ELEZIONI REGIONALI DI BASILICATA - ASSEGNAZIONE DEL PREMIO DI GOVERNABILITA'
Il voto è il meccanismo-chiave di una società democratica. Tra liste e "listino", l'abc del voto per le elezioni regionali del 2013. Si applica la legge n 43 del 23 febbraio 1995, conosciuta come legge Tatarella. Detta norma prevede, nelle regioni a statuto ordinario, l'elezione diretta sia del presidente della regione sia del consiglio regionale mediante liste provinciali e regionali di candidati (i cosiddetti "listini" gioia e dolori). Questo è quello che indica la legge nazionale ma, con una successiva riforma costituzionale, è stato riconosciuto il potere ad ogni regione di modificare la propria specifica normativa elettorale. E pochi sanno o ricordano che, Il 14 gennaio 2010, alle 4 del mattino, il consiglio regionale ha modificato la legge elettorale, cambiando le regole a poco più di un mese dalla presentazione delle liste. Questo atteggiamento, allora, suscitò non poche polemiche. Quanti ricordano che, alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010, nel Partito Democratico, avvenne una missione impossibile annullare di fatto il listino. Come? Mettendo nel listino tutti i parlamentari (Felice Belisario, Maria Antezza, Carlo Chiurazzi, Antonio Luongo, Salvatore Margiotta) che, subito dopo la loro certa elezione a consigliere regionale, si dimisero in blocco, ovviamente, conservando il loro comodo posto di senatori e deputati, per far posto ai più votati nelle liste provinciali, ovvero, nel proporzionale. Un’operazione geniale che assicurò, ai candidati delle liste proporzionali, trasparenza e garanzia di essere eletti con i propri voti. Come mai il Partito Democratico di tutto questo capolavoro di trasparenza si è dimenticato di applicarlo anche a queste nuove elezioni? A poco meno di quatto giorni dalla presentazione delle liste, nel PD come nelle altre coalizioni, le carte in tavola vengono rimescolate in continuazione, le regole vengono interpretate da tutti e rispettate da nessuno, e tutti vogliono mettere un loro uomo per farlo eleggere nel famoso “listino”. Come ho già avuto modo di dire, le postazioni per i “culi” a sedere nel parlamentino sono diminuiti e tutti vogliono far accomodare il proprio “culo” senza faticare. L'apoteosi della comicità si è raggiunta. Errare è umano. Perseverare, se non è diabolico, è quantomeno sintomo di incapacità. Per succedere a Vito De Filippo (PD), sono in corsa le quinte file e le stesse facce viste e riviste. Perché non formare il “listino” di tutte donne così assicuriamo la famosa quota rosa che tutti la invocano e nessuno la vuole? Io l’ho detto.