AVIGLIANO DA AMACORD: VINILI DAL 1903
Società liquida, modernità liquida così lo Zygmunt Bauman. Un mondo liquido nel quale sembra non ci siano punti fermi; tutto cambia molto velocemente, troppo velocemente, ove facilmente il nuovo diventa subito inadeguato e si scopre obsoleto. Pensiamo a strumenti come il mangiadischi, fax, il videoregistatore con le cassette vhs, forse tra poco anche il vecchio caro libro assieme a Guttenberg potrebbe andare in pensione. Per l'Associazione Colacatascia questa è anche la società della "Musica Liquida" ossia degli Mp3, dell'i-PoD, delle note digitali e delle web Radio. Ma il vecchio, pesante, rigido vinile ha ancora il suo fascino, sta diventando un pezzo da collezione, un "cult" per gli appassionati, e non solo, di musica. Da qui l'idea di organizzare una mostra con veccchi 45, 33 giri e pezzi storici come alcuni 80 giri del 1903, quelli che si ascoltavano col grammofono attivato a mano. "Siamo un'associazione che si occupa sopratutto di arti visive come la fotografia ed i video ma senza disdegnare" spiegano Danilo Turi e Donato Ranaldi di Colacatscia " l'idea di organizzare una mostra con i vinili è partita da diverse considerazioni. Innanzitutto perchè stanno diventando dei pezzi da collezione, poi sono un "simbolo" culturale di diverse generazioni e anche un segno della grafica e del suo evolversi nel tempo". In mostra inizia con l'esposizione di due dischi ad ottanta giri del 1903, uno con il tenore Gino Ruggiero dal titolo "Così piange Pierrot" un fox- trott, l'altro è "L'arrivo di Diaz in America" della Goglio, casa discografica di Milano. Poi una carrellata di copertine dagli anni 60 dal folk rock di Robert Allen Zimmermann alias Bob Dylan, passando dagli anni 70 dei Deep Purple, Rolling Stone, e la chitarra di Jimmy Hendrix. "Il disco era anche anzi sopratutto un mezzo di socializzazione" continuano gli organizzatori "acquistarne uno era un evento, subito si invitavano amici e appassionati per ascoltarlo e commentarlo assieme" Musica "rigida" dunque ma condivisa, la mostra pone anche attenzione alla grafica, facendo confrontare le edizioni anglo sassoni, più curate nella foto e nella composizione a quelle italiane, che negli anni 60 erano standardizzate; poi col passare degli anni la grafica si evolse e iniziò ad avere maggiore fantasia ed originalità nel disegn e nei caratteri tipografici