Ho letto con attenzione tutte le sollecitazioni più o meno strumentali sul trasferimento della scuola dal plesso “Silvio Spaventa Filippi” alla scuola di via XVIII Agosto.
Ho letto con attenzione tutte le sollecitazioni più o meno strumentali sul trasferimento della scuola dal plesso “Silvio Spaventa Filippi” alla scuola di via XVIII Agosto. Ho ascoltato con interesse e con tensione i timori e i disagi di tutti genitori che si sono rivolti alle istituzioni per fugare dubbi o risolvere problematiche inerenti le nostre scuole. Ho riflettuto molto pensando alla qualità della scuola che i nostri figli frequentano e alla società che ingloba in sé il loro vivere quotidiano e che si è palesata in questi giorni. Mi preme fare qualche riflessione e offrire qualche elemento chiarificatore in tal senso: Innanzitutto ritengo giuste e rispettabili le paure e le perplessità di taluni in materia di adeguatezza delle strutture dove mandare i propri figli per fare lezione. Infatti nel consiglio di istituto aperto alla partecipazione dei genitori e dell’amministrazione comunale sono state date tutte le rassicurazioni dalla preside, dal sindaco e dal sottoscritto in materia di adeguamento sismico e non presenza di amianto nel plesso di via XVIII Agosto. Per essere ancor più sicuri abbiamo proceduto ad ulteriori verifiche sulla presenza di amianto, ovviamente risultato assente. Nei giorni successivi un gruppo di genitori autodefinitisi iperprotettivi ha scritto agli organi competenti per avere informazioni e delucidazioni su alcune questioni; informazioni e documentazione che avremmo voluto espletare e fornire se solo avessimo saputo a chi consegnarle non avendo ricevuto nessun riferimento in calce alla lettera, si parlava di una sottoscrizione ma tale non è stata evidentemente. A prescindere da chi utilizzava la raccolta firme in maniera strumentale e chi lo ha fatto in buona fede, mi pongo un interrogativo: Quella struttura fino ad oggi è stata frequentata da migliaia di persone e sono transitati alunni delle scuole elementari, alunni della Ragioneria, alunni del corso di laurea di neuroscienze, ragazzi aviglianesi iscritti alle associazioni sportive, possibile che fino ad oggi nessuno si è mai chiesto la natura funzionale di quel plesso? se fosse antisismico o meno, se vi fosse amianto che poteva danneggiare la salute dei figli della nostra comunità? Non credo che fossero figli di un Dio minore o di genitori scellerati a cui non interessava la salute dei propri figli; come comunità non possiamo prenderci a cuore un problema o una situazione solo se interessa personalmente o da vicino. Ritengo doveroso e formativo che una comunità guardi sempre e nella stessa direzione quando qualcosa accade a chiunque e non solo a noi stessi o ai nostri figli. Ecco non ho trovato una comunità solidale, pronta a farsi carico delle difficoltà altrui, a sostenersi a vicenda, a sopportare il peso della fatica o del disagio con pazienza e abnegazione; caratteristiche proprie degli aviglianesi che si stanno piano piano disperdendo; si dissolve, così, quel patrimonio di eredità valoriale che ha fatto della nostra comunità uno dei punti di eccellenza della nostra regione e non solo. Bisogna ripartire dall’esempio e dalla testimonianza. I genitori nei confronti dei figli, i docenti nei confronti degli alunni, le istituzioni nei confronti dei cittadini. L’amministrazione comunale non sarebbe stata di buon esempio se avesse perso un finanziamento di 800000 mila euro per miglioramento sismico del plesso “Silvio Spaventa Filippi”; non sarebbe stata di buon esempio se non avesse preso a cuore la responsabilità di allestire in poco tempo la scuola della ragioneria in una sinergia formidabile tra le istituzioni locali e provinciali evitando cosi i doppi turni al plesso “Carducci”, unica vera alternativa; e per questo ringrazio i presidi, il personale ATA, gli uffici comunali e le ditte che non spirito di servizio hanno reso possibile l'inizio della scuola il giorno stabilito dal calendario scolastico regionale; non sarebbe stata di buon esempio se non avesse immaginato di garantire il sistema di trasporti verso la parte alta del paese alleviando qualche disagio ai genitori sprovvisti di autovetture; non sarebbe stata di buon esempio se avesse concesso di non pagare il servizio del trasporto scolastico che ricordo a me stesso è un servizio a domanda individuale e per questa ragione va pagato. Non sarebbe stata di buon esempio se non avesse pensato, in un momento economico così complesso per le famiglie, ad una riduzione graduale del costo dell’abbonamento in base all’ISEE, in modo da venire incontro alle famiglie meno abbienti della nostra comunità (così come avviene da anni anche per gli altri servizi di mensa e di asilo nido). Per questo ritengo che sia stato condotto tutto in maniera seria e responsabile, forse si poteva fare meglio, e per qualche disagio mi scuso personalmente. Ma la responsabilità di questa amministrazione non si tocca, la serietà della giunta e del sindaco è facente parte del proprio DNA di genitori e di cittadini prima ancora che di amministratori della cosa pubblica. E soprattutto in momenti delicati come questo non si mettono in discussione le istituzioni, unico vero baluardo della nostra democrazia; si dialoga e ci si confronta, non si attaccano. Trovo, infine, raccapricciante il dibattito politico che si è scatenato intorno; ogni oppositore politico ha provato a salire sul carro del comitato, delle lettere di genitori preoccupati, delle paure delle famiglie, delle strumentalizzazioni inopportune e del chiacchiericcio da Bar che spesso si è prodotto. Mi dispiace per la forza politica non rappresentata in consiglio comunale che prova a farsi strada tra un commento e una critica senza inseguire nessun progetto e nessuna idea. La gente ha sempre saputo valutare chi si prende delle responsabilità in un momento cosi complesso per gli enti locali e chi pensa di fare solo opposizione cavalcando di qua e di là preoccupazioni e disagi senza mai metterci la faccia fino in fondo e quando è stata messa essi sono stati bocciati sonoramente dagli elettori. La scuola di Barbiana, paese dove fu mandato Don Lorenzo Milani, era un vero e proprio collettivo dove si lavorava tutti insieme e la regola principale era che chi sapeva di più aiutava e sosteneva chi sapeva di meno, 365 giorni all'anno. Questo è il modello di società a cui mi ispiro, il modello di scuola che ho nella mia testa e nel mio cuore. “I care”, mi interessa, mi sta a cuore, è il modello educativo che bisogna applicare tutti i giorni nella vita professionale e in quella amministrativa. è l’orizzonte ideale a cui guardo come amministratore della mia comunità. |
30/09/2016 - autore: L'assessore alla Pubblica Istruzione Angelo Summa |
fonte: AVIGLIANONLINE.EU |