La storia di una donna di Potenza. “La Caritas mi dà una mano, ma non ho i soldi per mettere la benzina e arrivarci”.
POTENZA - Non vuole perdere le speranze ma dopo anni di lotte, sofferenze, preoccupazioni non sa più a chi rivolgersi. Tiziana Mecca non sa più a quale porta bussare, ancora, per trovare aiuto. Dopo un matrimonio felice è arrivata la separazione dal marito, nel febbraio del 2013, ha tre figli minorenni ed è senza lavoro. Ha contattato la nostra redazione per rivolgere un appello alle istituzioni a cui chiede un sostegno per poter sopravvivere. Si è rivolta alla Caritas che le dà una mano “ma ho difficoltà a raggiungerla perché -ci ha spiegato- non ho soldi per mettere benzina alla macchina e arrivare alla sede di Bucaletto”. Ieri mattina Tiziana ci ha accolto in casa, in una contrada alla periferia di Potenza, dove vive con i suoi tre figli di sette, dodici e sedici anni. “Ho dovuto- ha detto- fare debiti anche per mangiare ma tanti non capiscono la mia condizione”. Si è sposata a 24 anni, a 25 il primo figlio. “Non ho mai lavorato ma da quando sono separata- ha raccontatoho chiesto ovunque per cercare un’occupazione. Sono andata a chiedere alle agenzie di lavoro, ho chiesto di poter fare la donna delle pulizie ma non sono riuscita a trovare niente. Mi sono anche rivolta ai servizi sociali che, però, non mi hanno aiutata così come avevo sperato. Per un periodo ho beneficiato di un progetto di intervento a supporto del mio nucleo familiare ma questo progetto non è stato rinnovato perché sono proprietaria di una macchina e di una cantina ad Avigliano. Non avrei dovuto avere nulla per poter ottenere quel minimo di contributo”. Ad aiutare Tiziana, in questi anni, la famiglia che, però, ora non riesce più a garantirle sostegno. “Per fortuna ho avuto la mia famiglia vicino ed il mio avvocato, Cinzia Crocco, che -ha sottolineatomi ha aiutata anche a rimanere nella casa dove abito altrimenti non sarei riuscita a trovare un altro posto per vivere con i miei figli”. A chi altro si è rivolta per chiedere aiuto? “Ho parlato, lo scorso mese di maggio, anche con il sindaco di Potenza Dario De Luca al quale ho raccontato la mia storia. Il sindaco ha preso il mio nominativo e ha detto che avrebbe cercato di aiutarmi. Poi ho richiamato ma sono stata indirizzata all’assessore competente che, però, non mi ha dato risposte positive. Mi ha detto che certo non poteva darmi un lavoro ma io avrei voluto maggiore attenzione ed una risposta diversa. Speravo in un impegno maggiore”. La sofferenza più grande per Tiziana è quella di non essere capita: per lei pochi hanno mostrato solidarietà. “Quello che mi fa stare più male è l’opinione di chi crede io sia pazza, bugiarda. Credono sia pazza perché lotto e chiedo aiuto per me ed i miei figli. Molti pensano che sia mio marito a mantenermi ma non è così da tempo. Tutti se ne sono lavati le mani.” Mentre racconta la sua storia, mostrandoci documenti e foto, negli occhi di Tiziana commozione e rabbia ma anche la speranza che qualcosa possa cambiare: ha fatto richiesta, anche lei, per rientrare tra i cittadini lucani che potranno beneficiare del reddito minimo di inserimento. “Sono fiduciosa- ha detto- perché potrebbe essere una soluzione ma nel frattempo sono senza alcun sostentamento”.
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05/10/2016 - autore: Carla Zita |
fonte: LA NUOVA DEL SUD |