Tutto il cast e il pubblico, che si è visto con sorpresa piacevolmente coinvolto, in coro sulle note del “Va pensiero” hanno calato il sipario del concerto di “lirica in aria” del primo dell’anno ad Avigliano tra gli applausi degli spettatori entusiasti e un po’ commossi. Gli autori hanno voluto rappresentare la conclusione con un modello riservato a testi "alti" in onore del bicentenario della nascita di un genio senza tempo G. Verdi, dal Nabucco l’inno “Va pensiero” rispettando la prosodia, la lunghezza dei versi e le rime, che contrassegnano la composizione. Il testo ricco di interiezioni per significato e valore civile e religioso, epico e patriottico ha ottenuto il giusto effetto persuasivo e trascinatore nel coinvolgere gli ascoltatori per tutto il concerto. Come voleva la prassi il sipario si è alzato alle 19,00 con le dovute presentazioni di rito del sindaco di Avigliano Vito Summa e del sindaco di Potenza, neo eletto consigliere regionale Vito Santarsiero – che hanno garantito impegno affinché queste manifestazioni continuino nel loro percorso. Lo spettacolo è iniziato con gli assolo in aria delle soprane - le “Regine del bel canto”, Eleonora Claps, Cristina Mecca e Pina Sordetti, soprani dal lirico-leggero che sono state in grado di sostenere allo stesso modo ruoli lirici di coloratura, grazie al maggior volume di emissione – hanno acquisito una caratterizzazione elegiaca e patetica e una vocalità più ricca e incisiva che hanno fatto da corollario alla voce di Dino Lorusso che da tenore navigato ha saputo “mantenere” la voce calda, piena e ricca; spaziando dalla zona centrale a quella acuta, adatta ad una spiegata cantabilità del pubblico. I cantanti hanno interpretato magistralmente autori del calibro di G. Verdi, W.A. Mozart, G. Donizetti, G. Puccini, G. Rossini, J. Offembach, F. Chopin, P. Mascagni, F. Lehàr, E. e G. De Curtis e le loro opere più significative adatte alla “lirica in aria”- belcantistici sette-ottocenteschi e barocchi: “L’ho perduta me meschina”, L'Elisir d'Amore - “Una furtiva lagrima”, “O mio babbino caro”, “Vissi d’arte”, “La calunnia è un venticello”, “Addio del passato”, “Un bel dì vedremo”, “Che gelida manina”, “Quando m’en vo”, “Giovani liete “, “Ah quel diner!”,“È ben altro il mio sogno!”, “Amanti costanti”. Le strepitosi mani della pianista Yuna Saito incollate al pianoforte e senza l’ausilio di altri strumenti ha esaltato il concerto lirico un po' fuori dalle righe, con l’“Aria” ha proposto pagine poco eseguite con il solo accompagnamento del pianoforte per questo ha reso unico nel suo genere lo spettacolo toccando la massima attenzione del pubblico con la performance - F. Chopin: Studio Rivoluzionario Op.10 N.12. Il coro misto composto dal “corale unitre” e dal “coro folkloristico” preparati magistralmente e diretti dalla maestra Maria Teresa D’Amore hanno fatto da corollario. Il predominio del canto e della voce non sono mai state supreme e la musica e il coro sono diventate con le scene e i costumi sobri protagonisti dell'opera, e non come semplice accompagnamento sonoro e vocale. Avigliano vi aspetta alla prossima opera lirica che non tarderà a calcare questo palcoscenico. Prosit!