Ho appreso con enorme soddisfazione il via libera all'estradizione di Cesare Battisti da parte del Tribunal Supremo Federal brasiliano, dopo l’assurdo l’errore di concedere lo status di rifugiato politico al terrorista, militante dei “Proletari armati per il comunismo che secondo un copione purtroppo noto dopo esser scappato dalla Francia ed evitato l’estradizione, si rifugia in Brasile cercando, con cinismo e ignominia, di lasciare il passato sanguinoso da terrorista ed apparire vittima di soprusi giudiziari e di un’ingiustificata persecuzione politica da parte delle istituzioni italiane.Nessuna persecuzione, nessuna vendetta ma solo e soltanto Giustizia, verso chi come Battisti si è reso colpevole di una stagione che ha causato tra attentati e stragi oltre 500 vittime e migliaia di feriti, uno scellerato tentativo di attacco alle istituzioni democratiche del nostro Paese, un delirio ideologico che ha lasciato vittime, vedove ed orfani.Battisti fa parte a pieno titolo di quella stagione criminale, non vittima “politica” ma carnefice, condannato a due ergastoli per omicidio, tentato sequestro di persona, ferimenti ed una serie impressionante di rapine e altri reati minori. Giudicato in tre gradi di giudizio e condannato sulla base di molteplici prove e testimonianze. Da cittadino italiano e da Consigliere della Regione Basilicata mi auguro che il Presidente Ignacio Lula da Silva firmi il provvedimento di estradizione del terrorista italiano affinche’ Battisti possa saldare il suo debito individuale e personale con la giustizia italiana. Giustizia che anche il popolo lucano e le istituzioni della nostra regione rivendicano nel ricordo di una delle vittime di Battisti e del suo gruppo criminale: il maresciallo Antonio Santoro, cittadino lucano e cittadino di Avigliano essendovi nato il 26 aprile 1926.Maresciallo Capo dell'allora Corpo degli Agenti di Custodia, oggi polizia penitenziaria, Santoro era il comandante della Casa Circondariale di Udine e fu barbaramente assassinato da Battisti ed alcuni complici il 6 giugno 1978 mentre usciva da casa per recarsi a lavoro. Il maresciallo fu colpito alle spalle nei pressi del carcere di Via Spalato. Battisti lo aveva atteso con complice, e poi – secondo la ricostruzione dell’accusa – aprì il fuoco. Il nostro concittadino è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile della Repubblica Italiana ed il 6 giugno 2007 gli è stata intitolata la nuova caserma della Polizia Penitenziaria di Udine. Un pensiero ai figli Giuseppe, Marcello e Alessandro da parte mia e dell’Istituzione che rappresento.