RAPOLLA, SABATO 8 FEBBRAIO 2014 – CONGRESSO PROVINCIALE DI POTENZA DEL PSI
Cari compagni e compagne, prima di iniziare il mio intervento, vorrei rivolgere un saluto, come segno di vicinanza, ai 2 marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che sono ingiustamente trattenuti in una sorta di arresti domiciliari, da 24 mesi, nell’ambasciata italiana in India. Vicinanza del popolo italiano e, in particolare, dei socialisti che non è venuta mai meno. Infatti, nei giorni scorsi, il nostro segretario nazionale Nencini, insieme ad una delegazione parlamentare, si è recato a New Dehli per incontrare i 2 militari italiani. Confidando in una loro totale innocenza, ricordo che operavano nell’ambito di una missione internazionale, con il compito di garantire il libero transito delle navi e difenderle dagli attacchi dei pirati. Giusta la premessa, Adesso, passiamo alla discussione congressuale. Il congresso provinciale di oggi rappresenta il primo appuntamento pubblico, per il PSI, dopo le elezioni regionali di novembre. Competizione elettorale che ha visto il Partito Socialista affermarsi con ottime percentuali, e in grado di portare un suo rappresentante all’interno del nuovo consiglio regionale. Compito, alla vigilia della competizione, non facile, data la riduzione del numero dei consiglieri, passati da 30 a 21 compreso il Presidente. Per tali ragioni, rivolgo un grazie ai dirigenti provinciali e comunali, ai tesserati, ai simpatizzanti per l’ottimo lavoro svolto. Tutte le aree della provincia, Alto Basento, Vulture-Melfese, Val d’Agri, Lagonegrese, hanno risposto positivamente. E a realtà consolidate e di antica tradizione come Melfi, si sono affiancate altre nuove, dove il PSI ha conseguito ottimi risultati. A questo proposito, un particolare ringraziamento agli amici e compagni del mio paese Avigliano, con i quali abbiamo combattuto una dura battaglia, dovendoci confrontare con 2 consiglieri regionali uscenti e un Partito Democratico che consegue abitualmente percentuali tra le più alte dell’intera Basilicata. Ma soprattutto le dimissioni in piena competizione del segretario cittadino Strefano Genovese che tutti sanno dove è approdato. La tornata elettorale novembrina ha mostrato, innanzitutto, la vitalità del nostro partito. Il PSI è vivo! Dopo molti anni, durante i quali siamo stati costretti ad una sostanziale emarginazione dal panorama politico, e additati come capro espiatorio di un sistema malato, sul quale ancora non è stata fatta piena luce, siamo presenti in forza sul territorio, e molti noi operano all’interno di numerosi consigli comunali. Ed è proprio al lavoro continuo, infaticabile e giornaliero, di questi nostri compagni, che il PSI sta vivendo una nuova stagione politica. Il successo del Partito Socialista risiede, altresì, nella sua stessa natura. Un partito riformista, che è attento alle dinamiche della società, alla sua evoluzione. Un partito che è in grado di intercettare le istanze delle classi sociali tradizionali e, nel contempo, è capace di confrontarsi con i nuovi segmenti della collettività, interpretandone bisogni e diritti. Un partito che si pone, quindi, come interlocutore e mediatore presso le istituzioni. Un partito socialista moderno che promuove la formazione di “cittadini moderni”, capaci di partecipare alla costruzione della collettività, impegnati a superare l’individualismo, per indirizzarsi verso un’idea di società da costruire su interessi condivisi. Tuttavia, non dobbiamo sederci sugli allori. Il nostro compito, il compito affidato al PSI, non si è ancora esaurito. Lo sarà, quando avremo dato una risposta concreta, che si può toccare con mano, ai tanti disoccupati, ai tanti operai in ansia per la loro azienda, al popolo delle partite IVA, ai precari della Pubblica Amministrazione. Dovrà imprimere una direzione che vada, però, oltre la temporanea soluzione di emergenze o di problemi immediati. Sarà, pertanto, promotore della redazione di un’agenda programmatica, frutto di un confronto interno ed esterno: il primo nelle sue sezioni tra gli iscritti, e gli eletti, utilizzando anche la rete come mezzo per comunicare e confrontarsi; il secondo con il mondo dell’associazionismo, con i sindacati, con il settore produttivo. Il partito dovrà formulare soluzioni innovative che, in taluni casi, dovranno colpire privilegi anacronistici, appartenenti a vecchie logiche protezionistiche. Siamo d’accordo per l’abolizione delle province? Le Aree Programma quali funzioni avranno? Cosa ne sarà veramente delle ex Comunità Montane sostituite a chiacchiere dalle aree programma? Dopo un’eventuale abolizione delle province, quale sarà la distribuzione delle deleghe tra comuni e regione? Vogliamo la creazione di consorzi tra i piccoli comuni? Quale valore attribuiamo al termine “cittadinanza”? “Cittadinanza”, sempre più vista come un rapporto verticale tra il cittadino e lo Stato, in cui la reale partecipazione del soggetto si limita, molte volte, alla delega della propria volontà politica a fronte di servizi e diritti che vengono garantiti. A tutte queste domande dobbiamo dare una risposta. E una volta stilata l’agenda programmatica, ci confronteremo con i nostri alleati del centro-sinistra e, in particolare, con il PD. Lo sfideremo, proprio, sul terreno del riformismo. E vedremo se, il suo, è un riformismo di facciata, sotto il quale ardono le vecchie rivalità individuali, o espressione di una vera volontà politica. Lo scrittore americano John Augustus Shedd scrisse: “Una nave nel porto è al sicuro, ma non è per questo che le navi sono state costruite.” Il PSI non è nato per rimanere al sicuro, ancorato nel porto, accontentandosi di qualche concessione, o essere un impolverato simulacro. Il PSI è nato per solcare i mari, per attraversare le tempeste, per affrontare le sfide presenti e del futuro.