ALLARMISMO E ACCUSE INGIUSTIFICATE ALLA MENSA DELLA 'S. FILIPPI' DI AVIGLIANO
La colpa è sempre degli altri? Forse perché è più facile scaricare la colpa sugli altri e assolvere se stessi. Alcuni casi di sospetta gastroenterite, dovuta forse all’ingestione di cibi nella mensa della scuola materna ed elementare S.P. Filippi di Avigliano centro, hanno messo in subbuglio i genitori degli scolari che da subito hanno puntato il dito contro la cooperativa “Nuove Proposte” che gestisce la mensa, amplificando la vicenda attraverso i giornali e i telegiornali regionali. Le mamme, come del resto normale nell’era del cinguettio cibernetico, sono state tutte pronte a dire la loro sui profili FB, da perfette pediatre, dopo aver ascoltato la vera pediatra che ha prestato le prime cure ad una decina di bambini e come per prassi ha allertato le autorità competenti per le verifiche del caso e l’eventuale profilassi da adottare in caso di contaminazione proveniente da cibi somministrati nella mensa. Queste mamme hanno parlato e scritto di gastroenterite provocata da alimentazione (cibi avariati) che ha provocato ai loro pargoletti, dissenteria, nausea, vomito e leggero rialzo termico dopo aver mangiato un succulento rosbif alla mensa il giorno 6 febbraio. Hanno addirittura usato i termini scientifici quasi esatti del tipo di virus. Ovvero la gastroenterite a provocarla sono stati i Rotavirus o Norovirus. Non sono un medico (meno male), ma incuriosito da tanto allarmismo e tanta attenzione prestata dai media e colpito da una frase letta nell’articolo apparso su una nota testata giornalistica: “(…) il numero dei coinvolti è ben più ampio, sfiorando addirittura le tre cifre. Le assenze da scuola, nonostante il picco influenzale di questo periodo, anche con diversi casi di virus gastroenterici, confermano l’ampissimo coinvolgimento contemporaneo, e per un lasso temporale di poche ore, dei bambini. (..)”. Allora mi sono voluto documentare prima dal punto di vista scientifico e poi delle statistiche: “Il virus si trasmette per via oro-fecale: viene cioè rilasciato in elevate quantità attraverso le feci di un soggetto infetto e l’ingresso nell’organismo avviene attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminato. L’eliminazione del virus in molti bambini può durare fino a dieci giorni (in alcuni casi fino a due mesi) dopo l’insorgenza dell’infezione. Poiché il virus è stabilmente presente nell’ambiente, in qualche caso la diffusione può verificarsi da persona a persona tramite le mani o il contatto con superfici contaminate, specie in comunità affollate (come asili nidi, case di riposo, ecc.)”. “In Italia oltre 400.000 bambini vengono colpiti ogni anno dalla gastroenterite e il rotavirus rappresenta il principale agente eziologico. Di questi casi, circa 322.000 episodi si risolvono con la sola assistenza al domicilio del piccolo, 80.500 quelli che necessitano di una visita ambulatoriale, mentre oltre 10.000 vengono ospedalizzati. “. Questi sono i dati clinici e statistici che si commentano da soli. Ora diamo i numeri sul fatto di specie: I plessi scolastici di Avigliano centro sono due diretti dallo stesso Dirigente scolastico: quello della parte nord del paese intitolato a T. Morlino dove sono iscritti 129 alunni della scuola elementare e 231 alunni delle medie e quello della zona sud intitolato a S.P. Filippi dove sono iscritti 135 bambini per l’infanzia e 160 bambini per le elementari. Premesso che la cooperativa “Nuove Proposte”, coinvolta e additata ancora prima dei risultati ispettivi dell’Aspi in corso di accertamento, (tant’è che lo stesso istituto di vigilanza di concerto con il sindaco hanno ritenuto che non vi sono condizioni pregiudizievoli tali da predisporre la chiusura della mensa e dell’intero plesso), prepara e somministra i pasti a tutti e due i plessi scolastici per un totale di 246 bambini al giorno e prepari anche alla scuola dell’infanzia gestito dalle suore. Veniamo al “giovedì nero” e al plesso incriminato. Quel giorno alla mensa hanno mangiato 120 bambini del plesso S.S.Filippi. Da informazione diretta di un genitore mi è stato riferito che quel giorno è dovuto correre a prendere le sue due bambine ma ha voluto precisare che una delle due era già affetta dalla dissenteria e la seconda in procinto di contagio tant’è che non volevano andare a scuola, come tanti bambini da diversi giorni, precisando che tutto ciò è comprensibile: siamo nel periodo di massimo picco delle influenze e in particolare questa che ha colpito milioni di italiani con la dissenteria - . C’è da aggiungere che non più di dieci bambini hanno fatto ricorso alle cure pediatriche e nessun caso si è verificato al plesso T. Morlino e dalle suore pur avendo consumato lo stesso pasto cucinato dalla stessa partita di acquisto delle cibarie. In spagnolo si dice “echar el muerto al otro” che significa “passare il morto all’altro”. È facile addossare la colpa sempre all’altro ma siamo sicuri che le vie di contaminazione e trasmissione non sia arrivata dalla mano innocente di un bambino/a o di una mamma, di un papà o di un’insegnante o di un operatore scolastico ecc..? Giusto precisare che quel giorno hanno pranzato alla mensa scolastica il figlio della presidente della cooperativa e le figlie del primo cittadino ed hanno continuato a mangiare anche nei giorni successivi senza nessun problema. Ricordo ancora che il dirigente scolastico è una persona attenta e scrupolosa alla prevenzione e profilassi dei bambini, infatti ha ultimamente comunicato a tutti i genitori degli alunni che nei giorni di sabato 15 e domenica 16 febbraio devono ottemperare alla prevenzione e profilassi della “Pediculosi”, lavando con uno sciampo speciale da prendere in farmacia o con un intruglio preparato in casa i capelli dei bambini. Lo faranno tutti?