Teminate le giornate in onore di Vincenzo verrastro con un convegno sulla sua attività politica. Fondatore della Democrazia Cristiana ad Avigliano nel 1944, consigliere comunale dal 52 al 70, segretario provinciale dal 58 al 65, presidente della provincia dal 58 al 67 poi senatore nel 1968 con il 45% dei voti ed infine il primo presidente della Regione, ancora oggi il Presidente per antonomasia. A ricordarlo c’era Gennaro Claps, storico e giornalista, sindaco di Avigliano dal 1960 al 64, stretto collaboratore del “professore” che ha ricordato gli anni difficili del dopo guerra, della “cortina di ferro” anche nella politica, a quel tempo Avigliano era un’amministrazione di sinistra PcI-Psi fino al 1948. Rievoca della occupazione delle terre nella frazione di Frusci. I proprietari terrieri dell’epoca erano i Doria, che avevano appaltato alla ditta Calice di Rionero, lo sfruttamento e il taglio del legname. Questo significava la distruzione del bosco, il Pci organizzò e capeggiò l’occupazione delle terre di proprietà dei principi romani. Il bosco, il latifondo ed il Castello di Lagopesole furono, poi, ceduti dalla Famiglia Doria al Demanio Forestale, grazie all’intermediazione di Verrastro. Erano presenti suoi allievi politici come Gerardo Coviello che ha ricordato le doti di equilibrio che ha permesso a Verrastro di dare alla regione Basilicata una stabilità politica in periodi anche difficili come la solidarietà nazionale e gli anni di piombo. Inventore “della programmazione economica”, dello sviluppo autopropulsivo della regione, La costruzione dell’Ente Regione dal nulla, i grandi progetti dei vari Comitati per la Programmazione, il confronto ed il rispetto delle minoranze con la presidenza del consiglio alle opposizioni. Antonio Boccia ne ha ricordato l’attività parlamentare, breve ma intensa. Già allora aveva nel suo programma elettorale l’istituzione delle Regioni ed il sogno poi realizzato negli anni 80 dell’università in Basilicata. “ Un Uomo che ha fatto onore alla Basilicata ed ad Avigliano” così lo ha definito il sen. Umberto Ranieri, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri nei Governi D’Alema ed Amato, che dal 1975 al 1982 fu segretario regionale del PCI. “Fui mandato da Amendola e Chiaromonte a farmi le ossa in Lucania. Chiaromonte aggiunse: attento a non fartele rompere.” Ranieri ricorda i primi colloqui con Verrastro, prima tiepidi e con diffidenza, poi il dialogo profondo e pragmatico. “Il Pci di potenza aveva difficoltà a dialogare con la cittadinaza, mentre la Dc ne incarnava “l’anima”, la domenica era consuetudine vedere Emilio Colombo passeggiare per Via Pretoria. Erano gli anni di Moro e Berlinguer, del terrorismo e delle crisi economiche. Tra il Pci di Ranieri, di Nino Calice e Giacomo Schettini e la Dc di Verrastro c’era confronto spesso duro e serrato ma all’insegna del rispetto, del confronto e di elaborazioni comuni. “ Il ricordo di Vincenzo Verrastro che ho “ ha concluso Umberto Ranieri “ come persona un galantuomo e come politico che voleva risolvere le questioni e i problemi della sua Regione.”.