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14/08/2010
RIVIVE A LAGOPESOLE LA CORTE DI FEDERICO II DI HOHENSTAUFEN
Un corteo per ricordare la prima visita di Stupor Mundi.
 
La prima visita documenta di Federico II a Lagopesole fu nell’agosto del 1242 notizia a firma dall’Imperatore: “in campis et in castris lacus pensilis”. Li arrivò con il suo corte, la moglie preferita Bianca lancia, scortato dalla guardia saracena e dall’inseparabile Hermann Von Saltza, Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici, lo “ scomunicato ”, che aveva guidato con successo la crociata, terminata con un accordo diplomatico tra lo Stupor Mundi e il sultano Malik-al-Kamil recuperando la Città Santa, Bethlemme, Nazareth e San Giovanni d’Acri, che portò all’anatema dello svevo normanno da parte del Papa Gregorio IX. Come poteva essere una giornata di corte? Hanno provato a realizzarla dal centro di cultura UNLA di Lagopesole in collaborazione con la Pro Loco. “E’ la XI edizione, circa 100 figuranti tutti della zona con moltissimi giovani” spiega Leo Pace tra gli ideatori di questa iniziativa “ questo anno l’idea è di far rivivere una visita dell’imperatore, assieme ai suoi consiglieri il poeta Jacopo da Lentini, l’eminenza grigia Pier Delle Vigne e l’alchimista scozzese Michele Scoto” . Non poteva certamente mancare Bianca Lancia, la madre di Manfredi figlio prediletto dell’imperatore, che forse conobbe proprio qui a Lagopesole, durante una battuta di caccia con Galvano Lancia, marchese di Monferrato e sua nipote Bianca. Un giorno di medio evo, giocolieri, cartomanti, dame con furetti e paggi che giocavano con una palla di stracci. E poi fedele alla storia del “Puer Apuliae” una dimostrazione di caccia col falcone, realizzata dal maestro Massimo Lagatà che mostrava al suo braccio un esemplare di aquila reale, che ha spiegato le tecniche, la storia e le razze utilizzate dal falco pellegrino alla poiana ai con rapaci notturni come il gufo. Federico scrisse probabilmente a Lagopesole un manuale sull'arte della falconeria, il De arte venandi cum avibus , il cui originale è conservato nelle biblioteche Vaticane. “ Importò dal mondo arabo l’usanza di mettere i cappucci ai rapaci “spiega Leo Pace “ prima nelle pause di caccia cucivano le palpebre”. Federico su innovatore anche con De arte venandi, nato dall'osservazione a differenza dei bestiari medioevali intrisi di mitologia, teologia e superstizione. Il corte ha sfilato per il centro storico, poi concerto di musiche medioevali e una danza araba ed al termine una cena con uno dei piatti preferiti dell’imperatore: la carne di cinghiale.
 
Leonardo Pisani
fonte LA NUOVA DEL SUD
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