Tagliati fuori dal piano di recupero della riforma Fornero. Protesta a oltranza
Buttati giù dai barconi affollati di un sistema produttivo al collasso
perché considerati naufraghi anziani più prossimi a raggiungere quella
zattera previdenziale che il governo tecnico ha fatto sparire di botto dal
loro orizzonte, lasciandoli annaspanti e senza salvagente nel mare aperto.
Sono migliaia, ma le cifre si rincorrono senza conferme e stime ufficiali
certe, in tutta Italia; centinaia in Basilicata. Gli esodati, ossia quei
lavoratori che hanno accettato la cessazione prematura del rapporto di
lavoro, o che sono stati licenziati da aziende in crisi (ma non sempre), e
che dopo un periodo coperto da ammortizzatori sociali, avrebbero avuto
accesso alla pensione d'anzianità, si sono visti, per effetto della riforma
Fornero, allontanare ex abrupto i requisiti minimi per accedere alla
pensione, rischiando di restare per anni, terminato il periodo coperto,
senza alcun sussidio. In Basilicata c'è chi parla di un numero che oscilla
tra le 400 e le 600 persone. Tra le varie aziende che hanno messo in campo
accordi, che non possono più essere onorati, per accompagnare lavoratori
alla pensione, ci sono le aziende elettriche Enel e Assoelettrica (3.000 -
4.000 unità in campo nazionale) che hanno risolto in questi anni, in modo
consensuale, centinaia di rapporti di lavoro. Ora un gruppo di quegli
esodati, che restano fuori dalla salvaguardia retroattiva messa in piedi dal
governo resosi conto del caos sollevato dalla riforma (col Decreto
Interministeriale del 1° Giugno 2012 si è stabilito che i lavoratori
interessati da accordi di mobilità stipulati entro il 31 dicembre 2011,
possono accedere alla pensione con le vecchie regole pre Fornero e dunque
basteranno 40 anni di contributi) scrive una lettera aperta agli
amministratori dell'Enel e di Assoelettrica. «Le varie pressioni sindacali,
politiche e di comitati vari - afferma Angelo Pace, referente di un gruppo
di lavoratori esodati lucani dell'enel - hanno fatto prendere coscienza
degli errori effettuati e delle gravi conseguenze su centinaia di migliaia
di famiglie, perciò il governo ed il parlamento hanno parzialmente
rettificato i provvedimenti legislativi. Ma le modifiche fatte o quelle
proposte come la proposta di legge 5103, salvano gran parte degli "esodati"
ma non tutti. Resterebbero fuori dalla salvaguardia delle vecchie norme
lavoratrici/ori Enel che hanno risolto consensualmente il rapporto di lavoro
entro la data del decreto 201/2011 ma che maturano il diritto alla pensione
anche dopo il 2014, e che per effetto delle varie finestre e modifiche
percepiranno la pensione a fine 2015 o 2016/17. Considerato la volontà
governativa e parlamentare di non lasciare nessuno senza reddito e senza
pensione, e che ciò non si verificherebbe per i casi citati, e per di più in
considerazione dei piccoli numeri Enel a livello nazionale, chiediamo il
vostro intervento, ritenendo utile ogni iniziativa di sollecito di un
provvedimento legislativo o governativo in nostra difesa».
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30/09/2012 - autore: Sandra Guglielmi |
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO |