguito a queste disfatte i loro insediamenti sono assolutamente insignificanti, senza alcuna organizzazione politica e i loro usi, in fatto di lingua armamenti e vestiario, completamente tramontati».

Invece per visitare il sito? E’ possibile ?
Come ho già detto in precedenza il sito è difficilmente raggiungibile, non musealizzato e bisognoso di interventi conservativi e di studi scientifici ed approfondimenti che lo tutelino, valorizzino e gli rendano il merito che una storia secolare dovrebbe attribuirgli. Tuttavia in collaborazione con la Pro Loco di Pietragalla ed il Comune si è data notevole importanza al sito con incontri dedicati, visite guidate e un Convegno Internazionale tenutosi nello scorso mese di marzo che ha visto coinvolti una grande rappresentanza delle istituzioni locali e prestigiosi enti di ricerca internazionali che ne testimoniano l’importanza, con l’auspicio di poter programmare ulteriori interventi in futuro per una migliore fruizione ed una valorizzazione che renda il sito un polo di attrazione e non un vetusto ammasso di ruderi.


15/07/2016 - autore: Leonardo Pisani
fonte: TALENTI LUCANI

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