'FORMICHE DI PIOMBO' UN ROMANZO DI ENZO D'ANDREA
Scrittore versatile che spazia dalla poesia ai racconti ed ora anche al romanzo Enzo D’Andrea, nato a Potenza il 22 dicembre 1972 e residente ad Avigliano, ha pubblicato il suo il suo primo romanzo “Le formiche di Piombo” ambientato nella Torino degli anni 70.
1) Da dove nasce l’idea. L’ispirazione per il suo nuovo romanzo?
La mia prima idea, che pian piano è diventata una fissazione, era quella di scrivere qualcosa sugli anni settanta. Un periodo vissuto da bambino, ma impresso in me per quanto ricordo e per ciò che ho approfondito in seguito (dal punto di vista del costume, dei riflessi della cultura di quel periodo nei film, nella musica e nelle varie forme d’arte, della cronaca, etc.). Gli altri elementi si sono poi via via incastrati quasi automaticamente. Ed è stato bello vedere la storia (meno semplice di quanto possa apparire) sciorinarsi davanti a me, come un film.
2) Perchè formiche di piombo?
Un titolo che deriva da una profonda analisi di uno dei punti cruciali del libro, da parte di uno dei protagonisti. Il termine Formiche di piombo incuriosisce, ed è spiegato all’interno del romanzo, in uno dei momenti più toccanti. Non svelerò più di così. Mi sembra più giusto, anche per non rovinare la scoperta del libro a coloro che vorranno acquistarlo.
3) Dopo poesie, dopo i racconti un romanzo: tecnicamente che differenze ha trovato nello scriverlo?
Le poesie sono lo specchio dello stato d’animo. Raccolgono e dipingono l’attimo creativo. I racconti sono una forma stringata di romanzo, in cui devi essere abile a inventare una trama solida e snella, ma al contempo devi svilupparla in pochi passaggi. Il romanzo è il luogo narrativo di più largo respiro, nel quale la trama assume un tono a volte secondario, a volte primario. Devi essere abile a miscelare, in quest’ultimo caso, i passaggi morti con le azioni e i colpi di scena. Distogliere l’attenzione del lettore da quello che è il tema portante, facendo si che però esso non molli mai del tutto la morsa, memorizzando tutto quanto accade nello sviluppo della storia e appassionandosi al racconto.
4) Ambientato a Torino, circa 40 anni fa. Immaginiamo che abbia trascorso molto tempo nella ricerca delle fonti, nello studiare una Italia che era profondamente diversa?
Senza dubbio, immaginate bene. La ricerca delle basi è stata fondamentale, piacevole, intansa e struggente come una storia d’amore vissuta in un periodo cortissimo. Tra l’inizio e la fine del libro c’è un arco temporale di soli tre mesi, che potrete immaginare cosa abbai provato in quel periodo. E’ stato bello miscelare le fonti bibliografiche con racconti e ricordi di chi ha vissuto quel periodo in quella città. Poi, del resto, dove era necessario, mi è venuta in soccorso la fantasia. Altrimenti, che romanzo sarebbe?
5) Quale è stata la sua maggiore soddisfazione?
In merito al romanzo, spero ancora debba venire. Sono cosciente dei miei mezzi, senza essere presuntuoso. Per cui spero sempre nel meglio. Ciò non vuol dire che non mi riempia d’orgoglio sentire commentare il mio libro, sentirmi riferire da chi lo ha letto i passaggi che più li hanno colpiti. E’ bello sentirsi “raccontare” dei propri personaggi da altri… E’ un po’ come ai propri concerti i cantanti o le band sentono cantare le proprie hit da migliaia di persone.
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