AVIGLIANO, UN CASO DI ABUSO EDILIZIO E DI MANCATA TRASPARENZA

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AVIGLIANO - Che un’impresa edile stipuli degli atti definitivi di compravendita di immobili costruiti nonostante un’ordinanza di demolizione, è grave. Ma che un’amministrazione comunale non faccia rispettare la sua stessa ordinanza, ignorando i diritti dei suoi cittadini, è ancora più grave. E’ quanto accade dal 2004 ad Avigliano, riguardo a un fabbricato di nuova costruzione, ad oggi già abitato da famiglie e occupato da attività commerciali: il palazzo “Telesca” in via Giustino Fortunato. Un caso di abusivismo edilizio e di mancata trasparenza della Pubblica Amministrazione, che mi vede coinvolto, in quanto promittente acquirente di un appartamento e di un garage. Nel corso della sua costruzione questo immobile si è scoperto in parte abusivo e oggetto di diverse ordinanze di demolizione da parte del Comune di Avigliano. A parte il contenzioso che ne è derivato tra me e il proprietario – uno degli immobili promessomi in vendita, essendo risultato abusivo, avrebbe reso non valido il relativo atto di trasferimento – ciò che colpisce è il grave silenzio che l’Amministrazione Comunale di Avigliano mantiene su una delle ordinanze di demolizione emesse, quella cioè che riguarda la parte dell’immobile più cospicua: i 2 piani sottostrada di 800 metri quadri ciascuno, che stanno per essere destinati a un grosso studio dentistico e a un ipermercato.Dal momento che questa ordinanza di demolizione è rimasta disattesa, come fa l’impresa a continuare a stilare preliminari di vendita che potranno risultare inefficaci, perché viziate nella forma e nella sostanza? E perché le richieste di accesso agli Atti amministrativi e tecnici di questo stabile vengono negate, pur essendoci l’interesse ad agire? Ritenendo abusivi i lavori in corso per il recupero dei Piani interrati, ed illegittimi sia il Permesso in Sanatoria rilasciato, che la recente D.I.A., lo scorso 18 novembre 2008 ho inoltrato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica, affinché sia fatta chiarezza su un caso di chiara speculazione edilizia, con l’intento di evitare che anche altri vengano danneggiati. Per capire che non è una questione non trascurabile, bisogna sapere che: • Il fabbricato in questione prevedeva 4 piani fuori terra, 1 piano interrato da adibire a garage e 2 piani di volumi tecnici, totalmente interrati e privi di accesso (come da Concessione Edilizia N° 165 del 2000);• Il Comune di Avigliano, riscontrando un andamento sostanzialmente diverso nella costruzione dello stabile, dopo aver emesso un’Ordinanza per l’irregolarità del tetto, il 23 dicembre 2004 emette contemporaneamente e stranamente n° 2 Ordinanze di demolizione lo stesso giorno: o la n° 3317 che imputa un incremento abusivo di: 1.660,27 metri cubi per la messa fuori terra delle pareti interrate del Piano Garage al 1° sottostrada; di 1.200 metri cubi per il 2° piano sottostrada; e di 1.520 metri cubi per il 3° piano sottostrada;o la n° 3318 che imputa un incremento volumetrico abusivo di 135 metri cubi per i solo 4 piani previsti fuori terra.• Il committente ignorando volutamente l’Ordinanza n° 3317 che imputa ben 4.380 metri cubi abusivi e citando solo l’Ordinanza n° 3318, chiede il permesso di poter continuare a costruire in sanatoria, affermando che ci sono state solo “maggiori superfici di 20 cm per lato” e “minime variazioni interne e prospettiche”.• Il Comune rilascia quindi il relativo Permesso di Costruire, sanando le “minime variazioni” che erano state indicate nell’ordinanza n° 3318, ma tacendo gravemente sull’altra vera e sostanziosa Ordinanza .• Dopo due anni di prudente attesa, all’aprile di quest’anno sono stati ricominciati i lavori e sulla Tabella di cantiere paradossalmente appaiono i riferimenti di una semplice Denuncia di Inizio Lavori per il recupero dei locali di tutti i 3 piani sottostrada, in riferimento ad una Legge Regionale di modifica di una data delle L. R. n° 8 del 2002 per il “Recupero dei sottotetti e dei locali seminterrati e interrati esistenti” e n. 18 del 2004 circa le “Norme sulla sanatoria degli abusi edilizi” che non sono state rispettate in quanto:o il volume abusivo realizzato è di 4.380 mc (accertati dal Comune) pari al 47,15%, anziché al massimo 30% e comunque non superiore a 750 mc consentiti dalla legge;o il volume totale assentito dello stabile è superiore ad 8.000 mc e la sanatoria è consentita per le nuove costruzioni che non superino i 3.000 mc totali;o la costruzione non era stata ultimata entro il 31/12/2006 come prevede la legge;o la domanda di sanatoria non è stata presentata entro la scadenza del 10 dicembre 2004.Da quanto indicato fin qui, la situazione risulta molto a grave, perché:- il recupero dei locali interrati è abusivo; - il Permesso a Costruire in sanatoria ha un sostanziale vizio di forma;- la DIA non poteva formarsi per le condizioni di legge;- la condotta dell’Amministrazione Comunale di Avigliano, oltre a non essere trasparente, risulta di chiaro favoreggiamento nella realizzazione dell’abuso per il non rispetto delle norme.
29/11/2008 - autore: Gianni Rosa
fonte: IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA

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