rievocata l'invasione saracena. Grande folla per San Vito
In 3oo hanno scortato hanno scortato la navicella che portava San Vito, patrono di Avigliano, mentre sfilava per strade del paese. Un’antica tradizione, in disuso dagli anni 60, ripresa dal 1995 dal comitato promotore. Un’idea nata dopo la lettura di una novella “Fanatica vendetta barbara” dal libro “ A piè del Carmine” scritto nel 1903 dal magistrato e letterato Tommaso Claps. Un corteo che ricorda, con il simbolismo della religiosità popolare, le incursioni saracene avvenute nella Lucania, impersonate dal “Gran Turco” capo degli invasori e il miracoloso intervento del Santo protettore, che difende le popolazioni inermi. La sfilata è alla XV edizione ed ha avuto la partecipazione di numerosi gruppi storici provenienti da Puglia, Campania e Basilicata tra i quali i cavalieri della scuderia “3H” di Avigliano, i cortei storici di Melfi ed Acerenza ed il circolo Castello di Potenza. Presenti anche gli sbandieratori di Lucera e il corteo storico di San Severo dalla Puglia e per la Campania gli archibugieri e trombonieri senatori di Cava dei Tirreni. Una manifestazione che ha fatto ripercorrere secoli di storia che hanno traversato la Lucania: dalle invasioni saracene ai cavalieri Templari, con la caratteristica croce rossa sul petto e sul mantello bianco, dagli arcieri e ai mangiatori di fuoco e sbandieratori medioevali ai archibugieri. Simulata dai Trombonieri cavesi la tecnica bellica delle prime armi da fuoco. Il Trombone, derivato dall’archibugio in dotazione dei lanzichenecchi, mercenari Carlo V che saccheggiarono Roma nel 1527, è un’arma tradizionalmente lavorata dagli artigiani cavesi.Chiudevano il corteo carri con comparse in costumi tradizionali lucani ed aviglianesi e del gruppo folk di Dragonetti di filiano che ha eseguito le danze e canti caratteristiche della cultura contadina.
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16/06/2009 - autore: Leonardo Pisani |
fonte: LA NUOVA DEL SUD |