Lutto cittadino per la tragica scomparsa della religiosa 82enne. Le esequie la funzione celebrata dal Vescovo Salvatore Ligorio nella Basilica Pontificia Minore.
AVIGLIANO - È tornata nella sua terra natia affrontando l’ultimo viaggio ed ha trovato ad accoglierla un’intera comunità. La salma di Suor Agata, al secolo Caterina Galasso, la religiosa 82enne deceduta lo scorso 24 agosto tra le macerie del convento di Amatrice crollato in seguito al terremoto, dopo l’ultimo saluto nel pomeriggio di ieri, durante una solenne e partecipata funzione religiosa commemorativa, celebrata dal vescovo Ligorio nella Basilica pontificia minore aviglianese, è stata tumulata nel cimitero del centro gianturchiano. Lutto cittadino, con eventi ludico ricreativi sospesi ed attività commerciali chiuse durante le esequie in segno di partecipazione e vicinanza della comunità al cordoglio dei familiari per la tragica scomparsa della suora che, per seguire i suoi voti e la sua fede, aveva lasciato da oltre mezzo secolo la sua terra ed i suoi affetti. Il doloroso riconoscimento ufficiale delle spoglie della religiosa è toccato a Carmine e Donato Rosa, figli di una delle sorelle della compianta suor Agata, corsi ad Amatrice appena saputo della tragica fine della zia ed ha spento le flebili speranze di poterla estrarre dalle macerie ancora in vita, così come accaduto per altre due consorelle lucane, suor Giuseppina Pugliese e suor Maria Salvatore, entrambe di Barile. «Di fronte a catastrofi di questo genere – ha detto durante l’omelia mons. Ligorio – continuano a risuonare nella nostra mente due domande che scuotono la nostra fede: “Perché?” e “Dio dove sei?”. Non è semplice trovare risposte, eppure dobbiamo essere consapevoli che i terremoti sono eventi naturali, ma i morti che ne derivano sono dovuti, quasi esclusivamente, a responsabilità umane» . «L’impegno di tutti – conclude - deve essere volto a che queste tragedie non accadano più. Dio in questo momento è accanto alle vittime del sisma e accompagna ciascuna di loro nella terra promessa» . «I fatti di questi giorni – ha affermato dall’altare il primo cittadino Vito Summa – devono far riflettere soprattutto noi rappresentanti delle istituzioni sulla necessità di costruire in maniera scrupolosa e responsabile piani, regoli e sistemi di controllo che aiutino a non trasformare fenomeni naturali in tragedie. Le case non dovrebbero mai diventare le tombe di chi le abita. La storia delle sorelline Giulia e Giorgia, in cui la più grande ha coperto la più piccola con il suo corpo, di fatto salvandola da morte certa, ha lasciato impresso in tutti noi u n’immagine di speranza e amore per il prossimo, sentimenti che ci avrebbe suggerito suor Agata e che dovrebbero animare noi tutti in un momento così triste».
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30/08/2016 - autore: Redazione |
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO |