Consiglio Comunale aperto sul permesso presentato da ENI
AVIGLIANO - Si è conclusa con un ordine del giorno votato a maggioranza anche dall'opposizione la sessione del consiglio comunale, aperto ai cittadini, per discutere e deliberare sul permesso di ricerca idrocarburi liquidi e gassosi presentato dalla società Eni. Dopo un'approfondita discussione sull'indagine denominata «Frusci», che dovrebbe interessare una superficie di 237 Kmq ricadenti nel territorio di 10 comuni, di cui il 33% del totale appartiene ad Avigliano, alla quale hanno dato il loro contributo anche membri delle associazioni ambientaliste lucane, la seduta si è chiusa con una serie di impegni da parte del Comune. Da quello sul monitoraggio dell'attività riguardo ai passaggi che ci sono già stati e a quelli che ci saranno nel prosieguo, sino al coinvolgimento degli altri sindaci dei comuni interessati, passando per un'attività divulgazione nei confronti dei cittadini, di cui si ascolteranno idee ed istanze. «C'è una relativa, facilità - ha detto Miko Somma, del comitato No oil Potenza - per le compagnie di trivellare in un territorio estremamente microfagliato sismicamente, in cui le rocce delle faglie per raggiungere la zolla appula sono il vero contenitore del petrolio. Mai una volta la nostra regione ha detto un no alla richiesta delle compagnie e la possibilità di non assoggettare a Via (valutazione di Impatto Ambientale) i permessi rende l'iter autorizzativo molto più veloce>. «Gli sviluppi di un permesso di ricerca nel caso del ritrovamento di idrocarburi liquidi - ha continuato Somma - sarebbero la realizzazione inevitabile di un centro oli per la desolforizzazione e la costruzione di un oleodotto per l'invio del greggio, argomenti molto sottovalutati. Inoltre la problematica del petrolio va considerata anche dal punto di vista degli assai carenti aspetti di controllo e monitoraggio che si sono evidenziati in Basilicata, con il caso gravissimo dell'Arpab. Non da ultimo va evidenziato l'errato concetto della materia che porta a guardare al solo aspetto delle royalties, che rappresentano una percentuale sugli utili del 7%, delle quali 185% va alla regione, 1115% ai comuni sui quali sono locati i pozzi e il famoso 3% sarà dato ai lucani con la card». Considerando che dagli anni '50 in poi si sono succeduti sondaggi che hanno sempre confermato la vastità e l'importanza dei giacimenti del nostro sottosuolo, l'argomento non è da sottovalutare per i territori coinvolti. Quello di Avigliano è pronto ad aprire dibattiti per valutare gli scompensi ambientali e le eventuali opportunità economiche offerte in compensazione, con la voglia di non subire le altrui scelte. |
23/01/2012 - autore: Sandra Guglielmi |
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO |