LO SGOMENTO È PER LA MORTE DI QUEL POVERO 18ENNE, NON PER COLOMBO
“Quel che è stato sarà, quel che si è fatto si farà ancora. Niente è nuovo di quel che è sotto il sole” (Qohèlet). A 93 anni è morto Emilio Colombo: padre costituente, senatore a vita, politico di lungo corso che non si è fatto mancare nulla, perfino il consumo di droga a scopo terapeutico e ottimi rapporti con i “dico”. Amico di Andreotti con il quale, dopo il 20 ottobre1969, con la scissione della corrente dorotea, fondarono Impegno Democratico. E insieme a “belzebù”, anche lui, si porta nella tomba i tanti segreti, gli omissis e le relazioni pericolose con i poteri forti, mai svelati della vita politica italiana. Con sé si è portato il silenzio di non aver detto nulla sulla morte di Elisa Claps e gli intrecci della chiesa santa e peccatrice. Un giusto funerale di Stato, come una giusta commemorazione a Potenza con la partecipazione dell’intera Basilicata, rappresentata dai 131 sindaci e da tutte le istituzioni: nessuno escluso, chiesa compresa. Ma questa è la stessa Basilicata che, nelle elezioni politiche italiane del 2001, al senato, preferì eleggere dei mediocri, bocciando Emilio Colombo, militante nel PPI, che abbandonò il partito in polemica con la dirigenza (la stessa che oggi lo esalta). Passò, quindi, a Democrazia Europea di Sergio D’Antoni, che lo candidò al senato in un collegio della Basilicata, senza essere eletto. Per mettere una “pezza” istituzionale, fu nominato dall’allora Presidente della Repubblica, Ciampi, senatore a vita. Dispiacersi di una morte è legittimo, ma affermare, come tanti, che la sua dipartita “butta l’intera regione in uno stato di smarrimento e sgomento”, mi sembra eccessivo. Forse, un padre di famiglia o un giovane, di questi tempi, avverte un sentimento di smarrimento e angoscia per il pericolo di perdere il proprio lavoro o di non trovarlo affatto, e non certo per la dipartita di un quasi centenario. In fondo, stiamo parlando di un personaggio che è vissuto di politica e, da molti anni, mantenuto egregiamente dalla stessa. La speranza di vita, in Italia, è già da record: gli uomini vivono in media 78,8 anni contro gli 84,1 delle donne. La durata della vita del senatore ha superato abbondantemente la media. La vecchiaia è una brutta bestia: prende quasi a tutti e, prima o poi, tutti moriremo. Lo costernazione di una morte è quella per il giovane diciottenne che, per colpa di una molla del cassone mal funzionante di camion, ha perso la vita e non sarà mai vecchio.