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19/08/2013
LA DIFFICOLTÀ PER GLI AVIGLIANESI DI RICONOSCERSI E SENTIRSI TALI
Dopo il comunicato stampa del presidente dell’associazione l’Abete – Carmine Ferrara...segue
 
Dopo il comunicato stampa del presidente dell’associazione l’Abete – Carmine Ferrara letto sul sito dell’informazione di regime “basilicatanet” e confermato sulle pagine della Nuova del Sud che annuncia: “Quest’anno, per la prima volta, dopo 25 anni la Festa del Bentornato sarà celebrata in ‘trasferta’, in Piazza Gianturco, e non nello storico quartiere di Basso la Terra. Motivo di tale scelta la volontà dell’associazione di festeggiare e condividere il traguardo del quarto di secolo del tradizionale evento estivo con tutta la comunità aviglianese” mi suggerisce questa domanda: La posizione geografica dei quartieri di Avigliano e le diverse culture influiscono sul modo di vivere e percepire la vita? Letta così, mi sembra di vivere nel paese del “particolare”, nel paese senza “identità”, un parodistico individualismo e un concreto spirito di clan o congrega hanno retto anche i destini delle associazioni. Cosa posso rimproverarti che non sia ormai scontato? In questo tempo magmatico amplificato da Carmine Ferrara, avanza un sentimento confuso, ancora indefinito. Ma, comunque, riconoscibile. L'identità secessionista. Promossa, soprattutto, da una parte delle frazioni oggi capeggiata dai fratelli Pace che ad ogni elezione comunale ne fanno una bandiera politica. Ciò suggerisce che il dividersi, oggi, non riproduca tanto ancora un sentimento antagonista. E non preluda tanto ancora a un'identità secessionista o a un'identità comunale "altra" e alternativa. Evoca, invece, lo specchio rotto del Paese (per riprendere una felice e dolente metafora di Eugenio Scalfari) che proietta frammenti. Nordisti, sudisti, centristi. E altre tribù. Riflette la difficoltà per gli aviglianesi, oggi, di riconoscersi e sentirsi tali, di sentirsi una città compatta o meglio la nazione aviglianese. Dunque la festa del ben tornato è stata rinviata causa pioggia al 19 agosto, sicuramente senza professori e intellettuali di complemento ma per la gioia di rivedersi, di riconoscersi, di abbracciarsi, di stare insieme. Dispiace dirlo ma gli aviglianesi che vivono fuori “tornano” ogni anno sempre di meno. Comunque è la grande testimonianza della nostra amicizia passata, attuale e futura con gli aviglianesi sparsi per il mondo che ancora decidono di trascorrere le ferie nel paese natio, mi auguro che per la festa saranno in tanti in piazza. Dunque il quesito finale rivolto a Carmine è: il cittadino delle frazioni come quello del centro hanno diritto o no di cittadinanza aviglianese?
 
Enzo Claps
fonte LA NUOVA DEL SUD
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