DOPO L'APPRODO DEI MILLE, UIN ALTRO CONDOTTIERO È SBARCATO IN BASILICALA
Elezioni regionali 2013. Fratelli d’Italia, in salsa lucana, è in fermento. Dopo l’approdo dei Mille, guidati dal barbuto Garibaldi, un altro condottiero del Nord è sbarcato in Basilicata: l’imprenditore cuneese, il gigante buono, Guido Crosetto, presidente del partito. E’ giunto dalle valli piemontesi, per liberarci (di nuovo?) dai briganti comunisti e dai collaborazionisti di centro. Ha passato in rassegna le truppe locali, visitando gli avamposti di Bucaletto e Sant’Arcangelo. “Quale coraggio! Quale ardore!” -queste le sue parole- “Eroi che, all’arma bianca, respingono orde fameliche di statalisti”. In ultimo, ha incontro il generalissimo Gianni Rosa. Un solo comando per lui: “Conquista la Basilicata!” In groppa alla sua mercedes, il ragioniere aviglianese, senza esitazione, ha risposto: ”Obbedisco!” E la gente, lì presente, ha gridato all’unisono: ”Re subito!” «Acquaiuò, l'acqua è fresca?», si chiedeva un tempo all'acquaiolo napoletano. E lui rispondeva: «Manco ‘a neve». Come dire, la mia acqua è freschissima. Avrebbe potuto dire diversamente Guido Crosetto? Gianni Rosa è il meglio e va consacrato. Però, chi si aspetta in risposta una verità spassionata, deve porre la domanda a qualcuno che non sia direttamente coinvolto nella questione. Magari se fosse stato chiesto al vagabondo di Avigliano, lui avrebbe risposto citando il meno noto detto, ma non per questo meno applicabile alla persona, “Se fruscia Pintauro, d'esfugliatelle jute 'acito”. E’ una locuzione usata nei confronti di chi continua a pavoneggiarsi, vantandosi di propri supposti meriti, anche quando i risultati delle sue azioni sono piuttosto contraddittori se non addirittura deprecabili. Significato esteso: non aspettarsi informazioni veritiere da chi non ha interesse a darle, perché potrebbero danneggiarlo. Nella Basilicata di questi tempi, il neo re di FdI allestisce gazebi guarniti di manifesti e grossi pacchi di illusioni vendute per le strade della città. Il re Rosa è nudo ma il re non lo sa: egli cammina tra la gente e saluta, sorride. “Ma non fai un po' fatica dietro quella giacca chiara con quel cappio al collo. Non hai pietà di te? Non vedi quel sorriso da campagna elettorale e non ascolti quella tua voce coscienziosa, impersonale? Se a te bastano i trionfi, dentro un regno di cartone, a noi, invece, serve un senso, un cambiamento. Il fatto è che, come tutti i politici dalle stesse facce, tu sei spoglio sotto il sole”. Così parlò il vagabondo di Avigliano.