VERSO LE ELEZIONI 2009

Riflessioni su liste e candidati

Elezioni provinciali iniziate sotto tono, in un clima tranquillo, aperture di campagna elettorale svolte nelle sezioni con iscritti e simpatizzanti, rari comizi. Almeno sino a adesso, mentre siamo in stampa. Eppure negli ultimi periodi ci sono state novità nello scenario politico: nascita di Pdl e Pd, scissioni da destra a manca, la sinistra che si coalizza per le europee, l’UdC corre da sola. Giovani candidati presidenti per la Provincia.Che queste siano elezioni importanti per i principali schieramenti è lapalissiano: non è in gioco il destino personale del singolo candidato, ma la posta è il futuro di questa Regione, le alleanze che si potranno cementificare o disgregare, le scelte di chi è a un bivio come IdV – partito di lotta e di governo?- e l’Udc, rimarrà nella scelta di terzo polo equidistante?Senza dimenticare le amministrative di Potenza, cui nel bene o nel male Avigliano è legata.Nel collegio di Avigliano probabilmente assisteremo, nonostante l’apparente flemma partitica, ad una lotta serrata all’ultimo voto. Basta dare una superficiale visione ai candidati per notare due caratteriste delle liste. Innanzitutto la presenza di volti conosciuti e riconoscibilissimi poiché a vario titolo sono rappresentanti delle istituzioni: assessori e consiglieri comunali, uscenti dall’amministrazione provinciale, ex assessori ritornati nell’agone politico.E il segnale preciso che i partiti maggiori puntano ad ottenere il massimo risultato, anche per contarsi alle prossime comunali del 2010. Considerarlo come una semplice conservazione di chi “possa portare” voti credo sia una valutazione superficiale. Invece le liste minori o nate semmai da poco hanno puntato quasi tutte su “volti nuovi”. Di sicuro chi si presenta per la prima volta può essere considerato una novità, però colpisce che nessuno dei “nuovi” abbia un trascorso significativo , non dico nelle giovanili di partito, ma neanche nel volontariato, associazionismo, movimenti di opinione. Insomma candidature inventate per coprire un collegio, se si fa appello al cambiamento, alla società civile ed altro, si deve anche avere la coerenza e la capacità di coinvolgere chi poi realmente vive e lavora nella e per la comunità aviglianese. Non basta candidare il giovane, la donna, o qualcuno che professi una presunta rappresentanza di una categoria sociale. Entriamo nella retorica e nella metafora senza contenuti della politica ossia slogan che vivono e muoiono nell’arco di una tornata elettorale ma non candidature che possano avere un seppur minima relazione sociale con la società aviglianese.Ora resta solo di aspettare l’esito delle provinciali 2009. Però ci si augura che colto il risultato, i partiti strutturati abbiano il coraggio di aprire una nuova stagione, incominciando a porre le basi per un rinnovamento della classe dirigente. Il Pd e la Pdl hanno iniziato a farlo investendo e organizzando le giovanili di partito e ci auguriamo che proseguano e “rischino” maggiormente.Ed anche di sciogliere due nodi politici che esistono, persistono e corrono il pericolo di diventare due macigni innammovibili. Il dualismo Centro periferie, nel passato governato dal divide et impera della Dc, ora sempre più distante, territori e realtà uniti solo da un’unità amministrativa. Qualche segnale di voler “unificare” si nota, ma dovrebbe diventare una delle priorità delle forze politiche locali. Come si fa a parlare di “piano metropolitano, quando si ha difficoltà a unire il proprio territorio, senza addentarci poi nelle “economie e società interconnesse” così tanto di moda nei linguaggi settoriali.L’altro nodo resta il rapporto con la “società civile”, quella vera, non mi riferisco a vecchie etichette utilizzate da qualcuno per riciclarsi, il mondo dei volontari, delle associazioni, dei cittadini impegnanti, dei minori – futura classe dirigente- che dedicano il loro tempo ai coetanei. Negare che i partiti e la politica stiano diventando autoreferenziali è un errore, negare che spesso si opera più con logiche “amministrative” o di pura pragmatica partitica per ottenere qualche voto è sbagliato. Lasciando i discorsi qualunquisti ai professionisti dell’anti-politica, è innegabile che si debba andare ad un nuovo “patto con i cittadini” e che i partiti ritornino ad essere il centro di selezione ed aggregazione di interesse. Anche i partiti sono “società civile”, allora che ritornino ad avere una sana e vivace dialettica con i cittadini, non con gli elettori.
02/06/2009 - autore: Leonardo Pisani
fonte: IL LABORATORIO AVIGLIANO

Back