QUANDO LA TELEVISIONE DI STATO ESAGERA
La pubblicità occulta: un’altra insidiosa forma di pratica scorretta in uso tra gli organi d’informazione pubblici. Veniamo ai fatti. Il marchio “Asinella” produce in Basilicata una serie di prodotti per la cosmesi naturale a base di latte di asina. Faccio rilevare che durante la trasmissione “Buongiorno Regione” a cura della Tgr Basilicata delle ore 7,25 del 3 dicembre 2013 abbiamo assistito ad una pubblicità tradizionalmente denominata "redazionale", la quale si rivolge al pubblico con le ingannevoli sembianze di un normale servizio giornalistico, apparentemente riconducibile ad una disinteressata scelta della redazione di parlare dei benefici che produce il latte di asina. Ovvero alle 7,45 nella rubrica “l’esperto risponde” il docente Carlo Cosentino della scuola agraria dell’università della Basilicata spiega le proprietà indiscusse del latte di asina usato come alimento pediatrico e ora anche nella cosmesi naturale per il benessere del corpo umano. Del resto la storia ci ha tramandato che donne importanti come Cleopatra, Poppea e Paolina Bonaparte furono le prime a lasciarsi sedurre, già dai tempi antichi, da questa pratica di bellezza: erano solite
immergersi nel latte d’asina e praticare quello che, a distanza di secoli, sta tornando ad essere un trattamento esclusivo e di tendenza che fa business. E il docente di UNIBAS Carlo Cosentino lo ha “ben capito”. Fino a qui non ci sarebbe nulla di strano se non fosse per il fatto che durante la messa in onda sul tavolo (guardate la foto) sono stati esposti una serie di scatole di prodotti che evidenziano il marchio “Asinella” e di più l’esperto, mentre spiega le proprietà benefiche dei vari prodotti, tiene in mano e mettendola in mostra con “astuzia” una delle scatoline contenente sempre il richiamo del marchiato “Asinella” (guardate la foto). Se non bastasse, la regia “occulta” realizza dei primi piani mirati delle scatole e dei flaconi per rendere ancor più leggibile il marchio “Asinella” (guardate la foto). A chi giova questa “pubblicità redazionale” che costituisce un'ipotesi “certa” di “pubblicità occulta” la cui natura pubblicitaria della comunicazione riposa nella circostanza della presenza di "uno scopo di promuovere la vendita di beni ... oppure la prestazione di opere o di servizi" (art. 2, c. 1°, lett. a, d.lgs. n. 74/1992), fine che è evidentemente incompatibile con quello, giornalistico, di fornire solo un’informazione obiettiva sulle proprietà del latte di asina. Lascio ai lettori la libera interpretazione dell’operato della testata giornalistica Rai della Basilicata. Per quanto mi riguarda: se in vita mia decidessi di compiere un atto contro la legge, credo che il non pagamento del canone “RAI” sarebbe il primo della lista. Per chi non lo sapesse della redazione della tgr, ricordo che la legge italiana ha stabilito da molto tempo il principio che la pubblicità deve essere “trasparente”.