Sono solo una mamma mediamente attenta e non un'esperta di edilizia ambientale
Questa mattina, spinta da una curiosità impellente, ho deciso di fare una bella passeggiata salutare, di mettere a dura prova le mie coronarie nonché la capacità di emozionarmi ancora. Con lo sguardo diritto davanti a me (neanche avessi i paraocchi degli equini in assetto da corsa), ho cominciato a scendere la scalinata “lunga lunga” come la chiamavo da piccola che conduce all'edificio Silvio Spaventa Filippi (ingresso via Agesilao Milano). Ebbene, giunta davanti a quel cancello inesorabilmente chiuso, si è palesato davanti ai miei occhi stanchi ed accecati dal sole, una realtà unica ed inequivocabile: sono proprio arrivata ALL'ISOLA CHE NON C'E'. Debitamente protetta dagli occhiali da sole, i miei occhi hanno messo meglio a fuoco ciò che di bello è stato realizzato con l'aiuto determinante dei buontemponi che ci amministrano. Cosa meravigliosa! Sulla destra del cortile antistante l'ingresso vedo un lembo di terra (aiuola?) circoscritta da un muretto con spigoli vivi pronti ad accarezzare qualche monello un po' più vivace amante delle corse liberatorie all'uscita da scuola. Il muretto di cemento ad un certo punto si interrompe lasciando l’entrata ad un'altra fantomatica area pavimentata, si suppone con pavimento antitrauma, circondato da un funereo….. anello di asfalto nero (ma fosse proprio un'area giochi?). Lupus in fabula si mostra davanti a me in tutta la sua imponenza il gabbione di cemento armato dove è stata racchiusa la centrale del gas per garantire il rispetto delle normative vigenti. Un gabbione terribile, angosciante, opprimente che taglia la visuale della parte posteriore dell'edificio dove una volta era predisposta l'entrata dell'esercito scolastico maschile. Da profana quale sono, mi sono chiesta se davvero non fosse possibile creare soluzioni che tenessero conto di un minimo senso estetico oltre alle indispensabili esigenze funzionali e regolamentari. Ma forse anche questo fa parte DELL'ISOLA CHE NON C'E'. Con tanto sforzo (sono solo una mamma mediamente attenta e non un'esperta di edilizia urbana ed ambientale), ho capito che in quel lembo di terra sulla destra possono essere piantate primule il che tornerà sicuramente utile allo sviluppo psico-culturale dei nostri ragazzi. A pensare che i bambini erano convinti (perché così era stato promesso loro) che ogni classe avrebbe avuto un piccolo pezzo di terra da dedicare alla coltivazione. Allora mi son detta: -bene, fammi alzare lo sguardo, togliamo i paraocchi, in alto a sinistra c'è sempre stato un giardino, magari è lì che bisogna coltivare. Così mi è venuto in mente che una volta ho chiesto informazioni a chi opera a stretto contatto con madre natura ed ho appreso che in questo periodo si possono seminare: lattuga, prezzemolo, basilico, pomodori, rucola, valeriana e tanto altro ancora. Evviva, siamo in tempo! Se trasferiamo gli alunni ora, a Marzo possiamo ancora mettere in pratica la cultura contadina! Con molta probabilità la comunità aviglianese sarà pioniera per aver trasportato la tecnica dei terrazzamenti tipici delle zone costiere in un paese di montagna. Ancora una volta il mio sguardo è salito su a sinistra alla ricerca dei terrazzamenti botanici e nuovamente delusione si cela nei miei occhi curiosi. NULLA PROPRIO NULLA, TUTTO COME PRIMA, ANCORA UN COPIONE GIA' LETTO. A questo punto mi sono auto-sgridata: dai tempo al tempo cittadina impaziente, non è ancora terminato il grande lavoro di restyling. Scusate ma, i lavori non sono terminati il 21 di dicembre, potrebbe obiettare qualcuno. Eppure l'intera cittadinanza è testimone che i lavori si sono protratti per oltre 2 mesi successivi alla data di scadenza. E allora? Nemmeno il giardino botanico ci avete consegnato? L’ISOLA CHE NON C’E’ Bambini, mi dispiace, chiedete ai vostri nonni, parenti, amici se hanno un pezzettino di terra; create i vostri giardini pensili su balconi, terrazzi, giardini, raccoglietene i frutti e donateli con tanto affetto a quei buontemponi dei nostri amici. Ragazzi di quinta continuate a guardare da ogni angolo del nostro paese L’EDIFICIO che si mostra sempre con tutto il suo orgoglio, perché quest’anno qualcuno ha deciso per voi: dovete salutare così la scuola primaria… da lontano! Intanto finite l’anno scolastico nella scuola all’avanguardia dove, dopo le scene da libro cuore di quest’inverno con maestre costrette ad assiepare bambini nei corridoi a causa dell’impossibilità di fare regolarmente lezione nell’igloo, si assiste ora all’uscita di bambini con evidenti arrossamenti cutanei dovuti al permanere in forni crematori di ultima generazione. Ora abbiamo due grandi scuole: l’una i cui lavori di miglioramento sismico si sono conclusi nel dicembre 2016 e che rimane chiusa, l’altra scuola, quella all’avanguardia dove tutte le esperienze sono state affrontate, ma proprio tutte. In mezzo c’è il giardino botanico. Tranquilli ragazzi fa parte del gioco: l’isola che non c’è.
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07/03/2017 - autore: Loredana Rizzi |
fonte: AVIGLIANONLINE.EU |