MADONNA AL RIPARO NELLA CONA

Avigliano, comunità scossa dopo il furto dello scapolare della Vergine appena rientrata dal monte

AVIGLIANO - La gioia del popolo aviglianese per il ritorno della Madonna in paese è stata coperta da un velo di amarezza per un gesto che ha suscitato stupore e sdegno. Lunedì sera, dopo la messa vespertina, ignoti hanno trafugato lo scapolare della Vergine Maria. Il fatto ha suscitato indignazione generale, non per il valore dell’oggetto in sé, ma per la profanazione della sacra effigie attraverso la sottrazione dello scapolare, segno identificativo di Santa Maria del Monte Carmelo. La Vergine consegnandolo a San Simone Stock rivelò i grandi privilegi connessi alla sua devozione e allo scapolare: “Chiunque morirà con questo scapolare non patirà il fuoco eterno”. L’abitino dello scapolare è dunque pegno del Paradiso. E’ segno di appartenenza a Maria e pegno della sua materna protezione, non solo in vita, ma anche dopo la morte. Comporta l’aggregazione alla famiglia dei «Fratelli della Beata Vergine Maria». Con lo scapolare, Maria stessa consacra il proprio Figlio, mentre il devoto con lo scapolare consegna se stesso a Maria. ”Anch’io porto sul mio cuore, da tanto tempo, lo Scapolare del Carmine!” ebbe a dire San Giovanni Paolo II nel Messaggio del 2011 all’Ordine del Carmelo. Ad Avigliano, dopo la discesa dal Monte, da oltre un decennio la sacra effigie rimane per una settimana ai piedi dell’altare, tra i fedeli che possono accarezzare le sue vesti mentre le rivolgono accorate preghiere e suppliche, guardandola con occhi pieni d’amore non come una statua, bensì con la certezza che la sua presenza è reale. “Dopo i fatti avvenuti, ha detto Donato Sileo - presidente della Confraternita S. Maria del Carmine di Avigliano - si è scelto di collocare la statua nella “cona”, per proteggerla da ogni eventualità, apponendo un cartello sul vetro per spiegare ai fedeli le motivazioni di questa opzione e lanciando anche un appello all’ignoto che si è macchiato del gesto sacrilego. Fortunatamente non ci sono stati danni alla statua: lo scapolare è agganciato al dito della Madonna e potevano esserci conseguenze maggiori del furto. Siamo molto dispiaciuti dell’accaduto. Lo scapolare in sé non è un oggetto di valore, in quanto realizzato su metallo, ma è il simbolo che identifica Maria, la nostra appartenenza e devozione come confraternita. E’ la terza volta che accade: il 26 luglio 1972, nella ricorrenza di Sant’Anna, è stato trafugato quello in oro realizzato nel 1935, stessa cosa è accaduta in agosto 1983. Il 12 settembre scorso, proprio nella ricorrenza del S.S. nome di Maria, qualcuno si è appropriato del sacro segno che la Confraternita aveva fatto riprodurre dall’orafo Summa, che ne aveva curato l’incisione in modo artistico e particolare. Il fatto è stato denunciato alle autorità competenti. Come Confraternita collaboriamo con la parrocchia e don Salvatore, autotassandoci a volte per aiutare chi ha bisogno di aiuto economico e di generi di prima necessità, avremmo aiutato volentieri anche chi ha rubato lo scapolare, se lo ha fatto per indigenza. In futuro, come Confraternita, insieme al parroco e ai sacerdoti della parrocchia, valuteremo come agire in seguito per tutelare e proteggere l’effigie della Vergine”. Ci uniamo anche noi all’appello, chiedendo la restituzione dello scapolare, anche in forma anonima. Maria, Madre Dio e Madre dell’umanità, saprà certo perdonare chi ripara i propri errori.
15/09/2016 - autore: Lucia Santoro
fonte: LA NUOVA DEL SUD

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