IL BORGO SI RACCONTA.

Iniziativa della Pro Loco di Avigliano

“Il Borgo racconta” attraverso disegni e planimetrie dall’ottocento i primi decenni del 1900. Una porzione di storia avigliano raccontata con documenti dell’archivio storico del comune di Avigliano, focalizzata sulle trasformazioni del patrimonio urbanistico pubblico. La mostra, inserita nelle giornate Europee del Patrimonio, è stata inaugurata Sabato 26 e si protrarrà sino al 10 Ottobre, presso i locali del consiglio comunale. Presenti oltre al presidente Pro loco Nicola Summa, D’Eliciopresidente ragionale UNPLI e Perrotti responsabile nazionale e Elena Vigilante della Deputazione di Storia Patria. Un’iniziativa apprezzata dal sindaco Tripaldi, che usa mezzi termini: “ La cultura da essere centro di attenzione fondamentale sta diventando un optional, mentre speso le risorse siano drenate verso manifestazioni più “leggere” o commerciali.”. La mostra è stata ideata e curata dalle dottoresse Rosanna Galliani e Donatella Gerardi con la collaborazione dell’architetto e storico Franz Manfredi. “L’allestimento della mostra è stato preceduto dalla compilazione di un elenco della documentazione conservata nell’Archivio Storico”dice Donatella Gerardi “durante il lavoro sono emersi dei documenti interessantissimi, da qui il progetto di esporli a tutta la comunità.”. Documenti risalenti anche al Regno delle Due Sicilie, come una causa dei coloni di Lagopesole contro il Principe Doria, latifondista. “ il lavoro di archiviazione è durato 5 mesi” spiega Galliani” Poi l’idea di questa mostra della mostra per una serie di istantanee sulle evoluzioni che, nel corso dei secoli, hanno interessato monumenti e edifici, attraverso 6 sezioni tematiche che raccontano Avigliano attraverso edifici pubblici, private e religiosi.”. Un patrimonio che è stato sempre lasciato all’incuria e persino devastato. Nel trentennio 1950-80, si è avuto il periodo delle grandi devastazioni di palazzi nobiliari come Tedesca e Carriero, le chiese di san Giovanni e delle Clarisse. “ Dopo gli anni 80 qualcosa è cambiato nella tutela del patrimonio culturale” dice Manfredi “i piani di recupero, le mostre e pubblicazioni da parte dell’associazionismo, i restauri di affreschi e quadri. Importante questo lavoro sia continuato e sia fatto conoscere specie ai giovani.”. Finito il convegno, lo stesso Manfredi fa da Cicerone ai ragazzi dell’Istituto Carducci- Morlino, spiegando le planimetrie e la relativa storia delle opere pubbliche.
28/09/2009 - autore: Leonardo Pisani
fonte: LA NUOVA DEL SUD

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