LA STORIA DELLA MADONNA DEL CARMINE TRA REALTÀ E LEGGENDA: DALLA FANCIULLA DEL TORRENTE BRAIDA AI GIORNI NOSTRI

LE ORIGINI - «Io sono la Vergine del Carmine, e dite al popolo di Avigliano di riprendere l’antica costumanza di portare in processione la sua Statua sul Monte Carmine il 16 luglio di ogni anno, e celebrarvi la festa, altrimenti mali maggiori vi sovrastano». Sarebbero queste secondo la leggenda le parole proferite nell'agosto del 1719 dalla Madonna del Carmine di Avigliano ad una particolare interlocutrice: una fanciulla quindicenne intenta a lavare i panni nei pressi del torrente Braida . La donzella era stata sorpresa dall'urugano, che quell'anno si abbattè con esiti devastanti sulla città e sulle campagne limitrofe, e stava per anneggare in acqua quando il provvidenziale aiuto mariano la trasse in salvo accompagnandola fino alla "croce di San Biagio". Usiamo il condizionale non per una mal celata forma di ateo scetticismo ma perchè ci è difficile credere ad un ricatto divino come questo aneddotto lascia chiaramente intendere. Quel che è sicuro è che la festività venne soppressa per un certo lasso di tempo a causa dei fatti incresciosi verificatisi come conseguenza dell'abuso di alcol nei giorni di festa, un effetto collaterale delle celebrazioni intollerabile agli occhi del garante dell'ordine pubblico. A questo punto la domanda sorge spontanea, ma dove affonda le radici questa ricorrenza? La risposta risiede ovviamente, e non può essere altrimenti, nella tradizione. La Vergine del Carmine pare abbia fatto proseliti prima nella città gianturchiana e poi nel resto della regione. Alcuni fanno risalire la devozione già ai tempi delle Crociate, pare infatti che in cima ad una "montagnola" alta 1228 metri fosse presente una piccola capanna con all'interno un'incisione rupestre raffigurante il volto di una Madonna. Notizie precise, si hanno però a partite dal 1694, anno in cui Avigliano venne funestato prima da una terribile carestia e poi da uno sconvolgente terremoto. Quest'ultimo evento diede la genesi alla paura che in poco tempo si impossessò della popolazione costringendola a transumare sulla "montagnola". Gli aviglianesi restarono accampati sul monte per circa quaranta giorni stipulando una sorta di patto con la Vergine: se quest'ultima li avrebbe scampati alla tragedia, loro per riconoscenza avrebbero acquistato, con i fondi provenienti dalle pubbliche offerte, un'imponente statua in legno, ma non solo avrebbero anche eretto una cappella per custodirla adeguatamente. Le preghiere vennero ascoltate e nonostante la violenza del sisma non si registrarono vittime tra la popolazione. Il miracolo, venne immediatamente attribuito alla mistica regia mariana e cosi per onorare la promessa gli aviglianesi sciolsero il voto e procedettero all'acquisto del simulacro. Nel frattempo la "montagnola" venne ribattezzata "Monte Carmine", appellativo con la quale è tuttora conosciuta. Due anni dopo, ultimata la costruzione della Cappella, la Vergine del Carmine venne proclamata protettrice del paese, mentre perchè le istitutizioni ecclesiastiche ratificassero ufficialmente la celebrazione a lei dedicata bisognò attendere fino al 1811 (A quanto pare già all'epoca la burocrazia era incistata nel sistema delle istituzioni).
AI GIORNI NOSTRI - Le celebrazioni si sono ripetute fedelmente con cadenza annuale fino ad arrivare ai giorni nostri. E' il grande potere della tradizione che unita alla forza derivante dalla fede da vita ad una risultante vettoriale in grado di permettere la non dispersione delle usanze e delle consuetudini in generale. Tornando a disquire della festa in senso stretto occorre fare una piccola precisazione dicendo che la stessa è in realtà frazionata in due parti: una prima denominata "l'Ascesa" si consuma il 16 Luglio e una seconda che si svolge seguendo il percorso inverso la seconda Domenica del mese di settembre. Liturgia, andata in scena anche oggi, con la Madonna, avvolta in una teca e portata in spalla dai fratelli della Confraternita della Madonna del Carmine. Come sempre accade poi la processione viene allietata dalle ugole dei fedeli intenti a stornellare i canti classici dedicati alla Vergine del Carmelo. La festività della Madonna del Carmine, così come quella di San Vito Martire (beato con il quale divide il compito di proteggere la città) ha scandito i tempi della nostra vita e scandirà i tempi che verranno.

16/07/2014 - autore: Lacerenza Vincenzo
fonte: aviglianonline.eu

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