La strutture inaugurata nel 2010 chiuse per infiltrazioni d'acqua - Serve l'ok definitivo dei veterinari dell'azienda sanitaria.
AVIGILANO - La riapertura del canile comunale è imminente. E' la tiritera che ormai da mesi si sentono ripetere gli aviglianesi che, a distanza di appena tre mesi dall'inaugurazione, nel novembre 2010, si videro chiudere il ricovero per animali randagi a causa di una serie di infiltrazioni d'acqua. Terminati ormai da qualche mese i nuovi lavori resisi necessari per rendere nuovamente a norma la struttura, si è in attesa ora dell'ok definitivo dei veterinari dell'Azienda sanitaria, mentre «il fenomeno del randagismo dilaga», nonostante l'assenza di spazzatura per buona parte della giornata grazie al servizio di raccolta differenziata porta a porta abbia aiutato nel tenere un po' a bada il fenomeno. A pungolare l'apertura di un dibattito, che coinvolga i cittadini, i tanti volontari che per anni hanno dato, nel silenzio, il loro contributo occupandosi di randagi e l'amministrazione, è stata l'associazione di difesa animali Dna Diritti-natura-animali di Potenza, invitata da Antonio Pace dei Verdi a raccontare l'esperienza che dal 2008 la vede operare nel capoluogo a tutela dell'ambiente e degli animali. La storia del canile della cittadina gianturchiana, costruito nell'area di un'ex cava in località «tre ponti», inizia, nel 1996. Solo dopo 14 annidi lavori, sospensioni e numerosi adeguamenti in corso d'opera per rispondere alle normative dei veterinari dell'Asp, 14 anni segnati dal grave fenomeno del randagismo e da lamentele e paura della popolazione, nell'agosto 2010 si è potuto tagliare il nastro; ma a novembre dello stesso anno la struttura ha chiuso per infiltrazioni d'acqua e in questi giorni si aspetta la nuova apertura. La gestione del canile, costato oltre 200 mila euro, era stata affidata, come da gara espletata, all'associazione di volontariato Arca di Tito, che dovrebbe riprendere in mano la direzione, con un costo per le casse comunali di 9 mila euro come contributo annuo e di euro 0,8 al giorno per cane. I posti disponibili saranno 110. Tuttavia l'apertura del ricovero, anche quando riuscirà ad essere a regime, non basterà da sola. Secondo i volontari, che per anni hanno dedicato il loro tempo ai cani randagi, accudendoli, curandoli e sterilizzandoli spesso a proprie spese (invitati, a più riprese da Maria Argenzio di Dna a costituirsi in associazione divenendo così un vero punto di riferimento sia per i cittadini che per le istituzioni e, quindi ente con il quale poter fare programmazione e non solo gestione delle urgenze), «quando si sono diffuse voci dell'imminente apertura del canile i casi di abbandono si sono quintuplicati. Se i cani fossero microchippati, inchiodando i proprietari alle loro responsabilità, e tutti sapessero che la sterilizzazione anche dei cani di proprietà viene fatta gratuitamente dai veterinari dell'Asp, che periodicamente con una struttura mobile adibita ad ambulatorio veterinario organizzano giornate nei vari territori, sicuramente ci sarebbero meno abbandoni. Purtroppo, per educare i proprietari, sono essenziali le sanzioni e i controlli». |
27/04/2012 - autore: Sandra Guglielmi |
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO |