Domenica sera, è calato il sipario sulla II° edizione del "South Italy Blues Connection". Una maratona che ha visto protagonisti band e musicisti solisti, provenienti dall’intero territorio nazionale, cimentarsi nell’esecuzione dei grandi classici del blues o inediti accattivanti. Un mix suggestivo che ha trovato riscontri positivi nel pubblico: appassionati del genere o semplici curiosi sono accorsi numerosi. Neanche la pioggia è riuscita a rovinare l’evento: anzi, ha allontanato la calura dei giorni scorsi, rendendo l’atmosfera più frizzante e godibile. E quelli, lontano da Avigliano per motivi personali o di lavoro, hanno potuto assistere all’happening tramite web, grazie alla diretta streaming di Aviglianonline.eu. Il tutto è stato allietato dalla possibilità di degustare la squisita cucina del ristorante “Tuccio”: baccalà e pollo fritto, veri emblemi della tradizione gastronomica locale. E’ stato un evento, un catalizzatore di energie e sinergie, svolto grazie al lavoro di squadra, con un unico obiettivo: la valorizzazione di artisti che stanno contribuendo alla storia del blues, quello italiano in particolare. In questi tre giorni, una parola è entrata, suo malgrado, nelle chiacchiere degli aviglianesi. Il talking blues, appunto. C'è chi lo ama e chi lo odia, ma il la platea presente si è divertita nelle cento variazioni con le quali si è presentato. Il suo universo è popolato da mille eroi, il suo percorso creativo si è sviluppato per una sua forza naturale. Così nasce il blues: una musica pregna di dolore, con testi spesso legati alle sofferenze amorose, che in realtà nascondono il rancore e la protesta degli schiavi neri verso i padroni bianchi. Idee non conformi e, quindi, scomode, che porteranno alla definizione, da parte degli aguzzini coloniali, del blues come musica del diavolo, con la figura satanica e la superstizione religiosa a fare da maschera al razzismo e allo sfruttamento. Oramai l’ultima nota si è spenta nella notte e, allora, non resta che dare appuntamento a tutti al prossimo anno.