CHIUDE IL REPARTO DI ODONTOIATRIA PER DISABILI DI CETRARO

Due ragazze lucane rischiano di restare senza cure.

Anche la Basilicata sarà presente oggi alla manifestazione calabrese di protesta contro la chiusura del reparto di odontoiatria per portatori di handicap dell’ospedale di Cetraro, nato nel 2001 per iniziativa della Società Italiana di Odontostomatologia per Handicappati della Calabria, coordinata dal dottor Eugenio Raimondo. L’Unità Operativa calabrese, che consentiva, con il semplice pagamento del ticket, di usufruire di specifiche cure, garantite dalle prestazioni di volontari, in sette anni di attività ha colmato un vuoto nel servizio sanitario per la cura dei pazienti non collaboranti. L’Azienda sanitaria locale n.1 di Paola, come denunciato dall’associazione di volontariato “Un ponte da costruire” di Amantea, che ha organizzato la protesta, ha giustificato la chiusura Centro, uno dei pochi in Italia, con la carenza di fondi, motivazione confermata anche dall’assessore alla Sanità calabrese. La scelta, se portata avanti, rischia di avere pesantissime ricadute sociali, sanitarie ed economiche su tante famiglie che giungono nella provincia cosentina da tutta la penisola ed anche dalla nostra regione. Una coppia di genitori di Avigliano usufruisce dal 2005 dei servizi della struttura calabrese per le due figlie disabili, già sottoposte a tre interventi di estrazioni e cure in anestesia totale. Per sanare una banale carie o effettuare una pulizia del tartaro, infatti, in questi pazienti occorre l’anestesista, una sala operatoria, una équipe di sanitari specializzati e tanta buona volontà e amore. «I problemi delle nostre figlie – affermano i coniugi Morlino - non sono ancora terminati; abbiamo bisogno di ulteriori interventi e nella nostra regione non vi è nessuna possibilità di poter continuare le cure dentarie necessarie». La persona diversamente abile, si legge nello statuto della Sioh, ha diritto, come tutti, “ad una masticazione funzionale, ad un’alimentazione corretta, ad una digestione meno faticosa ed infine ad un aspetto estetico migliore” e mentre il dott. Raimondo si sta prodigando perché ogni regione abbia il proprio centro specializzato, un’esperienza di buona sanità sta per essere archiviata perché non ci sono fondi per i disabili. Alla manifestazione seguirà una petizione popolare che porti ad una proposta di legge, poiché questi genitori non hanno nessuna intenzione di arrendersi.
07/06/2008 - autore: Sandra Guglielmi
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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