NON HO AVUTO PAURA PER ME MA IL PENSIERO FISSO ERA RIVOLTO AI MIEI FAMILIARI

Il racconto della giovane scomparsa lunedì sera e ritrovata il giorno successivo dai carabinieri

Un incidente che stava assumendo i contorni del giallo fortunatamente si è risolto nel migliore dei modi nel giro di poche, seppur interminabili, ore di paure e dubbi. La ventotenne aviglianese scomparsa alle 21 di lunedì sera dopo essere uscita fuori strada con la sua Ford Ka grigia sulla provinciale n.50 che collega Lagopesole alla cittadina passando per la frazione Frusci e ritrovata dalle forze dell ordine solo alle 6 del mattino successivo, ha voluto raccontare alla "Gazzetta" la sua disavventura. «Stavo tornando a casa dopo una serata passata a Lagopesole e, come faccio spesso, ho deciso di prendere la scorciatoia che, passando per Frusci e per il Monte Carmine, porta ad Avigliano. Pioveva e c era una nebbia fittissima. La strada lì è dissestata e piena di tornanti, mancante anche di segnaletica orizzontale, e la carreggiata era piena di fango. Improvvisamente dopo una curva la macchina è sbandata e sono finita impantanata, sul lato sinistro, con tutte e quattro le ruote nella parte scoscesa del terreno che costeggia la cunetta». A quel punto cos hai fatto? Eri ferita? «Sono rimasta illesa e la prima cosa che ho pensato di fare è stata scendere dall auto per la paura che si potesse ribaltare. La porta del lato passeggero era bloccata e con un po di difficoltà, data la posizione della macchina, il cui sportello conducente era rivolto verso l alto, sono uscita dall abitacolo». Perché non hai chiamato subito i soccorsi? «Avevo la batteria del cellulare scarica ed ho sperato invano che passasse qualcuno cui chiedere aiuto. Pioveva e non riuscivo a vedere al di là del mio naso per la nebbia. Ho pensato di raggiungere le prime case di Frusci per chiedere di telefonare, ma ho avuto timore a incamminarmi col buio tra quella nebbia. Ho girovagato un po nel campo a ridosso dell auto ed ho trovato un punto in cui c erano tre alberi. Ero completamente bagnata ed ho pensato di ripararmi un po lì sotto per aspettare le prime luci dell alba, ma non ho perso mai l orientamento né ero sotto choc, come si è detto». Cosa hai pensato in quei momenti? Hai avuto paura? «Il mio pensiero è andato immediatamente ai miei genitori. Io sapevo di stare bene, ma pensavo a come potessero essere preoccupati loro, al panico che il mio non rientro a casa aveva scatenato». L allarme, lanciato dai familiari intorno alle 3 della notte, aveva mobilitato i carabinieri che, trovata l auto, all interno della quale, dopo averla forzata, avevano rinvenuto tutti gli effetti personali ed i documenti della giovane, tranne il telefono, avevano allertato anche le unità cinofile e la protezione civile. La zona è piena di boschi e il timore che qualcuno potesse aver preso la giovane comincia a far capolino nella mente di quanti la cercano freneticamente. A che ora e chi ti ha ritrovata? «Erano circa le 7 ed ero ormai quasi giunta nei pressi di un gruppo di abitazioni della frazione quando una volante dei carabinieri mi si è fermata vicino. Mi hanno fatta salire ed hanno chiamato il 118. Ero bagnata fradicia ed infreddolita ma stavo bene. Per prassi mi hanno detto che dovevano portarmi al pronto soccorso, ma lì sono stata accolta col codice verde e dopo poco sono tornata a casa. Non sono stata affatto ricoverata, come si è diffuso». Chi è la prima persona che ha riabbracciato tra i suoi familiari? «Mio padre, prima di andare al San Carlo. Era con i carabinieri a perlustrare la zona». E tornata a casa cosa ha fatto? «Mi sono cambiata e rifocillata. Ero di nuovo finalmente nel mio habitat con i miei cari».
21/10/2010 - autore: Sandra Guglielmi
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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