LO SFORZO DELLA MAGGIORANZA E LO SBIGOTTIMENTO DELL'OPPOSIZIONE
Se il sindaco Vito Summa è un “ladro di democrazia”, il consigliere di opposizione di UP, il “compagno” Vito Fernando Rosa, è un “ladro di partecipazione” e i fratellini d’Italia, come loro solito, danno “una botta alla botte e l’altra al cerchio”. Ho assistito al consiglio comunale del 30 novembre ed ho letto attentamente i successivi comunicati stampa delle pseudo opposizioni, da Fratelli d’Italia a Unità Popolare. La prima cosa che mi è venuta in mente da commentare e da sottoscrivere, a proposito di opposizione “inutile”, è la metafora che interpretano: ossia quella dell’ «l'uroboro», il serpente mitologico che si morde la coda e soffoca la polis. C'è un dato che sfugge alla quasi totalità dei partecipanti al “Monopoli” cittadino: l'estrema drammaticità della crisi che sta investendo anche il comune di Avigliano, costretto a pagare per colpe non ascrivibili alla politica ma alla gestione. E del vuoto politico dell’opposizione e di potere che si è generato. Il bilancio del comune è fatto di entrate ed uscite con l’obbligatorietà dell’equilibrio di bilancio pari a zero e non è consentito, per legge, di contrarre mutui per spese straordinarie. Se ci mettiamo pure il patto di stabilità la frittata è fatta. Secondo cotanta opposizione, la colpa del pagamento dei debiti fuori bilancio, deliberati e approvati a maggioranza nel consiglio comunale, è dell’ex sindaco Domenico Tripaldi e, per il capogruppo di UP, il sindaco attuale Vito Summa, come “dittatorello” è un ladro di “democrazia”, che non permette in un tempo ragionevole l’esame dei documenti propedeutici per lo svolgimento del consiglio comunale. Mi chiedo: Cosa propone l'opposizione per uscire dalla crisi di democrazia e di governabilità di un comune come Avigliano, “ostaggio” del sindaco? Francamente solo chiacchiere che fanno capire la loro insufficienza da oppositori, pronti con il supporto di avvocati compiacenti alla ricerca di “presunti danneggiati” per fare causa al comune per le buche stradali. Cari oppositori, alla eccezionalità del momento si deve rispondere con l'eccezionalità della proposta, senza vivacchiare e senza ripetere lo stanco andamento del disco incantato “tutta colpa del centrosinistra che non sa governare e che ha generato questo stato”. "Cazzate”! So, per certo, che il “compagno” Vito F. Rosa sistematicamente diserta la commissione dei capigruppo. Per chi non lo sapesse, detta commissione è organismo consultivo del Sindaco nell'esercizio delle funzioni di Presidente delle adunanze consiliari, concorrendo a definire la programmazione ed a stabilire, quando risulti utile, il proficuo andamento dell'attività del Consiglio comunale da svolgere successivamente. La commissione dei capigruppo esercita le altre funzioni ad essa attribuite dallo statuto comunale (art. 17 comma 3 e 4) e del regolamento di funzionamento del consiglio e, in mancanza di quest’ultimo, si fa riferimento al buon senso dei consiglieri nel rispetto delle leggi che disciplinano le autonomie locali. Il capogruppo, quando sia impossibilitato ad intervenire personalmente, può essere sostituito da un consigliere del proprio gruppo designato quale vice capogruppo e, in mancanza di altro consigliere, può delegare ad altro capogruppo di minoranza, concordando la strategia di percorso della conferenza. Se ciò non dovesse avvenire, allora, sarà inevitabile che chi ha prodotto la malattia continui nel suo lavoro e spieghi agli aviglianesi il proprio modello di governo della città e soprattutto con quali euro applicarlo. Proponete voi delle soluzioni fattibili. Cari oppositori, Nel governo di un comune è sempre più necessario saper coniugare l’attenzione alla quotidiana qualità della vita dei cittadini con una visione innovativa del futuro della città nel medio-lungo periodo. Purtroppo in tempi difficili come questi, quando è necessaria un’attenzione particolare all’uso delle risorse, la tentazione di pensare che l’innovazione non sia compatibile con la crisi è forte. No money, No innovation? Con gli euro a disposizione siamo tutti bravi ad amministrare per il bene della comunità, sempre che non facciamo un uso perverso dei soldi.