Avigliano, alcune persone residenti a palazzo Corbo illustrano i loro disagi. Lo stabile è in precarie condizioni a causa di infiltrazioni
AVIGLIANO – Di nobile sono rimasti il nome del palazzo secolare Corbo e l'animo delle persone che lo abitano: persone semplici, dalla pazienza invidiabile. Non che si stia malissimo, tra l'altro pagando una retta irrisoria, in quella che fu la dimora della famiglia che dette i natali al giacobino Giulio Corbo: dalle finestre di quegli appartamenti si scruta un paesaggio innevato che lascia spazio a romantiche visioni ottocentesche, paesaggi calpestati in lungo e in largo da quel brigante Nicola Summa, meglio noto come Ninco Nanco, al quale la leggenda popolare affibbia incursioni da una parte all'altra dell'agro aviglianese attraverso un tunnel che, pare, nascesse proprio nel ventre dell'antico palazzo. Lasciandosi alle spalle il candore di una valle completamente innevata, l'atmosfera cambia.Al bianco della neve e delle belle tende della signora Antonietta, al secondo piano del palazzo, si contrappone il nero, davvero nero, dei muri della sua abitazione che fanno “pendant” con quelli del grande atrio che accomuna le 12 famiglie, arrivate là grazie a un bando comunale per l'edilizia popolare a metà degli anni Novanta. Il privilegio di abitare in uno dei tanti palazzi storici di Avigliano non appaga lo stato d'animo e le condizioni di chi da anni è costretto a convivere con umidità e infiltrazioni d'acqua. L'abitazione della famiglia Giordano è visibilmente decadente. Marito, moglie e tre figli ci abitano da oltre dieci anni. Muffa e acqua attaccano l'intonaco in più parti della casa. Le camere da letto e i bagni sono gli ambienti maggiormente danneggiati. Un intervento realizzato soltanto per metà con cartongesso bullonato alla buona ha solo nascosto la muffa. Dai soffitti, in alcuni punti, viene giù la pittura. “Il problema principale – fa notare Donato, il capofamiglia – viene dalla copertura dell'edificio, negli anni danneggiata da un crollo causato dalla neve. In quell'occasione – racconta ancora l'uomo – intervennero i Vigili del fuoco che ordinarono un ripristino urgente entro 15 giorni. Ma da allora non abbiamo visto nessuno. Tante promesse di politici, amministratori e tecnici, ma nessuno ha fatto niente. Dall'amministrazione dicono che non ci sono i soldi”.Anni fa uno dei figli della famiglia Giordano si ammalò di bronco-polmonite: una storia di malattie come tante, oggi risolta. Ma all'epoca fece preoccupare i genitori, ai quali i medici avevano raccomandato di non far vivere il proprio figlio in ambienti umidi. Ma dove, se non là? Chi abita palazzo Corbo è gente che vive la vita con dignità e umiltà, vattela a sbrigare una causa che metta in relazione la malattia con infiltrazioni d'acqua e umidità.La signora Verrastro mostra altro. Apre il suo scantinato e pigia con la mano l'acqua che lo invade. Là dentro ha riposto piccoli arnesi da custodire, c'è anche la conserva. “E' da tempo – dice la signora – che ho segnalato questo problema, ma continuo ancora oggi a tirare acqua col secchio. Sono questi i segni che si portano dietro gli inquilini del 21esimo secolo del palazzo Corbo. Ma non tutti avvertono questo catastrofismo intorno alle loro abitazioni. C'è Leonardo, un volenteroso spargitore di sale in una mattina gelata, che racconta il suo punto di vista. “Nel mio appartamento – dice - non ho problemi. Sicuramente alcune cose non vanno, ma con pochi interventi qualcosa si può sistemare”.La ristrutturazione del palazzo Corbo è nata sotto una cattiva stella. Oltre a una lunga contrapposizione politica che dura ancora oggi, anche la magistratura una quindicina di anni fa aveva messo le mani con una indagine finita in tribunale. Una storia che si porta vari strascichi, dunque, e che oggi si aggiorna con una presa di posizione del centrodestra in Consiglio comunale. Nei giorni scorsi il consigliere Francesco Giordano (Insieme per Avigliano) aveva denunciato il precario stato di salute dell'immobile. A quella sollecitazione risponde oggi il sindaco Domenico Tripaldi (Pd), secondo il quale “negli anni il palazzo Corbo è stato oggetto di interventi e altri, compatibilmente con il bilancio comunale, saranno programmati”. Il primo cittadino non nasconde le difficoltà di un intervento considerevole sull'edificio. “Per un intervento di grossa portata – dice – occorrono finanziamenti regionali, ai quali l'amministrazione comunale già in passato aveva candidato un progetto”. Che però tarda ad arrivare.
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15/02/2009 - autore: Gianni Sileo |
fonte: IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA |