L'abbonamento per il bus è cresciuto da 9,30 a 16,00 euro, l'equivalente del 72% in più.
AVIGLIANO. Tra la miriade di aumenti di tariffe con le quali le famiglie si sono trovate a dover fare i conti da gennaio e le conseguenti difficoltà di molte a farli quadrare, con la consapevolezza che i mesi avvenire non porteranno certo nulla di buono, gli aviglianesi con bambini dovranno mettere a bilancio, tra gli altri, l'aumento del trasporto scolastico e quello dei ticket per la mensa. Il Comune, anch'esso in difficoltà, a far quadrare i conti, ha deciso di adeguare, dopo 16 anni, le tariffe per usufruire degli scuolabus da 9,30 euro a 16 (+72%) e di variare il costo dei pasti, che già a dicembre 2010 era stato ritoccato, per alcune fasce di cittadini. Già alla partenza del servizio di refezione nel mese di ottobre il sindaco Vito Summa non aveva fatto mistero delle difficoltà trovate a reperire le risorse che, disse alla Gazzetta, sarebbero bastate solo fino a dicembre, dopodiché o ci sarebbe dovuta essere un'interruzione del servizio o un inevitabile adeguamento delle tariffe. Eppure, nonostante quello che l'amministrazione sostiene sia stato un annunciato incremento, muovi importi hanno sollevato numerosi malcontenti in quanti, senza che vi fossero comunicazioni o vi fosse stata divulgazione della decisione hanno scoperto la sgradita novità nei momento dell'acquisto dei bollettari. Penalizzati dall'aumento i nuclei familiari del ceto medio con più figli: se, infatti, le famiglie con reddito Isee da 7.700,01 euro a 13 mila non hanno più l'esenzione per il terzo figlio, che dovrà pagare il pasto 1,70, sono le famiglie con reddito Isee oltre i 13 mila euro (in cui rientra anche una monoreddito di 4 componenti con 1800 euro mensili) dovrà pagare, a prescindere dal numero dei figli, 3,58 a pasto per ciascun commensale. Il prezzo dello scuolabus, invece, oscillerà tra il 10 ed i 16 euro per il primo figlio e dagli 8 ai 14 per il secondo, mentre il terzo figlio viaggerà gratis; perderà il beneficio della gratuità della corsa anche chi abita ad una distanza superiore ai 2Km., meccanismo che è servito, nel corso degli anni, ad incentivare i residenti nelle frazioni anche di altri comuni ad iscrivere i propri figli nelle scuole della cittadina. «Noi - ha affermato il sindaco Summa interrogato sulla questione- non siamo più in grado di gravare sui bilanci comunali visto l'enorme taglio di risorse. Per il 2012 avremo un ulteriore diminuzione di 650.000 euro e ciò ci costringe a chiedere sacrifici ai cittadini, senza i quali non potremmo far altro che tagliare, non essendo pensabile di mandare in dissesto il comune. Non dimentichiamo che la mensa è un servizio a domanda individuale così come il trasporto scolastico per il quale spendiamo 450 mila euro l'anno e sul quale, grazie a questi aumenti recupereremo all'incirca solo 25 mila. Noi vogliamo tenere in piedi i servizi utili alla collettività, ma abbiamo bisogno della collaborazione degli utenti». Molti dei quali, però, ormai non sanno più da quale cilindro far uscire tutti i soldi che lo stato e gli enti locali chiedono loro. |
29/01/2012 - autore: Sandra Guglielmi |
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO |
carmine ferrara da avigliano | 03/02/2012 - 15:46 |
La vicenda del trasporto scolastico è argomento estremamente senza entrare nel merito,vi espongo l'anomalia che persisteva fino al 31 dicembre 2011,ad Avigliano, per moltissimi anni chi percorreva di più pagava di meno!!!! In pratica chi risiedeva ad una distanza superiore a 2 km dalla scuola era esentato dal pagamento....chi invece abitava ad una distanza inferiore doveva pagare anche se percorreva poca distanza. I costi: 1.400.000 euro di spese( nelle frazioni) 12.000euro di ricavi ( nel centro). Se avessero pagato tutti forse si sarebbe pagato meno.Altra anomalia da rimuovere è l'indicatore i.s.e.e. che tutti sappiamo è l'indicatore della ricchezza dichiarata e non quella reale, con testimoniano le indagini della Guardia di Finanza. Io propongo la segnalazione d'ufficio alla Guardia di Finanza verso chi presenta reddito l'I.S.E.E. insufficiente e quindi esonerato dal pagamento dei servizi pubblici |