DROGA

Il caso Avigliano punta delliceberg nel potentino.

Avigliano e la droga. Ripetutamente accostati, soprattutto negli ultimi anni, i due termini sono divenuti per molti uno spontaneo binomio che gli aviglianesi continuano a rinnegare. La morte della ventitreenne potentina, la cui giovane vita è stata falcidiata da un micidiale mix di alcool e droghe al rave party salentino a ferragosto, viene in questi giorni ricordata da quanti continuano a sostenere come non esista un caso droga ad Avigliano, ma solo «fenomeni fisiologici», la cui ribalta nella cittadina gianturchiana ha dato nell’occhio per l’accelerazione dopo anni di una pressoché totale assenza tra i giovani aviglianesi. Eppure è innegabile che di droga ne circola tanta, che 21 giovani in terapia presso il Sert non sono pochi, che sono molti di più i ragazzi che fanno uso di sostanze stupefacenti e che i fermi e gli arresti per lo spaccio, per lo più «autofinanziante», in questi anni sono stati numerosi. Fu lo stesso vicequestore Barbara Strappato, quasi in risposta a prese di posizione minimizzanti del sindaco Tripaldi e del Capitano del Carabinieri Grimaldi a seguito di un’inchie - sta pubblicata a marzo sulla Gazzetta, a parlare di «situazione davvero preoccupante». «Ogni volta – aveva affermato - che attiviamo controlli e posti di blocco becchiamo sempre qualcuno con la droga. È il segnale di qualcosa che non va, di una condizione che è diventata insostenibile, allarmante». «Come questura operiamo innanzitutto a Potenza e nel suo circondario, ma quando ci spingiamo verso Avigliano – aveva concluso il vicequestore - inevitabilmente andiamo ad intercettare spacciatori. Ormai non si può più parlare di un caso, di una coincidenza». Il presidio costante del territorio da parte delle forze dell’ordine, tuttavia, pare stia servendo come deterrente, soprattutto per ciò che concerne l’utenza esterna, che negli ultimi anni aveva visto in Avigliano un’ottima piazza per il rifornimento di droghe. «Fino a due anni fa – ci aveva detto, in risposta ad un questionario anonimo, un giovane in cura presso il sert, che aveva fatto da intermediario per tutelarne l’anonimato - venivano ad acquistare sostanze stupefacenti anche da Potenza perché costava meno, ma ora non più». Inoltre, aveva affermato, «fino a due anni fa circolavano circa 100 pietrine di eroina al giorno, oggi siamo a circa 5». Questi numeri danno il senso di una situazione che stava davvero sfuggendo di mano, ma che i ragazzi coinvolti affermano abbia ingranato la retromarcia. Stanno davvero così le cose? I ripetuti arresti degli ultimi mesi e le affermazioni degli inquirenti non sono in linea con tali asserzioni, ma non ci si può neppure dimenticare che, ad esempio, gli stessi 5 giovani arrestati poco prima di ferragosto con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, e per i quali si attende il riesame per la convalida degli arresti domiciliari, sono stati fermati per accuse risalenti ad un lasso di tempo che va dall’autunno 2007 alla primavera del 2008. Avigliano sta davvero risalendo la china? Una cosa è certa: sono tanti i genitori che hanno trovato la forza di uscire allo scoperto, che hanno denunciato, genitori coraggio che, abbracciati da una comunità che non intende chiudere gli occhi, vogliono sotrarre i loro figli dalle braccia della morte travestita da sballo, quella morte che, in una notte di musica sotto le stelle ha strappato Laura ai suoi affetti e ai suoi sogni.
20/08/2009 - autore: Sandra Guglielmi
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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