VITO DE FILIPPO, LA 'VERGA DEL DIAVOLO' DELL’EX GOVERNATORE
Il titolo “
Lucani tra le lenzuola tra i più focosi, ma anche tra i più veloci” (da lucano, posso affermare che il sondaggio è discutibile nei risultati) apparso sulla prima pagina della Nuova del Sud del 29 settembre mi ha fatto ricordare una poesia dell’oramai ex Governatore della Basilicata che sintetizza lo scritto dell’articolo e conferma il detto delle donne:“tutto fumo e niente arrosto”. “Misogina giovanile e il fallo cosmogonico di un governatore in decadenza: “
Alla fine della fila delle femmine / c’è sempre un fesso frammentato / in floride fessure di fresca fica / che farnetica fra sé / “ o fallo fallo mio quanti falli / farai nella tua fallita vita / la femmina in fregola / fra le fresche faloppe / favorevole alla facezia del buon fesso / gli falseggia festosamente / la filosofia della fede / è pari alla franchezza della mia fica / il fiero fesso floscio di fallo flocò / fra tante fesserie la favella / è la forza delle forme”. Con questo frammento, una satira antifemminile che si ricollega ad una lunga tradizione diffamatoria e misogina della poesia giambica, di tipo simbosiale, caratterizzata da turpiloquio, invettiva, osceno e ridicolo, il giovane Vito De Filippo, dimissionario e quindi ex governatore della Basilicata (in attesa di un posto da sotto segretario se non proprio da ministro a Roma, per adesso nominato segretario regionale dei PD), come Semonide di Amorgoa, (tempi moderni Silvio Berlusconi) denigrare ogni tipo di donna, paragonandola in tono sprezzante ad un animale o ad un elemento naturale con cui abbia in comune qualche carattere. Questo atteggiamento negativo nei confronti della donna è un elemento caratterizzante del pubblico del simposio, al quale il giovane poeta Vito De Filippo indirizza questi versi: le femmine rappresentano la parte debole della comunità e questo genere di componimenti tende a ribadirne la naturale e irrevocabile condizione di inferiorità e, comunque, manifesta una serie di luoghi comuni riguardanti l’universo femminile, così da ridimensionare almeno in parte la posizione antifemminile del poeta. La "verga del diavolo" dell’ex governatore, che ha reso noto dando l’esclusiva a un giornale settimanale, quando da giovane si connetteva alla radice del sanscrito phallus, lo ha posto al centro della vita mentale, e anche nel linguaggio poetico primeggia: l'organo sessuale maschile del resto ha 1.047 sinonimi (40 più della vagina), per esprimere i concetti più disparati, dalla forza (cazzuto) all'imbecillità (cazzone). Ogni riferimento è puramente casuale ma la Basilicata “Defilippiana” somiglia tanto ad Augusta feretri ovvero "prostituta imperiale". La Basilicata al pari di Messalina viene presentata appunto come un'entità dalla doppia vita: non appena il governatore Vito si addormenta, ne approfitta per prostituirsi in un lupanare fino all'alba, "lassata viris necdum satiata" (stanca di tanti, ma non soddisfatta) dei consiglieri regionali che se la “fanno”.