ELEZIONI REGIONALI DELLA BASILICATA 2013 - GIANNI ROSA
Elezioni regionali della Basilicata 2013: Vieni a votare insieme a me, c'è il politico che piace a te. Ma chi è? Ma chi sarà? Folino tu penserai: l'uomo che non tramonta. Ma lui non è. Ma chi sarà? Vieni a votare e lo saprai, al tuo fianco lo troverai, sai chi è? Sono io, James Tont Rosa. Il fratellone d’Italia, Gianni Rosa, ne ha per tutti. Salva solo se stesso. E inaugura la stagione dei mega-manifesti (costosi) sui muri delle città e paesi lucani con la sua faccia semi seria da novello James Tont, utilizzando acronimi di tipo scontato per dire che ci offrirà, lui, una regione più “ricca”, mettendoci nei panni di chi non sa se sorridere per la battuta o preoccuparsi per ciò che il significato del termine possa voler affermare. C'è solo da dire che chi ha un ego smisurato è un presuntuoso di prima categoria. Credibilità di un politico:
30/10/2010, titolone da prima pagina dei giornali: “L'Aviglianese Gianni Rosa è il numero due del PDL Lucano”. Ieri, andavi a braccetto con Viceconte e attaccavi Egidio Digilio, oggi,attacchi costui e vai a braccetto con l’altro e, affermi: “(…) Un film già visto, quello proposto dal Pdl, al quale però noi non siamo disposti ad assistere. (,,,)”. Mi domando e dico, consigliere Rosa, ma tu non eri l’attore protagonista di questo film pidiellino lucano già visto? Ci sono film, in genere uno ogni 5 anni salvo imprevisti di scivolata legislativa, la cui visione diventa una sorta di dovere sociale, un imperativo categorico al quale nessun cinefilo ha il coraggio di disobbedire. "Elezioni regionali della Basilicata 2013" rientra prepotentemente in questa ristretta categoria e ne rappresenta, anzi, una sorta di archetipico: un caso ancor prima di giungere nelle urna, con le solide basi di una leggenda costruita ad arte da politicanti da strapazzo e saltellanti delle peggiori cavallette da un partito all’altro da una coalizione a l’altra. Discorso simile lo si può fare per la recitazione politica: in un tale contesto di non-film si è portati a sorvolare sulla propria appartenenza passata fatta di impacci, incertezze, incapacità e stonature dei pseudo politici come te, che possono permettersi il lusso di "esserci" senza dover fornire interpretazioni memorabili. Scusa la mia lesa maestà, ma come si dice: “meglio mangiare la minestra scaldata e non assaggiare il film che proponi tu, che cambi politica e sputi sentenze come il vento dove, fino a ieri, eri lì. Questione a parte è, invece, quella del film che proponi tu senza trama di contenuto, nota veramente dolente visto che le voci delle tue comparse "appiccicate" amplificano l’originale in presa diretta e, dunque, molto più false. L'effetto è straniante, fastidioso e assolutamente nemico della “suspension of disbelief” (sospensione del dubbio), indispensabile per lasciarsi andare ad una soluzione che suscita paure ed angosce se tu fossi rieletto. Cosa salterà fuori dal buio dei tuoi prossimi comunicati? Davvero fastidiosi. Si aspetta un'apparizione che sappiamo non apparirà mai, si segue una vicenda incerta, sicuri di come andrà a finire e si cercano "sorprese" che non andrebbero "cercate" per definizione, con meno aspettative e meno consapevoli di quello che ci attende. Il film manifesto del furbacchione farebbe un altro effetto. Consiglio gratis: Mio caro Fratellone di un consigliere in decadenza, “quel che il pubblico ti rimprovera, coltivalo, è il tuo io”. Questo è il manifesto che avresti dovuto far appendere, rispecchia la tua personalità. Te ne faccio omaggio.