E' LA CRISI CHE VA

Una crisi che va oltre i confini regionali

Non voglio assolutamente aggiungermi alla lista di quanti cercano di spiegarsi gli ultimi accadimenti che hanno visto la Magistratura intervenire, ancora una volta e pesantemente, nella vita politica della nostra e di altre regioni. Accadimenti che stanno richiamando l’epoca di Tangentopoli. Non lo voglio fare per non cadere nelle maglie di un facile moralismo. I giudici facciano (e bene) il loro mestiere; a me, come cittadino-elettore, preme capire perché il Palazzo della politica ogni giorno perde un pezzo. E vorrei capire perché è fallito anche il “De Filippo 2”. Colpa di Folino, che come un pugile suonato ha gettato la spugna colpito dai ganci del giornalista di “Repubblica” sulla discutibile gestione della crisi produttiva regionale? Colpa del presidente De Filippo che, ancor prima si autosospese dalle attività di partito dopo che Bubbico, in una intervista al “Quotidiano della Basilicata”, lo aveva accusato di essere più un “tagliatore di nastri” che il governatore di uh territoriomalato? Colpa dell’assessore Roberto Falotico, che ancora prime dei due colleghi, aveva un piede in assessorato e uno sull’Aventino, forse stanco degli schiaffi in faccia che prendeva da tutti? Poverino. Dopo che si era fatto da parte per consentire l’elezione (si fa per dire) di Piero Lacorazza a segretario regionale del PD, le sue proposte di portare un suo giovane, Aurelio Pace, alla segreteria provinciale e il saggio Gennaro Straziuso alla presidenza del Consiglio regionale erano state cestinate, senza riguardo alcuno. Caspita quanto si menano nel PD! A questo aggiungete il disagio di vedere i “margheritini” ai margini della gestione del partito e i conti tornano. Non ha tralasciato occasione per mostrare i muscoli…ma i diessini avevano mangiato più spinaci. Personalemte tra le righe di questa crisi alla Regione, ma anche a livello nazionale, io leggo che la crisi è più grave di quanto ci si voglia far credere. Basta con i pannicelli caldi che curano gli effetti… proviamo a immaginare quali possano essere le cause. Fuori dai denti, anche a costo di suscitare qualche sorriso nei politologi di professione mi ritrovo a pensare che….1) forse, il matrimonio tra DS e Margherita non si doveva fare, perché i tempi non erano maturi. Fino a che punto i due erano veramente pronti al grande passo e fino a che punto hanno finto (e continuano a fingere) di amarsi? E’ vero che Peppone in molte occasioni si è vestito anche da chierichetto, pur conquistarsi le simpatie di Don Camillo, ma…l’unione non è stata consumata. e vivono da separati in casa non per salvare le apparenze, ma soprattutto perché odiano Berlusconi. Il quale di questo alimenta la sua stagione politica, con la benedizione (ormai si può dire) di Veltroni. Dopo aver fatto un partito a sua immagine e somiglianza e dopo la scoppola subita in Abruzzo e gli scandali scoppiati in diverse regioni a guida PD, egli dice che questo non è il partito che lui sognava. Ma chi volete prendere per i fondelli? Si lamenta di un partuto fatto a sua immagine e somiglianza2) come il lupo della favola, i Ds hanno perso il pelo ma non il vizio di guardare tutti, partiti alleati e non, con supponenza e arroganza. Lo hanno fatto prima con i cattocomunisti; con i socialisti orfani di Craxi…lo fanno oggi con i “margheritini”.3) se fosse verosimile questo ragionamento, bisognerebbe pensare a una separazione consensuale e riprendere la vecchia strada dell’ognuno a casa propria, dispopnibile a discorsi di allenza, comunque nell’ambito di una comune strategia politica E’ un’dea stupida? Sarebbe un passo indietro?...Scusate la mia ignoranza. Io sono un poverocristo che fatica a capire l’attuale classe politica, le sue scelte e ci suoi comportamenti…fatica a capire perché debba nascondere sempre ai cittadini quello che accade… Comunque urge una rilettura della (brevsissima e confusa) storia del PD.E a tutti l’augurio di essere uomini di buona volontà.
24/12/2008 - autore: Lello Colangelo
fonte: IL LABORATORIO AVIGLIANO

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